La vita e le opere di Jorge Bergoglio

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Un Pontefice venuto dall’Argentina: dalla «fine del mondo»

DI LUCA ROLANDI

Jorge Maria Bergoglio si è spento a Roma a 88 anni. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, era stato eletto al soglio pontificio il 13 marzo 2013, diventando così il primo Papa della storia proveniente dalle Americhe.

«Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo» – disse affacciandosi per la prima volta dalla finestra di piazza San Pietro. E le sue origini dall’«altro mondo» Bergoglio le ha sempre rivendicate nel suo magistero, segnato sul piano politico soprattutto dalla predicazione in favore degli ultimi, a partire dai migranti.

Esemplare di tale priorità fu il suo primo viaggio fuori da Roma: a Lampedusa a luglio 2013 Francesco lanciò in mare una ghirlanda di fiori bianchi e gialli di fronte alla “Porta d’Europa”, quel continente rimasto solo nei sogni di migliaia di migranti morti tentando di attraversare il Mediterraneo. Ma lottare per gli ultimi, nella sua visione, ha significato anche chiedere un impegno corale della comunità internazionale per tutelare l’ambiente, dunque il creato, come teorizzato nell’enciclica Laudato si’, promulgata nel 2015.

L’altra sua enciclica forse più caratterizzante, Fratelli tutti (2020), ha invece posto le basi della sua aspirazione a una vera «fratellanza umana» al di là delle appartenenze culturali e religiose. Battaglia anche questa quanto mai controcorrente in un mondo di nuovo squassato dalle guerre durante il suo Pontificato, dalla Siria all’Ucraina, da Israele e Gaza all’Africa. Pur arrivando «dall’altro mondo», Bergoglio in realtà aveva nel suo Dna anche radici europee. Italiane, come per milioni di suoi concittadini. Il padre Mario, funzionario delle ferrovie originario dell’Astigiano, era salpato nel 1928 da Genova alla volta dell’Argentina in cerca di fortuna, mentre la famiglia della madre, Regina Maria Sivori, era ligure. Jorge Maria fu il primo di cinque figli della coppia formatasi a Buenos Aires.

Dopo aver conseguito il diploma di perito chimico e aver svolto alcune esperienze lavorative, il giovane Bergoglio seguì la vocazione spirituale entrando in seminario all’età di 21 anni: svolse il noviziato con i gesuiti tra l’Argentina e il Cile, ricevendo l’ordinazione presbiterale nel 1969. Insegnò per diversi anni in collegi e università, sino a diventare rettore della Facoltà di teologia e filosofia di San Miguel. Nel 1986 fu nominato direttore spirituale della chiesa della Compagnia di Gesù a Cordoba. Nel 1992 tornò nella capitale, nominato da Giovanni Paolo II vescovo ausiliare. Il 28 febbraio 1998, alla morte del cardinale Antonio Quarracino, divenne arcivescovo di Buenos Aires. Tre anni dopo Papa Wojtyla lo creò cardinale. Come tale entrò a far parte negli anni seguenti di una serie di importanti dicasteri della Curia romana, come il Pontificio Consiglio per la famiglia, la Congregazione per il clero e quella per il culto e i sacramenti. Considerato “papabile” già dopo la morte di Giovanni Paolo II, nel 2005, Bergoglio sarebbe salito invece al soglio pontificio otto anni più tardi, dopo la scelta del predecessore Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) di abdicare. È diventato così anche il primo Papa della storia di tradizione gesuita, l’ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534.

L’inedita condizione di “secondo Papa”, accanto a uno emerito ancora in vita per quasi dieci anni – seppur defilato nel buen retiro di Castel Gandolfo – non ha impedito a Bergoglio di imprimere la sua linea anche sul piano dottrinale. Sui temi della vita, Papa Francesco è rimasto attestato sulle tradizionali posizioni della Chiesa: ripudio dell’aborto, definito a più riprese e senza mezzi termini «omicidio», così come dell’eutanasia, rubricata anch’essa a sintomo di una pericolosa «cultura della morte», difesa a spada tratta della famiglia (tradizionale) come nucleo fondante della vita e della società. Al contempo però Bergoglio ha lanciato negli anni significativi segnali di “comprensione” dell’omosessualità: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?» – si chiese già pochi mesi dopo l’elezione. E ha aperto alle donne all’interno della Chiesa, sino a dichiarare nel 2022 di voler nominare due donne nel dicastero della Curia incaricato di selezionare i nuovi vescovi.

Per quest’agenda riformista, che fa il paio con quella progressista sul piano politico ricordata sopra, Bergoglio ha da sempre dovuto fare i conti con una tenace fronda conservatrice all’interno della Chiesa, presente sia nella Curia romana sia altrove (Usa in primis), che a più riprese ha tentato di attaccarlo e screditarlo. Francesco si è trovato poi a dover gestire anche alcuni dei casi più spinosi e imbarazzanti per la Chiesa. Primo fra tutti è certamente la piaga interna della pedofilia e degli abusi su minori.

Nel 2014 chiese pubblicamente perdono per il male inferto da «alcuni sacerdoti» attraverso gli abusi sessuali compiuti su bambini, quindi istituì la Pontificia commissione per la tutela dei minori. A livello pratico, ha fatto seguito a tali passi la riforma delle procedure interne alla Chiesa in caso di presunti abusi varata nel 2019.

Francesco già pochi mesi dopo la sua nomina istituì anche un’apposita Pontificia commissione referente sulla banca vaticana, lo Ior. E nel 2020 ha reagito duramente allo scandalo finanziario che ha visto coinvolto il cardinale Giovanni Angelo Becciu, sollevandolo dall’incarico di prefetto della congregazione dei Santi e da ogni diritto legato al cardinalato. Al giovane Bergoglio fu asportata all’età di 21 anni la parte superiore del polmone destro a seguito di una grave polmonite: condizione questa con cui ha tuttavia sempre convissuto senza problemi. In tarda età il Papa ha però dovuto iniziare a fare i conti con vari acciacchi e guai di salute. A luglio 2021 ha dovuto sottoporsi al menzionato intervento per l’asportazione di una parte del colon. Poi ad infastidirlo sono stati anche alcuni problemi a un ginocchio, derivanti da una frattura ai legamenti. A causa di ciò dal 2022, dopo essersi appoggiato sempre più di frequente al bastone, ha dovuto accettare di muoversi prevalentemente in carrozzina. A partire dal 2023 Bergoglio è stato in cura a più riprese, sempre al “Gemelli” di Roma, per forme di bronchite, e in un’occasione anche per un intervento di laparotomia. Più volte negli ultimi mesi era stato costretto a rinunciare a incontri e omelie in programma per ragioni legate alla salute. Acciacchi della terza età su cui Bergoglio ha sempre volentieri scherzato, sdrammatizzando le sue condizioni e negando di voler abdicare come fatto dal suo predecessore – a meno di non rendersi conto un giorno di non essere più in grado di guidare adeguatamente la Chiesa. Impegno cui Bergoglio ha tenuto fede sino all’ultimo giorno. Sino a domenica quando è morto alle 7.35 di mattina per un ictus e un’emorragia cerebrale.

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