La Pernigotti è stata (forse) venduta agli americani

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Firmato un accordo preliminare con la “Lynstone”. Le parti sociali però rimangono scettiche

NOVI LIGURE – Cessione delle quote azionarie entro il 10 agosto e chiusura definitiva delle trattative entro il 30 settembre. Questo il percorso che dovrebbe portare alla vendita della “Pernigotti”, attualmente in mano ai fratelli Toksoz, alla “Lynstone”, società di proprietà del colosso americano “Jp Morgan”, che ha già inglobato la “Walcor” di Cremona, con il quale la realtà dolciaria novese era già stata in trattativa un anno fa. Il tutto con tanto di contratto preliminare tra le parti già firmato.

Una strada ribadita ancora la scorsa settimana nel corso della videoconferenza tra Ministero del Lavoro, proprietà e sindacati. Il condizionale, però, è d’obbligo. Le parti sociali rimangono scettiche.

«Ogni volta che si pensa di aver toccato il fondo, si inizia nuovamente a scavare. – sottolinea Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila Uil – Rispetto alla trattativa, non so quanto si stia andando effettivamente avanti. Loro dicono di aver sottoscritto un accordo preliminare non vincolante. Un ulteriore approfondimento sarà fatto prima del 10 agosto, ma a mio avviso mancano ancora molti pezzi».

Una riunione, quella dei giorni scorsi, durante la quale si è parlato anche della possibilità di prolungare di un ulteriore anno la cassa integrazione ormai scaduta lo scorso 30 giugno, con i 56 dipendenti che da inizio luglio sono in ferie forzate a carico dell’azienda.

Da Roma non è però ancora arrivato l’esito della relazione degli ispettori inviati più volte in fabbrica nelle scorse settimane.

Le probabilità di far ripartire gli ammortizzatori al momento sono molto ridotte. I turchi continuano intanto a fare orecchie da mercante sul piano industriale, che ancora una volta non è stato presentato.

Dal Ministero del Lavoro si sono detti «basiti e stupiti» per come il tempo intercorso tra l’incontro pre- cedente, datato 11 luglio, e quello della settimana passata non sia stato sfruttato per realizzarlo.

«È stata fissata una nuova videoconferenza il 2 agosto, ma dubito che per allora venga presentato il piano. – prosegue Crocco – Luca Annibaletti, coordinatore della Struttura per le crisi d’impresa, ha portato l’esempio di un’azienda simile, altrettanto in difficoltà, che aveva fatto richiesta di iscriversi al registro dei marchi storici per avvalersi degli investimenti di “Invitalia”, l’agenzia nazionale per l’at- trazione di investimenti e sviluppo d’impresa. Una pratica banale che loro non hanno intenzione di fare, perché se chiedessero soldi a “Invitalia” allora dovrebbero cedere quote diventando così più facilmente controllabili». La “Pernigotti” ha inoltre rinnovato l’accordo con “Walcor” per la campagna natalizia 2022, seppur con numeri molto risicati.

«Una produzione che lo scorso anno ha portato 10 giorni di lavoro per 6 persone, mentre prima garantiva 3 mesi. – conclude Crocco – Il comportamento dei Toksoz rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti nostri, dei lavoratori e del Ministero che si sta occupando di molte altre vertenze in tutta Italia».

Luca Lovelli

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