La colonna sonora della tua estate
DI STEFANO BROCCHETTI
Radio PNR ha festeggiato i 40 anni di trasmissioni (era il 1980 quando fu fondata l’allora Radio Pieve) e i 20 anni come radio diocesana (nel 2000 fu trasferita a Tortona), legandosi alle celebrazioni per i 45 anni della radiofonia privata italiana. Per l’occasione ha proposto ai suoi ascoltatori un sondaggio per scegliere le canzoni più belle di ogni estate, dal 1975 (anno in cui il programmatore musicale Brocks acquistò il suo primo 45 giri) al 2019. Così, riascoltando i successi che ci hanno tenuto compagnia in riva al mare, che abbiamo ballato sotto un cielo di stelle o che abbiamo dedicato a qualcuno, ripercorriamo quasi 50 anni di costume del nostro Paese. Siamo cambiati noi è cambiata la musica? La risposta, forse, ci viene dalle “colonne sonore” delle nostre vacanze…
Anni ’70 A metà anni ’70 nascono le radio private (o libere…) e si scopre l’importanza di ritmo e sound nella canzone: non basta più scrivere bene e interpretare: il disco da ora in poi deve identificarsi con un peculiare “suono”, un punto da cui non si tornerà più indietro. Le discoteche e i jukebox hanno medesima esigenza. Prende piede la discomusic con Gloria Gaynor (Reach out, 75), Barry White (You’re the first, 75), Bee Gees (Night fever, 77), Earth Wind & Fire (September, 78), Chic (Good times, 79), Donna Summer (I feel love, 77, Hot stuff, 79). In Italia dominano cantautori come Baglioni (Sabato pomeriggio, 75), Venditti (Sotto il segno dei pesci, 78), Cocciante (Margherita, 76), Renato Zero (Mi vendo, 77, Madame, 76). Lucio Battisti si internazionalizza (Ancora tu, 76, Sì Viaggiare, 77, Una donna per amico, 78) e trova un degnissimo erede in Umberto Tozzi, che ha una strepitosa sequenza di hit (Ti amo, 77, Tu, 78, Gloria, 79, Stella stai, 80, Notte rosa, 81). I nuovi romantici sono Alan Sorrenti (Tu sei l’unica donna per me, 79), Gianni Togni (Luna, 80), Gianni Bella (Non si può morire dentro, 76). Arriva il reggae con Bob Marley (Could you be loved, 80), le nuove dive sono Loredana Bertè (E la luna bussò, 79), Patty Pravo (Pensiero stupendo, 78), Rettore (Splendido splendente, 79), Anna Oxa (Fatelo con me, 78), inconfondibili per look, interpretazione e soprattutto personalità.
Anni ’80 Gli anni ’80 italiani sono un trionfo di successi che celebrano l’estate, a firma Righeira (Vamos a la playa, 83, L’estate sta finendo, 85), Giuni Russo (Un’estate al mare, 82), Gruppo Italiano (Tropicana, 83), Marcella (Nell’aria, 83), Nada (Amore disperato, 83). C’è la spensieratezza di un’epoca in cui l’industria discografica trionfa con miliardi di copie, la musica diventa portatile con il walkman e tornano in Italia i grandi concerti. Provocazioni da Bertè (Non sono una signora, 82) contro Rettore (Kobra, 80, Lamette, 82). Nuovi idoli dei giovani sono Miguel Bosè (Bravi ragazzi, 82), Scialpi (Rocking rolling, 83), Alberto Camerini (Rock’n’roll robot, 81). La discomusic non c’è più, ma nei primi ’80 arriva la new wave elettronica made in Uk: Omd (Enola Gay, 81), Spandau Ballet (Only when you leave, 84), Duran Duran (View to a kill, 85), Culture Club (Miss me blind, 84), Wham (Club Tropicana, 83), Frankie Goes to Hollywood (Relax, 84). La Francia affianca agli inquietanti Rockets con laser e tuta spaziale le rassicuranti Lio e Caroline Loeb, dalla Germania tanti nonsense tra cui Da da da (83). Dagli Usa impossibile scegliere una canzone sola di gente come Jackson, Prince, Springsteen, Madonna, Whitney Houston. Meglio pensare che nell’anno di grazia ’83 geni come Police, Mike Oldifeld, Robin Gibb, David Bowie sfornarono pezzi come Every breath you take, Moonlight shadow, Juliet, Let’s dance… Se la musica internazionale conquista l’Italia, la musica italiana, anche se cantata in inglese, va in classifica in tutta Europa: Sandy Marton (People from Ibiza, 84), Tracy Spencer (Run to me, 86), Sabrina Salerno (Sexy girl, 86), Raf (Self control, 84), Spagna (Easy lady, 86, Call me, 87), Mike Francis (Survivor, 84), Tony Esposito (Kalimba de luna, 84). Gianna Nannini (Fotoromanza, 84) esporta il rock melodico in Europa. I cantautori faticano a tenere il passo di nuovi eroi dal linguaggio contemporaneo: Vasco (Bollicine, 83), Eros (Se bastasse una canzone, 90), Zucchero (Con le mani, 87), Mango (Bella d’estate, 87), Tozzi-Raf (Gente di mare, 87): e a fine decade arriva per la prima volta il rap con Jovanotti (Gmme five, 88).
