L’amore fraterno è capace di guarire
La visita di Mons. Marini all’ospedale di Voghera e l’incontro con i pazienti e il personale medico
VOGHERA – «L’ospedale è un luogo in cui vive l’amore fraterno, in ogni sua caratteristica e con singolare profondità». Queste le parole di Mons. Guido Marini che venerdì 3 febbraio si è recato nel nosocomio vogherese per celebrare la S. Messa in occasione della festa di San Biagio. Dopo la pandemia, è stata così ripresa la bella tradizione precedente che prevedeva la realizzazione di un momento di preghiera proprio nel giorno in cui la Chiesa prega il martire dal quale si invoca la protezione contro il mal di gola.
La vicedirettrice del Presidio Medico Oltrepò, la dottoressa Ilaria Tavani e il cappellano, l’orionino don Luciano Ragazzo, hanno accolto il vescovo e poi lo hanno accompagnato nel Reparto di Medicina interna, dove, insieme al dirigente medico, il dottor Giulio Del Buono, e al personale sanitario, ha salutato i degenti.
La S. Messa è stata celebrata nella cappella dell’Ospedale alla presenza di numerosi medici, dirigenti tra cui il dottor Fabio Milanesi, direttore dell’Unità di Nefrologia e Dialisi, infermieri, volontari, personale sanitario, militi della Croce Rossa, pazienti e familiari. Hanno concelebrato don Ragazzo, don Pietro Sacchi, parroco di San Pietro e padre Antonio Bongallino parroco di S. Maria della Salute. Ha animato la liturgia il Coro del Santuario della Madonna delle Grazie di Voghera, che è sta- to accompagnato dal francescano padre Cristoforo Paszkiewicz, assistente ecclesiastico del Centro Volontari della Sofferenza.
Dopo la lettura del Vangelo da parte del diacono Nicola Radicci, il vescovo nella sua omelia ha sottolineato che la “vocazione” dell’ospedale è quella di essere «un luogo nel quale l’ammalato, il sofferente, l’anziano, a volte l’uomo e la donna che hanno perso speranza» trovano l’amore fraterno, che «tra le varie medicine e i ritrovati della scienza medica, anche i più grandi, è ciò che davvero è capace di guarire e salvare una vita, tutte le vite». Ha poi citato un episodio della vita di santa Teresa di Calcutta per ribadire che in ospedale si dovrebbe fare esperienza dell’incontro con «l’amore che guarisce, che dona speranza, che dà un qualcosa di nuovo al cuore di chi è malato». Prima di terminare il momento di preghiera, il cappellano, don Ragazzo, ha rivolto parole di ringraziamento al vescovo, ai medici, al personale sanitario, ai volontari e a quanti ogni giorno sono accanto ai malati nelle corsie. Mons. Marini ha poi ringraziato don Michele Chiapuzzi per la sua presenza, ricordando il suo nuovo incarico alla guida della Pastorale della Salute diocesana, a servizio non solo di quanti soffro- no, ma anche dei sani.
È seguita la tradizionale benedizione della gola dei fedeli con le candele consacrate il giorno prima, festa della Candelora.
Conclusa la celebrazione, il vescovo si è recato nella vicina sede della Croce Rossa, dove durante una breve cerimonia, ha benedetto due nuove ambulanze entrate a far parte della flotta di Voghera e Varzi e ha salutato i volontari del soccorso presenti.