“La mia banda suona il rock”

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Montagnaterapia per i bambini autistici con il CAI di Novi e Tortona

FABBRICA CURONE – I disturbi dello spettro autistico si presentano in modo variabile da caso a caso, ma, in generale, sono caratterizzati da una compromissione della capacità di esprimere i propri pensieri e sentimenti e dalla presenza di interessi e comportamenti ripetitivi. Negli ultimi anni le conoscenze in campo riabilitativo ed educativo sono cambiate profondamente. Gli studi hanno evidenziato che non esiste un intervento terapeutico abilitativo uguale per tutte le persone con autismo, in grado di rispondere alle molteplici esigenze legate alla patologia.

Le diverse proposte sperimentate hanno però dimostrato la possibilità di effettuare interventi psico-educazionali in luoghi diversi da quelli abituali dove gli autistici si trovano a vivere.

Il Rifugio “Orsi”, lo scorso 28 agosto, è diventato per un giorno uno di questi luoghi, un suggestivo scenario che ha ospitato l’evento “La mia banda suona il rock”, un’esperienza di montagnaterapia e musicoterapia per bambini con disturbo dello spettro autistico dai 6 ai 9 anni. La giornata, organizzata dalle sezioni CAI di Tortona e No-vi Ligure, e con il patrocinio delle città di Tortona e Novi Ligure, della Asl Alessandria, dell’associazione “Amici Monte Ebro – Rifugio Ezio Orsi” e della Commissione Medica L.P.V., è stata fortemente voluta da Franco Fontana, pediatra di Libera Scelta, insieme a Raffaella Di Comite, neuropsichiatra infantile, Luisa Verlato, psicologa e Rossana Fasciolo, terapista di neuropsicomotricità dell’età evolutiva della ASL Alessandria, con il contributo professionale della musicoterapista Anna Gheltrito e della violinista Livia Alexandra Hagiu.

I bambini, accompagnati dai familiari, hanno trascorso una giornata all’aria aperta, impegnati in attività ludiche e musicoterapiche.

In seguito hanno potuto usufruire di una sorta di zipline, un breve percorso installato per l’occasione dai volontari del Cai, che attraverso una fune che collega due alberi, un’imbragatura, una carrucola e alcuni moschettoni, ha permesso loro di “volare appesi a un filo”. «Sinceramente noi, con qualche genitore, un po’ titubanti sulla riuscita dell’esperienza; – ha raccontato il dottor Fontana – temevamo che i bambini non riuscis- sero a misurarsi con un’esperienza che non conoscevano, ma i sorrisi e il desiderio di ripetere più volte il “volo” ci hanno piacevolmente sorpreso e ci hanno appagato».

La stipula dell’assicurazione giornaliera per tutti i partecipanti, offerta dalla sezione CAI di Tortona, il pranzo preparato dagli ospitali “Amici del Monte Ebro”, hanno evitato qualunque spesa alle famiglie. «È grazie all’insostituibile e appassionata disponibilità dei volontari che hanno portato il loro aiuto in modi differenti ma sempre efficaci – ha aggiunto Fontana – è stato possibile lo svolgimento del percorso, a testimonianza di quan- to i professionisti siano stati vicini alle famiglie per far fronte a tutte le variabili legate alle esigenze dei giovani partecipanti».

Cristina Bertin

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