Anni ’90 I 45 giri non si stampano più, i jukebox scompaiono piano piano e il ruolo di certificare successi è ora preso in carico dalle programmazioni delle radio. La musica da discoteca si chiama house (The power, 90, What is love, 93, Rhythm is a dancer, 92, Found love, 90, I can’t stand it, 90, The rhythm of the night, 94, The rhythm is magic, 95) ed è italiana la reginetta del genere, Alexia (Summer is crazy, 96). Esplode la musica latina con Ricky Martin (Maria, 97, Livin’ la vida loca, 99) ed Enrique Iglesias (Bailamos, 99) e con i balli di gruppo (Macarena, 96). I teenagers amano coetanei come Spice Girls (Wannabe, 96), Backstreet Boys (Everybody, 97), Take That (Back for good, 95). Il rap è ormai un classico con brani universali a firma Puff Daddy (I’ll be missin’ ya, 97), Will Smith (Summertime, 91), Fugees (Killing me softly, 96). I cantautori aggiornano le sonorità e semplificano il linguaggio, vedi Pino Daniele (Io per lei, 95, Che male c’è, 97), Luca Carboni (Mare mare, 92), il 60enne Gino Paoli (Quattro amici, 91), Raf (Battito animale, 93). Dall’Italia conquistano il mondo Eros Ramazzotti (Più bella cosa, 96), Laura Pausini (Non c’è, 93), Zucchero (X colpa di chi, 95), Nek (Se io non avessi te, 98). Riemerge in veste da uomo maturo Miguel Bosè (Se tu non torni, 94), Mina e Celentano incidono il disco più venduto della storia della musica italiana (Acqua e sale, 96). Più coscienza in Jovanotti (Serenata rap, 95). Emergono i rapper Articolo 31 (Tranqui funky, 96), i fumettosi 883 (Uomo Ragno, 92), il blues pop di Alex Britti (Solo una volta, 98), e conquista tutti la freschezza dei Lùnapop di Cesare Cremonini, tra vintage e moderno, con il brano ispirato alla Vespa, 50 Special (99), forse il brano definitivo per decenni di atmosfere estive.
Anni ’00 Gli anni Zero segnano la resa dell’industria discografica: fronteggiare il download pirata mediante azioni legali si è rivelato ben più inefficace che adeguare i supporti a tale nuova modalità. I dischi si vendono sempre meno e diventa difficile imporre nomi nuovi. Reggono Tiziano Ferro (Xdono, 01), Nek (Lascia che io sia, 05), Biagio Antonacci (Convivendo, 04), Negramaro (Estate, 05, Parlami d’amore 07), Irene Grandi (Bruci la città, 07) Subsonica (Nuova ossessione, 02) e pochi altri. Durano lo spazio di un’estate ma entrano nell’immaginario di quegli anni le canzoni di Paola & Chiara (Vamos a bailar, 00), Valeria Rossi (Tre parole, 01), Velvet (Boyband, 00). Dall’estero tanta musica dal sapore vintage, che più che ricerca storica cela mancanza di idee nuove. Nel latino domina Shakira (Whenever wherever, 02, Hips don’t lie, 06), ma il genere rivela una varietà di contenuti enorme e raffinata: Rosana (El talisman, 97), Jarabe de Palo (La flaca, 99), Manu Chao (Me gustas tu, 01), Tribalistas (Ja sei namorar, 03). Emergono nuove grandi dive come Beyoncè (Crazy in love, 03), Rihanna (Umbrella, 07), Lady GaGa (Paparazzi, 09), Katy Perry (I kissed a girl, 08). Per la dance, nasce l’edm, electronic dance music, che traghetterà l’- house e l’elettronica all’interno del pop.
Anni ’10 La contemporaneità è, di prammatica, una contraddizione continua ma affascinante. Nello stesso anno nelle stesse classifiche si sfidano con analogo successo dive dai termini opposti, sia fisici sia musicali, come Adele (Someone like you, 11) e Lady GaGa (Born this way, 11), senza che questo generi fazioni tra il pubblico, forse per la prima volta nella storia. Il reggaeton non è più solo uno stile latineggiante, ma un ritmo utilizzato in tutti i generi musicali possibili. Despacito (17) è la prima canzone di autore latinoamericano ad arrivare al numero uno negli Usa proprio nell’anno in cui Trump vuole erigere il muro al confine con il Messico. E con le nuove tecnologie streaming sarà nuova rivoluzione nella produzione e nell’ascolto musicale. Ora servono brani più corti ed efficaci, a prova del tasto skip nelle app dei cellulari. Non ci sono quasi più pezzi suonati con strumenti reali, ma quasi tutti hanno basi realizzate al computer: limite creativo ma anche interfaccia tecnica superata, con opportunità di avere prodotti della stessa qualità in qualunque posto del mondo e con qualunque livello tecnico dell’autore. Si chiude il cerchio avviato negli anni ’70: il suond ha preso il predominio su tutti gli altri elementi di una canzone: composizione, melodia, armonia, interpretazione vocale, perizia strumentale. Scompaiono praticamente dall’orizzonte sia il rock sia il soul, contaminati con l’elettronica; i produttori sono più popolari dei cantanti che chiamano ad interpretare i loro pezzi, dai Daft Punk (Get lucky, 15) a Calvin Harris (Feels, 16). In Italia, rifiorisce il concetto di canzone estiva: produttori come Takagi & Ketra (L’esercito del selfie, 16, Amore e capoeira, 18), Boomdabash (Non ti dico no, con la Bertè, 18, Mambo salentino, con l’Amoroso, 19), Fabio Rovazzi (Andiamo a comandare, 16). Oggi il Covid rende impossibili i grandi raduni e cambierà ancora la modalità di godere dell’estate e della musica. I concerti sono possibili solo con distanziamento, la discoteca è un’utopia, i dischi non esistono più, le canzoni non si scaricano e non si salvano sui computer, la musica è un flusso in streaming che non dà luogo a collezionismo, ma è sempre il sottofondo essenziale delle nostre vite e delle nostre vacanze. E la costante che unisce due secoli di musica è la forma canzone che ci accompagnerà, probabilmente, per sempre.