«La vittoria delle vittorie è Gesù che ha vinto la morte»
Le celebrazioni presiedute da Mons. Guido Marini dal Giovedì Santo a Pasqua
TORTONA – Nel pomeriggio del Giovedì Santo il vescovo ha celebrato la Messa nella Cena del Signore, nella quale è stata fatta memoria dell’istituzione dell’Eucaristia. Con lui hanno concelebrato don Paolo Padrini, don Paolo Verri, don Matteo Fiorani e i padri cappuccini. Nell’omelia Mons. Marini ha sottolineato come il gesto di Gesù che si alza da tavola, si cinge i fianchi con un asciugamano si china e lava i piedi ai suoi discepoli si unisce alle parole di Giovanni che dice “Amò i suoi sino alla fine” cioè fino al dono della vita, fino a versare il sangue per loro. «Nella misura in cui sappiamo mettere insieme questo amore e il gesto di Gesù – ha detto – entriamo nella profondità di ciò che stiamo vivendo. In quel gesto e in quella parola c’è l’istituzione dell’Eucaristia ovvero “l’amore degli amori” come lo definisce san Bernardo. È il Signore stesso, risorto che si dona a noi, per la nostra salvezza, nel suo corpo e nel suo sangue». Al termine è seguita la lavanda dei piedi a 12 ragazzi e giovani che appartengono alla Comunità pastorale “San Marziano”. Dopo la Comunione, poi, il celebrante ha portato il Santissimo Sacramento all’altare della Reposizione dove è rimasto per l’adorazione silenziosa serale. La liturgia è stata animata dai canti della Corale della Cattedrale diretta da Daniela Menditto e della Cappella Musicale diretta da Enrico Vercesi. Il Venerdì Santo, giorno di preghiera e di digiuno, si è aperto alle ore 8 con la recita dell’Ufficio delle Letture ed è proseguito, alle ore 18, con l’azione liturgica della Passione durante la quale il vescovo si è prostrato in adorazione silenziosa davanti all’altare, prima dell’accoglienza della croce, che è stata adorata da tutti i fedeli presenti. Alle ore 21, sempre in cattedrale, i giovani del cammino propedeutico hanno animato la Via Crucis presieduta da Mons. Marini, che ha ripercorso il cammino di Gesù verso la morte. Il triduo si è concluso con la solenne Veglia del Sabato Santo, iniziata alle ore 21 con la benedizione del fuoco e del cero pasquale, decorato a mano da Lella Zanini. La liturgia della Parola, il canto del Gloria, e l’annuncio della risurrezione cantato da don Paolo Padrini, hanno preceduto la proclamazione del vangelo, seguita dall’omelia. Mons. Marini, rivolgendosi ai presenti ha manifestato la gioia perché Gesù è risorto e «vuole che lo accogliamo nella nostra vita e nel nostro cuore». Cristo, il vivente, è «la bellezza che salva tutto, che salva tutti con il suo amore infinito». Nella notte di Pasqua diventa ancora più evidente che «Egli è la vita, la verità, la via, l’amore, l’acqua viva che disseta, la pace, la provvidenza, la gioia che ci strappa da ogni tristezza, è la giustizia, è la speranza che ci toglie ogni paura e illumina l’orizzonte, è il principio e la fine, cioè è tutto». Dopo la benedizione dell’acqua lustrale 6 catecumeni, accompagnati dai loro padrini e madrine, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. La mattina di Pasqua, Mons. Marini ha celebrato in cattedrale la S. Messa stazionale alle ore 10.30, alla quale erano presenti anche autorità civili e militari. Nell’omelia ha richiamato l’attenzione sulla Sequenza pasquale, un “testo splendido” che rimanda al mattino della risurrezione e a quello che ha visto Maria, cioè la tomba vuota che è “la vera Pasqua”. «La vittoria delle vittorie è Cristo che ha vinto la morte, il male e il peccato. –ha detto il vescovo –Lui è risorto e vivo e qui c’è tutto». «Pasqua è la vittoria di Gesù Cristo risorto da morte, ma la sua vittoria è anche la nostra». Prima della benedizione finale, Mons. Marini ha ringraziato i parroci don Claudio Baldi e don Paolo Padrini, i ministranti, i diaconi, la Corale, la Cappella musicale, i direttori Enrico Vercesi e Daniela Menditto, Daniele Sozzani Desperati e Luca Sturla che hanno suonato, il Collegium Marcianum e tutti i fedeli che hanno partecipato con fede alle celebrazioni pasquali.