La Caritas in prima linea. Pronti ad accogliere i profughi

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Il co-direttore Luca Simoni spiega come si stanno organizzando gli aiuti. La Diocesi ha messo a disposizione 2 appartamenti e 14 camere in Seminario a Tortona e 1 alloggio a Villa Ferrari a Voghera. Gara di solidarietà tra la gente

Anche nel caso della guerra tra Russia e Ucraina che sta seminando preoccupazione e angoscia in tutto il mondo, i numeri, nella loro inconfutabilità, hanno una grande forza nel descrivere i fatti. 2 milioni e 300.000: sono gli ucraini che hanno già lasciato il proprio Paese, diretti per la gran parte in Stati europei, in maggioranza donne e bambini. E ancora: 44.008: il numero dei profughi giunti in Italia dall’inizio del conflitto, di cui 22.331 donne, 3.819 uomini e 17.858 minori, secondo i dati aggiornati del Viminale. Un flusso che inevitabilmente andrà ad aumentare. Una situazione che riguarda anche la nostra diocesi, le sue città e i suoi paesi.

Il computer di Luca Simoni, co-direttore della Caritas diocesana, è acceso su un file nel quale in tempo reale vengono aggiornate le disponibilità di quanti hanno scelto di farsi prossimo verso fratelli e sorelle costretti, nel giro di pochi giorni, ad abbandonare le proprie case e la propria terra.

«La Caritas diocesana – spiega Simoni – in continuo contatto con la Caritas Italiana che a sua volta interagisce con le Caritas locali e con quella internazionale, attua due linee di intervento: da un lato la richiesta di aiuti economici per finanziare le attività di Caritas italiana che sta lavorando sul confine e per sostenere i progetti di accoglienza e dall’altro la ricerca di luoghi dove poter accogliere. Arrivano segnalazioni da tutta la diocesi. C’è chi mette a disposizione appartamenti inutilizzati, case indipendenti, chi si dice pronto all’accoglienza nel proprio nucleo famigliare, ma non solo. Abbiamo ricevuto offerte per l’acquisto di mobili per arredare eventuali appartamenti vuoti oppure per contribuire al pagamento di affitti temporanei o in caso ci fosse bisogno di visite mediche per quanti arrivano in Italia. Alcuni si sono detti pronti a dare ospitalità a bambini non accompagnati ed in questo caso le procedure da seguire sono un po’ più complesse trattandosi appunto di minori. Sul fronte delle donazioni, a oggi abbiamo raccolto 16 mila euro, un risultato che dice della grande attenzione della nostra gente».

Anche la Diocesi ha fatto la sua parte: nei locali del Seminario potranno trovare alloggio una trentina di persone che saranno suddivise in 2 appartamenti e 14 camere, mentre a Voghera Caritas e Cooperativa Agape hanno predisposto 1 alloggio nella struttura di Vila Ferrari.

A Pietra de’ Giorgi, in Oltrepò pavese, il Comune ha individuato 5 appartamenti nell’edificio che si trova davanti alla chiesa parrocchiale di Castagnara, al momento inutilizzato dall’Agal (Associazione genitori bambino leucemico) di Pavia.

«Per ora – continua Simoni – nella nostra diocesi si tratta soprattutto di ricongiungimenti famigliari, ovvero di persone che lasciano l’Ucraina e vanno a vivere in casa di parenti in Italia. In questo caso è fondamentale predisporre un cammino di accompagnamento. Il problema maggiore è quello della lingua e con la Consulta del volontariato di Tortona stiamo pensando di organizzare corsi di italiano anche per gli adulti. C’è poi l’aspetto sanitario in quanto molti profughi, soprattutto i bambini e i ragazzi, non hanno ricevuto la vaccinazione. Le Prefetture li hanno ammessi al Servizio Sanitario Nazionale attraverso una tessera sanitaria temporanea che consentirà loro l’accesso alla vaccinazione e ad altri presidi qualora ce ne fosse l’esigenza.

I profughi avranno per un anno il riconoscimento di “rifugiati” e così potranno lavorare, nell’ottica di un inserimento maggiore. In queste ore ci stanno anche arrivando richieste di pacchi alimentari per aiutare le famiglie che si trovano a dover provvedere a un numero maggiore di persone. In questo senso abbiamo chiesto la collaborazione al Banco Alimentare al fine di inserire anche questi nuclei nei loro piani di intervento. L’obiettivo di Caritas non è quello di limitarsi a fornire un tetto a chi arriva, ma un accompagnamento della persona a 360 gradi».

