La Messa al Tempio della Fraternità

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Il 7 luglio a Cella di Varzi il vescovo ha ricordato don Adamo Accosa e ha benedetto il salone intitolato a don Luigi Bernini

VARZI – Domenica 7 luglio, presso il Tempio della Fraternità che sorge nella frazione Cella di Varzi, è stato ricordato il fondatore di questo luogo di culto, don Adamo Accosa, morto 31 anni fa, il 10 luglio 1993. Alle ore 17.30 le autorità civili e militari si sono ritrovate insieme sul sagrato per dirigersi in corteo verso il vicino cimitero dove è stata deposta una corona di alloro sulla tomba del sacerdote accompagnata dalla preghiera dell’Alpino essendo don Accosa cappellano militare degli Alpini e dalla benedizione impartita da don Andrea Mariani. Alle ore 18 è arrivato il vescovo Mons. Guido Marini che ha presieduto la S. Messa, animata dal Coro del Tempio. Erano presenti alcuni assessori dell’Amministrazione comunale di Varzi, una rappresentanza del Comune di Bagnaria, il sindaco di Menconico Paolino Bertorelli, l’onorevole Paola Chiesa, i Carabinieri di Varzi, le associazioni combattentische e d’Arma e numerosi Amici del Tempio della Fraternità che si sono uniti nel ricordo di don Accosa, che per 48 anni fu parroco di Cella. All’inizio della celebrazione, una parrocchiana ha rivolto un saluto al vescovo a nome della comunità esprimendo gratitudine per aver nominato, dopo la morte di don Luigi Bernini nel 2023, il nuovo parroco don Francesco Favaretto, e l’aiuto pastorale don Andrea Mariani per garantire la celebrazione festiva per i fedeli della valle e per i visitatori del Tempio. Nell’omelia Mons. Marini ha richiamato l’attenzione dei numerosi fedeli su due gesti che si compiono prima e dopo la lettura del Vangelo: tracciare tre piccoli segni di croce sulla fronte, sulla labbra e sul cuore e il bacio del libro del Vangelo da parte del celebrante. Questi due due gesti hanno un significato ben preciso: «Esprimonono – ha detto il vescovo – il nostro desiderio di rendere la Parola vita della nostra vita e il desiderio di comunione con la Parola che vogliamo entri in tutte le dimensioni del nostro vivere attraverso il pensare, il dire e l’amare. Abbiamo davvero partecipato alla celebrazione eucaristica se avvertiamo un desiderio di vivere alla luce della parola che abbiamo ascoltato». Facendo riferimento alla pagina evangelica del giorno, Mons. Marini ha sottolineato come Gesù nella sua patria e nel suo villaggio non viene accolto perché i suoi, conoscendo la sua storia e la sua vita, non credono che possa essere il Messia e il Salvatore. «Quello che accade a Nazareth accade anche oggi perché il Signore per incontrarci sceglie vie semplici che spesso ignoriamo. – ha proseguito il vescovo Guido – Queste vie semplici a noi le ricorda con la sua vita il beato Carlo Acutis, che sarà canonizzato il prossimo anno. Sono tre i luoghi privilegiati dell’incontro: l’Eucaristia, presenza semplice e umile che spesso ignoriamo, la Parola, lampada al nostro cammino e, infine, i poveri – bisognosi, anziani, piccoli, indifesi, senza fede – da consolare, aiutare e sostenere». Al termine Mons. Marini ha benedetto il salone che si trova dietro il Tempio e che è stato intitolato a don Bernini, alla presenza dei suoi familiari. Il pomeriggio di festa si è concluso con una simpatica partita a biliardino con il vescovo.

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