La “Domenica del Mare”

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Il 9 luglio si celebra la Giornata internazionale di preghiera per i marittimi e le loro famiglie e per chi nella Chiesa li assiste spiritualmente

Ogni anno, nella seconda settimana di luglio, le comunità cattoliche celebrano la “Domenica del Mare”, la Giornata internazionale di preghiera per i marittimi e le loro famiglie, ma anche per chi nella Chiesa offre il suo supporto, come i cappellani e i volontari che si dedicano all’Apostolato del Mare: l’opera dal 1920 assiste spiritualmente i lavoratori legati al mare, fondamentali all’economia di tutti i Paesi del mondo. Questa ricorrenza ha anche un’importanza ecumenica perché in molti porti le celebrazioni e le diverse attività di sensibilizzazione si svolgono congiuntamente ad altre denominazioni cristiane. In Italia è stato scelto il tema “Chi non ha pianto? Il mare come luogo di vita”, ed è la città di Lampedusa a ospitare le celebrazioni religiose della Giornata per ricordare la visita di Papa Francesco avvenuta 10 anni fa.

Il Messaggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

«Siamo vicini a voi che vivete tra le onde»

Cari fratelli e sorelle in Cristo, sin dalla prima ora il vangelo ha raggiunto ogni angolo del mondo attraverso grandi navi. Gli Atti degli Apostoli e gli altri scritti del Nuovo Testamento ci raccontano in molti modi la vita che i messaggeri della Buona Notizia trascorrevano con i lavoratori del mare, a volte per mesi, condividendo la quotidianità e aprendo menti e cuori alla fede.

La Domenica del Mare offre ogni anno alle comunità cattoliche di tutto il mondo la possibilità di non dimenticare le proprie origini e di pregare per coloro che lavorano oggi sulle navi che trasportano merci nel mondo intero. Si tratta di oltre 1 milione di esseri umani grazie ai quali la nostra quotidianità diviene possibile e l’economia si sostiene. Di loro, della loro fede, di come possano amare e sperare, quasi nulla sappiamo.

La domenica è il giorno dell’Eucaristia, la Pasqua settimanale: sono molti a non avervi accesso perché forzatamente lontani dai loro cari e dalla propria comunità. Per tutta la Chiesa celebrare il Risorto significa allo stesso tempo non dimenticare nessuno, far correre la salvezza dappertutto, chiedersi come chi è assente e invisibile possa sentirsi salvato e prezioso, portatore di una dignità che è quella di ogni figlio di Dio.

Gli apostoli raccontavano Gesù sulle navi, radunavano comunità in ogni città di porto: erano dunque presenti a un mondo che oggi è sempre meno conosciuto. La complessa organizzazione delle nostre società e una certa propensione a nascondere le diseguaglianze lasciano spesso in una zona d’ombra i tesori spirituali e i bisogni materiali delle persone umili. La Domenica del Mare non è dunque riservata agli addetti ai lavori, ma accende l’attenzione di ogni comunità cristiana su coloro grazie ai quali ci raggiungono gran parte dei beni di cui ci nutriamo o facciamo uso ogni giorno.

A chi oggi è in mare giunga allora un messaggio corale: la Chiesa vi è vicina. Ciò che vi rallegra e ciò che vi opprime ci sta a cuore. Non abbiamo solo da darvi qualcosa, ma anche da ricevere il vostro racconto, le vostre testimonianze: il punto di vista sul lavoro, sull’economia, sui rapporti fra religioni e culture diverse, sulle condizioni del mare e della terra, sulla fede, che soltanto dalla vostra esperienza può raggiungere e interrogare tutti i membri della Chiesa e, per loro tramite, le nostre società.

Siamo una Chiesa sinodale, in cui cioè si cammina insieme. Dobbiamo andare avanti insieme, navigare insieme, senza lasciare nessuno indietro, e arricchirci l’un l’altro. Nessuno pensi di non avere nulla da offrire. Se dunque c’è uno sforzo che quest’anno ci vogliamo proporre è proprio quello di verificare i modi con cui essere più vicini, in uno scambio continuo che renda il vostro lavoro meno lontano dal percorso e dalla fede di tutti.

Maria, Stella Maris, interceda per noi e sia fonte di consolazione e perseveranza.

Card. Michael Czerny S.J.

Prefetto

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