La grande sete
di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti
La grande sete
In queste ultime settimane si è aggravata la situazione di cronica siccità che flagella le nostre zone ormai da molti mesi e, come spesso accade e come ha anche sottolineato il nostro direttore nell’editoriale dello scorso numero, si ripete l’atavica abitudine italica di correre ai ripari quando ormai i danni sono fatti.
Da giorni i vari tg propongono approfondimenti caratterizzati da previsioni apocalittiche, mentre gli inviati, sfidando le temperature sahariane, zampettano sui greti asciutti dei grandi fiumi del Nord Italia, si soffermano sui livelli allarmanti dell’acqua e intervistano agricoltori comprensibilmente preoccupati per i raccolti ad altissimo rischio.
Da più parti si prospettano fantasiose soluzioni fai-da-te, mentre i sindaci emanano ordinanze per invitare i cittadini a un uso consapevole delle risorse idriche e non mancano anche provvedimenti curiosi, come quello pubblicato dal sindaco di Castenaso, in provincia di Bologna, che vieta il secondo lavaggio di capelli ai parrucchieri e ai barbieri, poiché «i classici due risciacqui superano almeno i 20 litri. Nella situazione in cui ci troviamo non ce lo possiamo più permettere». Tutti noi al momento non ci possiamo permettere l’acqua per irrigare gli orti, per annaffiare i giardini, per le piscine private, per lavare le macchine. E forse, purtroppo, siamo solo all’inizio, come ci ha testimoniato il tragico evento del ghiacciaio della Marmolada.
Anche se ci troviamo distanti, questa situazione ci ha allarmato ed è entrata a far parte delle conversazioni telefoniche quotidiane: «Hai sentito Fulco Pratesi che ha affermato di non farsi la doccia da 60 anni per risparmiare acqua? Ti sembra possibile? Io non sopravviverei: come si fa a lavarsi “a pezzi”?» «Anche a me sembra più una provocazione che un esempio utile da mettere in pratica, ma si possono fare piccoli gesti, come chiudere l’erogatore quando ci si insapona e non stare a crogiolarsi sotto l’acqua! C’è però qualcosa che non mi torna: sono passata sul ponte dell’Ossona e la cascata era a pieno regime, come in inverno: significa che a valle è piovuto parecchio e quindi l’acqua c’è, ma mancano gli invasi e i sistemi di accumulazione.» «Credo che tu abbia ragione: la California meridionale è una delle zone più aride degli Stati Uniti, eppure qui nessuno si sogna di emanare provvedimenti restrittivi o di razionare l’acqua: le fontane sono attive, nei parchi ci sono ampi laghi artificiali e tutto funziona alla perfezione.» «Ti conviene approfittare della situazione: se al tuo ritorno Giove Pluvio non si sarà attivato a dovere, temo ti dovrai lavare a ore prestabilite e dire addio alla tripletta maschera-shampoo-balsamo: richiede troppa acqua!» «Sei matta? Piuttosto mi lavo con l’acqua minerale e soffro la sete!»
silviamalaspina@libero.it