Kamala, why not?

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Di Silvia Malaspina

Cara la mia Kamala Harris, negli ultimi giorni, a causa del disastroso dibattito durante il quale il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è trovato in enorme difficoltà di fronte all’irruenza di Donald Trump, sfidante alle prossime elezioni, sei tornata alla ribalta, dopo avere svolto con serietà, ma con molto understatement, il ruolo di vicepresidente USA. All’interno del Partito Democratico si è scatenato il panico e in molti hanno iniziato a invocare il ritiro di Biden dalla corsa presidenziale, auspicando che proprio tu, Kamala, lo sostituisca. Alcuni ricchissimi investitori hanno minacciato di ritirare i propri contributi se Biden restasse in campo e numerosi sondaggi hanno indicato come la preoccupazione per le fragilità da lui mostrate stia iniziando a cambiare la percezione di quegli stessi elettori che tu, cara Kamala, non sei riuscita a conquistare del tutto durante il tuo mandato. Quando tu, Kamala, nel 2020 diventasti vice presidente, scrissi su questa rubrica righe entusiaste: una donna di origine sud asiatica e afroamericana era riuscita a sfondare il soffitto di cristallo grazie alle indiscusse capacità, all’impegno, alla caparbietà. Tu, che da bambina venivi scortata in bus verso le scuole a maggioranza bianca di Oakland, tua città natale, sei diventata per tutti l’incarnazione del sogno americano e dell’inclusività tanto celebrata dai democratici. Che cosa è andato storto, mi chiedo, se a oggi il candidato dem resta un ottantunenne con evidenti problemi di memoria e di concentrazione – del tutto compatibili con l’età– che, nonostante abbia sempre a disposizione fogli con scritta ogni parola che pronuncia, riesce a rendersi protagonista di gaffes che nemmeno il compianto Mike Bongiorno ai tempi d’oro? Tu, Kamala, ne sono certa, non ti confonderesti chiamando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Putin”, saresti esente da molte illazioni sulla salute fisica e mentale e rappresenteresti una ventata d’aria fresca in una contesa elettorale che inizia ad assumere caratteristiche paradossali. Che cosa si oppone, quindi, alla tua discesa nella contesa, quando è evidente che Biden sta per consegnare la presidenza su un piatto d’argento all’altro baldo vecchietto, Donald Trump, che, sopravvissuto all’attentato durante un comizio a Butler, lancia appelli agli elettori con l’irruenza di Massimo Decimo Meridio? Non voglio pensare che sia dovuto al fatto che sei donna e nemmeno che risulti “upper” per l’americano medio: Hilary Clinton, che pure perse le elezioni nel 2016, è una donna poco empatica, ma molto preparata: le fu concessa una possibilità. Perché a te no?

silviamalaspina@libero.it

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