«La nostra fede diventi sempre più vita»

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Nella chiesa di Santa Maria Canale a Tortona la Messa con gli ordini cavallereschi diocesani

TORTONA – Martedì 22 febbraio, nella cornice liturgica della festa della Cattedra di San Pietro, il vescovo, Mons. Guido Marini, ha presieduto l’Eucaristia per i membri degli ordini cavallereschi presenti in diocesi, nella storica chiesa di Santa Maria Canale. Gli ordini cavallereschi, nati in seno alla Chiesa e dai Romani Pontefici ordinati secondo le regole emanate dalla Sede Apostolica per custodirne lo spirito e il carisma, sono eredi di una ricchezza secolare, di spiritualità, di servizio ai poveri, di testimonianza e difesa della fede che, in alcune pagine drammatiche della storia, ha richiesto anche un alto tributo di sangue.

Oggi, nel XXI secolo rivestono ancora una forte attualità, facendo giungere la testimonianza cristiana in ambienti altrimenti preclusi alla pastorale ordinaria, suscitando attrazione verso l’ideale evangelico grazie alla feconda tradizione della loro storia, compiendo una silenziosa ma imponente azione di sostegno alle antiche e alle nuove povertà del corpo e dello spirito, riconosciuto persino nelle alte sedi degli organismi delle Nazioni Unite.

Nella Diocesi di Tortona hanno ripreso slancio e vigore da alcuni decenni e sono ben inseriti nella vita ecclesiale, dimostrandosi anche collaboratori generosi in diversi progetti caritativi e culturali della Chie- sa tortonese.

Nell’omelia Mons. Marini ha commentato il passo del vangelo del giorno, in cui l’evangelista Matteo (Mt 16,13-19) riporta il dialogo tra Gesù, Pietro e gli apostoli nel quale chiede chi è Lui secondo la gente e secondo i suoi. La gente immagina che Gesù sia un profeta, «un grande uomo, un Giovanni Battista tornato, mentre Pietro va al centro della fede.

Per lui Gesù è il Messia, il Salvatore, il Figlio di Dio».

«Questo dialogo – ha detto Mons. Marini – ci interpella e ci esorta a verificare la profondità della nostra fede. Tutti noi ripetiamo con Pietro che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio ma poi questo lo esprimiamo davvero con la vita attraverso il modo in cui affrontiamo, ogni giorno, il cammino che ci attende e ogni nostra giornata?». «A Gesù che chiede: “Chi sono io per te?”, noi – ha proseguito – vogliamo rispondere con la fede di Pietro e della Chiesa, e chiediamo la grazia che questa fede diventi sempre più vita e quello che proclamiamo Signore diventi sempre di più colui al quale dare tutto ciò che siamo e tutto ciò che vivia-mo». «La nostra fede – ha aggiunto il vescovo Guido – non può essere mai una fede che riguarda Dio senza Cristo, senza la Chiesa che è la via a Cristo e senza il mondo al quale la Chiesa porta la vita». Al termine, prima della benedizione, ha ringraziato don Maurizio Ceriani, vicario episcopale per i religiosi e i diaconi permanenti, i sacerdoti concelebranti, il diacono Ernesto Stramesi, i cavalieri e le dame che sono intervenuti e che poi ha salutato personalmente.

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