L’altra donna del re
di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti
È questo il titolo di un film del 2008, tratto dall’omonimo romanzo di Philippa Gregory, nel quale si rappresenta la vicenda di Anna Bolena che, da semplice fanciulla di campagna, diventa prima l’amante del re Enrico VIII e infine regina d’Inghilterra. È evidente che i reali inglesi abbiano perpetrato nei secoli, abbandonando fortunatamente le smanie sanguinarie del barbuto e pingue predecessore, lo schema re/amante/regina: Camilla Shand, coniugata in prime nozze Parker Bowls, è stata dal 1971 al 2005 l’altra donna del principe ereditario Carlo. Dal 6 maggio sono diventati re Carlo III e regina consorte Camilla, con buona pace di tutti coloro che hanno inondato i social di fotografie della compianta principessa Diana, sul cui capo, grazie a Photoshop, è stata posta la regale corona, a significare che per molti la vera sovrana resta lei e non l’invisa rivale, a tutt’oggi da costoro ritenuta responsabile della tragica e prematura fine della “principessa del popolo”.
Non abbiamo seguito tutto il farraginoso cerimoniale dell’incoronazione (vivaddio che Carlo abbia optato per introdurne una semplificazione!) ma gli stralci che abbiamo visto e di cui abbiamo letto ci hanno, come di consueto, trovato su posizioni diverse: «Non si possono vedere ’sti due vecchi incoronati! Guarda lui: con il globo reale e lo scettro sembra una mummia. Non poteva farsi da parte e lasciare il trono a William? Se Carlo ha ereditato la tigna della madre, ce lo ritroveremo re fino a 100 anni. E il Rottweiler diventata regina? Avrebbe dovuto dimostrare un po’ di pudore ed ecclissarsi, dopo che ha diviso una famiglia e rovinato la vita a Diana!» «Io sono sempre dalla parte dei giovani, quindi concordo che abdicare a favore di William sarebbe stata la mossa giusta e mi stupisco che, se Carlo è così perspicace come molti lo dipingono, non abbia compreso che in questo modo avrebbe svecchiato la monarchia e si sarebbe accaparrato anche le simpatie di coloro che ritengono che sia un’obsoleta istituzione. Non mi piace, invece, tutto questo livore verso Camilla: se lei e Carlo sono insieme da più di 50 anni, è evidente che fosse vero amore. Diana è stata vittima di una logica dinastica alla quale Carlo non ha avuto il coraggio di opporsi, ma credo che, al di là della compassione per chi è morto in giovane età, alla fine tutti e tre fossero profondamente infelici. In questo caso il problema non è stato il divorzio tra Carlo e Diana, quanto il loro matrimonio, che non avrebbe mai dovuto essere celebrato, perché lui amava un’altra donna. Mi è piaciuta molto questa frase che ho letto: “Diana cercava la favola e ha trovato la tragedia”, ma questa non si può imputare solo a Camilla: è sempre stata lei la “donna del re”. Per sua sfortuna Diana, nonostante fosse la legittima consorte, è stata “l’altra”, perché non è mai stata da lui amata.»
silviamalaspina@libero.it