La “Rete di Trieste” entra nel vivo e affida i “compiti” agli amministratori

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Il bilancio dell’assessore Gian Filippo Casanova dopo il convegno del 14 e 15 febbraio a Roma

NOVI LIGURE – Sono stati oltre 400 i sindaci, gli amministratori regionali, provinciali e comunali “cattolici” che si sono ritrovati a Roma il 14 e 15 febbraio per dare vita alla “Costituente della Rete degli amministratori locali cattolici”, nata informalmente nel luglio scorso e sinora chiamata “Rete di Trieste”. Dopo i saluti di Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Azione Cattolica italiana, è seguita l’introduzione di Elena Granata, vicepresidente del comitato organizzatore della “Settimana sociale” di Trieste. Poi i vari interventi, i dibattiti e i gruppi di lavoro in un susseguirsi di proposte e di iniziative dei quali è stato diretto testimone l’assessore novese Gian Filippo Casanova. Con lui era presente anche il consigliere comunale tortonese Gianfranco Agosti, capogruppo del Pd. «La sera di venerdì, ho partecipato al momento molto importante dei lavori di gruppo. Si sono formati 23 gruppi che, utilizzando lo stile di ascolto e riflessione sperimentato durante i lavori del Sinodo della Chiesa italiana, hanno selezionato tre priorità all’interno di quattordici aree tematiche emerse da consultazioni precedenti il convegno. Il risultato finale, quello che Francesco Russo, punto di riferimento nazionale della “Rete di Trieste”, ha definito i “compiti a casa”, è stato una graduatoria di argomenti sui quali si lavorerà a distanza per arrivare a una piattaforma di proposte condivise e trasversali, da presentare contemporaneamente in almeno cento città italiane». Da notare che i temi, alla fine degli incontri, da tre sono passati a cinque e sono: Giovani e Community: dalla solitudine alla condivisione; Azioni per un welfare inclusivo; Cittadinanza attiva attraverso i Patti di collaborazione; Lo spopolamento dei piccoli centri: un problema nazionale; Formazione dei cittadini alla partecipazione nella coprogettazione e controllo dei servizi sanitari territoriali. Con queste premesse partirà una mobilitazione che punterà a raggiungere 100 città, attraverso l’elaborazione di proposte concrete e condivise da portare nei Consigli comunali, regionali o provinciali con stile bipartisan. «A livello personale, – ha detto Casanova – queste sono occasioni per tornare a dirsi che “ne vale la pena”, malgrado le difficoltà che a volte sembrano sovrastarci, mentre, sul piano locale, vedo possibili e immediatamente attivabili contatti e collegamenti, fino ad arrivare a iniziative comuni, con consiglieri regionali, provinciali e di altri comuni. In secondo luogo, credo sia necessaria una crescita di attenzione da parte della Chiesa locale per la quale proverò a dare qualche stimolo». Per quanto riguarda l’introduzione in tempi brevi di qualche elemento nuovo in consiglio comunale, Casanova ha dichiarato:«Per la vita politica cittadina, vorrei vedere qualche sforzo almeno di “metodo” nella linea dell’intelligenza relazionale, che noi chiameremmo “fraternità”, anche se questo termine può non piacere a tutti. Gentilezza, rispetto, lealtà… sono valori che davvero non possono mancare nelle aule di un consiglio comunale!».

Vittorio Daghino

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