La Festa della Riconoscenza al Piccolo Cottolengo
Una giornata per sentirsi tutti insieme una grande famiglia
TORTONA – Domenica 16 giugno è stata celebrata l’annuale “Festa della Riconoscenza” presso il Piccolo Cottolengo dove sono custodite “le perle” di San Luigi Orione.
Nel mezzogiorno il consueto arrivo delle BMV Moto Club di Alessandria, nel pomeriggio, dopo l’esibizione della Banda di Borgonovo Val Tidone, è stata celebrata la santa messa presieduta da Don Paolo Padrini, segretario vescovile e animata dal Coro “San Giacomo” di Casei Gerola.
Nella celebrazione è stato amministrato il Sacramento del Battesimo alla piccola Isabel. Al termine è stata benedetta una nuova autoambulanza grazie alla generosità di tanti benefattori e amici. Tra i numerosi intervenuti alla festa, la presenza della Madre generale Maria Mabel Spagnuolo, la superiora provinciale Sr. M. Gemma Monceri, il sindaco della città Federico Chiodi.
Un momento di fraternità ha concluso la giornata del “grazie”.
Dire “Festa della Riconoscenza” è dire “Festa di Famiglia” e chi la vive da tanti anni sa che non si celebra solo in un giorno ma anche e soprattutto nei giorni precedenti nei quali si svolgono tutti i preparativi: suore, dipendenti, parenti, volontari danno il meglio di sé e (a volte senza accorgersene) creano quella bella ed indissolubile unità d’intenti che li porta ad essere “un cuor solo ed un anima sola”. La Giornata della Riconoscenza è la conseguenza di ciò che si vive ogni giorno e ognuno nel proprio ambito di lavoro e di vita. Quello che si respira è “ossigeno d’amore” per i nostri polmoni. A volte si è soliti affermare: “Questi bambini mi commuovono, mi stringono il cuore”, ma allora lasciamo che le lacrime di commozione formino un fiume d’acqua viva dove possiamo immergerci e donare di noi stessi la parte migliore comprendendo così che solo nei gesti d’amore il Signore ci ricompenserà.
L’invito è pertanto quello di tornare al Piccolo Cottolengo, per una visita personale, perché Dio ama la preghiera elevata nel segreto del proprio cuore e “fermarsi” contemplando il volto di quei bambini.
Fabio Mogni