«La scuola è un luogo sacro. Gli studenti non vanno isolati»
Suor Anna Monia Alfieri del Consiglio Nazionale Scuola della Cei
Dopo la diffusione dei contagi in molti istituti scolastici del territorio è tornata la didattica a distanza (DAD), con i docenti a scuola, in aule vuote, e gli studenti a casa.
In questa realtà confusa e complicata si è levata forte la voce di suor Anna Monia Alfieri (nella foto), che dal 2012 al 2018 è stata presidente regionale della Lombardia della Federazione Istituti di Attività Educativa (FIDAE), che unisce tutte le scuole cattoliche italiane e dal 2016 fa parte della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della Cei. La religiosa delle Marcelline è intervenuta, nei giorni scorsi, in difesa di tutti gli studenti che si vedono precluso il diritto di apprendere, con il rischio di diventare, in alcune regioni italiane, facile preda della mafia e della camorra. Ha espresso solidarietà «ai ragazzi disabili, spesso lasciati soli e ignorati da tutti, ai genitori che sono sempre più spaventati e soli, ai docenti e ai dirigenti scolastici delle scuole statali e delle scuole paritarie che hanno compiuto enormi sacrifici per far ripartire la scuola, nonostante le Linee guida confuse che sono pervenute da Roma». In un suo contributo, che si può leggere integralmente sul sito “ildirittodiapprendere.it”, dichiara: «Si ha la chiara percezione che si vuole contrapporre due luoghi simbolo di ogni società che sono l’ospedale e la scuola. Due luoghi sacri. Sì, sacri, come le chiese, perché entrambi hanno a che fare con la vita delle persone, con il loro corpo e la loro mente. Essi non vanno contrapposti. Devono essere solo tutelati».
La chiusura delle scuole e l’attivazione della DAD, secondo i dati raccolti da suor Anna, comportano l’aumento del numero dei ragazzi che non studiano e non lavorano e implicano l’isolamento dei 285 mila studenti disabili che non potranno apprendere con un costo sociale senza precedenti, provocando anche la crescita dell’analfabetismo e l’impoverimento culturale. «Non si può credere che sia sufficiente chiudere le scuole, – scrive la suora – aspettare che la curva dei contagi decresca e poi riaprirle come se nulla fosse successo. Da marzo a ottobre si dovevano trovare delle soluzioni e alcune erano state proposte».
Una era quella di investire sulla scuola paritaria che avrebbe potuto supportare la scuola statale: «Sono fondamentali accordi fra pubblico e privato, fra scuole pubbliche statali e pubbliche paritarie, fra mezzi di trasporto pubblici e privati».
La scuola non deve essere un privilegio per chi è ricco e per chi abita in certe regioni e non in altre. Suor Anna Monia auspica che si possa realizzare un tavolo di concertazione «per salvaguardare il diritto allo studio di tutti».
Daniela Catalano