La parola di Dio sulla sua bocca

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Siamo nella gioia perché festeggiamo San Marziano nell’anno del 1900° anniversario del martirio del nostro pastore, fondatore della diocesi. (…)

Lo ricordiamo con gioia, con gratitudine, con stupore e con commozione. (…) Il nostro ricordare non è un semplice fare memoria del passato. Ricordiamo, invece, una realtà che è viva, presente in mezzo a noi, perché Gesù Risorto, che con la potenza del suo Spirito ha inviato qui San Marziano a impiantare la Chiesa e ad annunciare il vangelo della salvezza, è lo stesso Signore Risorto che ha accompagnato questa Chiesa e l’annuncio del vangelo per tutti questi secoli e che oggi ancora è qui presente, vivo, a far risuonare la sua parola, a offrire il suo mistero di salvezza e di vita. (…) Lui è qui, come allora con San Marziano, oggi con noi.

Celebriamo il passato, ma per vivere un presente e un domani. Celebriamo San Marziano per essere con lui, oggi e domani, al servizio di Cristo e del Suo Vangelo.

(…) San Marziano ha ricevuto questo dono: il Signore gli ha messo sulla bocca la Sua parola.

Quale parola? Gesù. Perché intorno al 75 d. C. qui è risuonata la parola Gesù ed è risuonata grazie alla presenza del nostro primo vescovo e pastore, e da allora è continuata a risuonare.

Oggi, ancora, in noi, figli di San Marziano, quella parola risuona. E desideriamo che risuoni sempre, vogliamo essere l’eco di questa parola che è un nome, il nome di un Vivente che è la nostra salvezza, Gesù. Possiamo avere una tentazione: barattare questa parola e questo nome per altro, per altre parole, per valori pur buoni e belli, per realtà positive ma che non sono Lui. Se così facessimo, potrebbe essere più semplice sederci nei salotti del mondo, risultare più popolari e accolti. Ma questo a noi non interessa, perché come ai tempi di San Marziano, e come nella storia gloriosa di questa nostra terra, noi riceviamo da Dio un dono, quello di avere sulle nostre labbra il nome che salva e che dà vita, che dà senso all’esistenza, il nome per il quale vale la pena di vivere e morire: Gesù. Noi oggi chiediamo a San Marziano una grazia: che questo nome continui a risuonare con gioia, con entusiasmo, con fedeltà sulle labbra di questa nostra Chiesa e di ciascuno di noi. Tutte le altre parole buone, belle, importanti verranno da lì, saranno una conseguenza, troveranno il centro e la radice lì, in questo nome che è il nome di Cristo, Risorto e Vivo, Gesù. Questo è il nome che è posto sulle nostre labbra perché lo annunciamo ancora oggi a tutti. (…) Marziano ha pronunciato il nome Gesù, perché lo aveva sulla sua bocca. Ha scritto, con il proprio sangue, su questa nostra terra tortonese, il nome di Gesù perché per lui era «speranza della gloria».

Possa essere così anche per noi, possa essere anche per noi Cristo pienezza in questa vita, ma anche speranza di una pienezza ancora più grande, nella vita altra, là dove il Signore ci attende.

+ Mons. Guido Marini

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