Anche dagli uffici della “nostra” Caritas risuona forte l’appello a «coordinare il cuore con la testa» per arrivare a dare un aiuto davvero utile e a non sprecare risorse ed energie.

«Non abbiamo promosso raccolte di alimenti, vestiti o altro. – chiarisce il responsabile della Caritas diocesana – Si sono accumulate grandi quantità di generi di varia natura che non è possibile far arrivare sul posto.

Seguendo le linee che arrivano dalle Caritas italiana e internazionale abbiamo scelto di puntare sull’impegno a favore di quanti giungono a casa nostra, nella consapevolezza che è semmai necessario aiutare la Caritas italiana nella sua missione “sul posto”, in coordinamento con i colleghi dei Paesi coinvolti. Il nostro stile è quello di lavorare quotidianamente per adattare le azioni ai bisogni, con grande flessibilità per rispondere al meglio alle reali esigenze delle persone».

È dei giorni scorsi la visita del direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello in Moldavia e Romania. Nel primo Paese, la Caritas ha attivato 14 Centri di accoglienza che stanno ospitando diverse centinaia di persone a cui offrono assistenza con generi di prima necessità e ha anche attivato servizi di supporto psicosociale e recupero dello stress, in particolare per famiglie con bimbi piccoli. Inoltre, gli operatori e i volontari Caritas sostengono con servizi specifici anche i vari Centri di smistamento governativi, assicurando supporto psicosociale, animazione per bambini e preparazione di pasti caldi e si stanno organizzando per interventi di lungo periodo, in particolare per i più vulnerabili. In Romania la Caritas ha allestito a Siret, al confine con l’Ucraina, un centro dove si organizza la prima accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra. In pochi giorni nel Centro Caritas sono passati oltre 300 rifugiati, con una media di circa 35 al giorno. Si fermano per un paio di giorni per poi proseguire verso altri Paesi o anche verso altre città della Moldavia dove la rete Caritas riesce ad accogliere 150 persone.

Soprattutto è necessaria la preghiera. «Insieme al nostro Vescovo Guido – conclude Luca Simoni – raccomandiamo a tutti di pregare, quotidianamente, perché si arrivi alla pace in Ucraina e nel mondo intero. E perché ciascuno di noi, nel proprio piccolo, possa diventare sempre più autentico operatore di pace».

Marco Rezzani

Tutti i modi per fare la tua donazione

È possibile offrire il proprio aiuto all’azione umanitaria della Caritas diocesana attraverso alcune modalità.

• Per quanto riguarda l’accoglienza di profughi, Caritas diocesana invita fin d’ora a segnalare la disponibilità di case e appartamenti da parte di parrocchie e privati.

Per farlo basterà scrivere una mail a: cdatortona@caritastortona.it o telefonare al numero 0131 867350 (da lunedì a venerdì, dalle ore 9 alle ore 12). Come già anticipato da Mons. Guido Marini durante la veglia di preghiera per invocare il dono della pace di lunedì 28 febbraio presso il Santuario della Madonna della Guardia, la Diocesi ha messo a disposizione per l’accoglienza alcuni suoi spazi del territorio.

• Per un aiuto immediato, l’indicazione che la Caritas diocesana di Tortona ha da Caritas Italiana è quella di prediligere lo strumento della raccolta fondi per far arrivare gli aiuti più rapidamente ed evitare i rallentamenti legati allo stoccaggio e al trasporto delle merci. Sul tema delle raccolte la situazione è in rapida evoluzione e Caritas conta di fornire ulteriori aggiornamenti.

• Caritas Italiana ha avviato una raccolta fondi, mettendo subito a disposizione un primo contributo di 100.000 Euro per i bisogni immediati e resta accanto alla Caritas in Ucraina e alla popolazione tutta. Invita anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese, spesso impegnati in servizi di cura nelle nostre famiglie. È possibile fare un’offerta a Caritas diocesana sia per sostenere l’aiuto umanitario sia per le eventuali necessità che dovessero emergere per una degna accoglienza:

• bonifico bancario (causale “Ucraina”) intestato alla Caritas Diocesana di Tortona presso Banco BPER:

Iban: IT23O0538748670000042221532

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o con una donazione online o con bonifico bancario (causale “Europa/emergenza Ucraina”) tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111

• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474

• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 00001106311

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