La Madonna è il “Carmelo”, giardino fiorito di Dio

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La solennità della Vergine Maria nel monastero dei Santi Giuseppe e Teresa a Genova

GENOVA – «La sacra Scrittura esalta la bellezza del monte Carmelo, là dove il profeta Elia difendeva la purezza della fede d’Israele nel Dio vivente. In quei luoghi, all’inizio del XIII secolo ebbe giuridicamente origine l’Ordine carmelitano, sotto il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo». È così che la solennità liturgica per la famiglia carmelitana viene introdotta nel messale.

La Madre Priora del monastero dei Santi Giuseppe e Teresa di Genova, suor Cristina del Cuore di Gesù, ha avuto la bontà di dedicarmi alcuni minuti e mi ha raccontato che l’ordine carmelitano non ha un santo fondatore. L’origine è scaturita dai crociati che arrivati in Terra Santa hanno abbandonato le armi per abbracciare Cristo.

La prima regola è stata concessa dal Patriarca di Gerusalemme. Nel 1500 santa Teresa ha iniziato la vita contemplativa delle Carmelitane in Spagna, ad Avila, e alla fine di quel secolo proprio a Genova era aperto il primo monastero delle Carmelitane Scalze in Italia che è il più antico monastero fuori dalla terra spagnola.

Le sorelle presenti in questo monastero sono venti e alcune di loro si ricordano fin dal seminario del giovane don Guido Marini, quando ancora non era “don”. Accanto al monastero, collegato da un passaggio pedonale, trova sede il seminario arcivescovile di Genova. A pochi passi, poi, c’è la residenza utilizzata da alcuni arcivescovi di Genova, tra cui il Card. Giovanni Canestri, di cui l’allora don Guido era segretario.

Il legame tra Mons. Marini e le sorelle Carmelitane ha radici negli anni ’80 ed è improntato a un rapporto costante e forte, nonostante le distanze logistiche. Nel 2006, inoltre, don Guido Marini visitò la Città di Avila come atto di devozione.

Il 16 luglio, giorno dedicato alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, l’Ordine Carmelitano vive la solennità liturgica. Quest’anno è stato proprio il vescovo Guido a presiedere la celebrazione eucaristica con alcuni sacerdoti amici: mons. Michele De Santi, cancelliere arcivescovile, don Franco Buono, suo compagno di Messa e parroco del territorio su cui si erge il monastero, don Stefano Bisio, parroco di tre parrocchie del levante cittadino, insieme al suo collaboratore, don Francis Thankachen, che studia a Roma e in estate presta servizio a Genova, e il diacono permanente Gianni Gesuato.

All’inizio della celebrazione Mons. Marini ha portato all’attenzione il significato del Monte Carmelo: il monte è il segno della santa montagna che è il Signore Gesù, che talvolta noi perdiamo di vista e che non è sempre al centro del nostro cuore e della nostra vita. Il vescovo ha tratto ispirazione dalla liturgia per rivolgere l’omelia con un’immagine e una parola.

La prima lettura, tratta dal libro dei Re (18, 42-45), narra di Elia che pregò sul monte Carmelo e il cielo diede la pioggia: «Ecco una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare». Dopo un lungo tempo di siccità, appare nel cielo una piccola nuvola a forma di mano, e questa piccola nuvola a forma di mano porta con sé quella pioggia refrigerante che finalmente metterà fine alla gravissima siccità. Nella tradizione spirituale cristiana la piccola nuvola osservata da Elia all’orizzonte è il segno della Madonna. È la Madonna che appare nel cielo della vita, nel cielo di un popolo, nel cielo degli uomini, e porta finalmente il refrigerio di quella pioggia che è la pioggia dello spirito di Dio. La siccità è finita. La morte è sconfitta perché per il tramite di Maria lo Spirito del Signore riempie la terra, rinnova tutte le cose e porta vita nuova. La parola è quella che è risuonata molte volte: il Monte Carmelo.

Il significato del Carmelo è “giardino fiorito”. Perché è un giardino fiorito? È un giardino fiorito proprio perché su quel monte, a un certo punto, cade la pioggia e porta i colori di una nuova primavera. E di che cosa è immagine il Carmelo in quanto monte fiorito? È immagine di Maria, perché Maria è un giardino fiorito a motivo del fatto che lo Spirito del Signore è presente in lei come in un tempio.

Lo Spirito rende la Madonna bella della bellezza stessa di Dio, dunque Lei è un Carmelo, è un giardino fiorito. Noi siamo un giardino fiorito quando viviamo nella concretezza della vita la dipendenza d’amore dal Signore.

Oggi noi siamo sul Monte Carmelo, perché guardando questo giardino fiorito possiamo ritrovare le ragioni, i motivi della fioritura nella nostra vita. E le ragioni, i motivi sono questi: Dio ci ama, Dio si preoccupa di noi. Dio ha in mano davvero la nostra vita.

Lucia Gradi

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