Le difficoltà del cono
di Patrizia Ferrando
Alla fine di un pranzo o seduti in giardino la settimana scorsa abbiamo ipoteticamente gustato coppe più o meno spettacolari di gelato. Ma tutti sappiamo che sono solo pochi passi verso quel qualcosa che ci sussurra estate fin da quando eravamo bambini: ognuno ha i suoi gusti preferiti e camminare assaporando un gelato sprigiona atmosfera di vacanza. È possibile farlo in maniera bon ton? Probabilmente no, almeno a interpretare alla lettera i pareri di molti esperti, ma in una situazione esempio di relax, forse meglio sfoderare ironia e buonsenso. Insomma, riderci anche su.
Partiamo da un’ovvietà: la coppetta non presenta, nemmeno ai più maldestri, grandi ostacoli, è il cono quello difficile da affrontare senza pasticci e goffaggini. Parla per esperienza una ex ragazzina disastrosa, una che aprì il finestrino dell’auto… dimentica del gelato, che le finì addosso, a coprirla di crema, di nocciola e di ridicolo.
Mangiare un gelato in coppetta è molto più semplice, basta tener presente che entrambe le mani andranno occupate nell’operazione, quindi è importante limitare i movimenti, in tipo e ampiezza, e accingersi a ordinare con due mani libere.
Il cono grida, però, la sua prelazione: bando a ulteriori indugi, evitando galatei d’astrazione, perché in questo caso una piccola macchia non fu mai dramma e si condona qualche transitoria perdita della compostezza assoluta.
Mangiando il cono è consigliabile tenere il gelato a una certa distanza per evitare che ci coli sugli abiti e stringerlo con una certa delicatezza affinché non si spezzi in una slavina di cialda e guai.
Per il formalismo è consigliabile chiedere un cucchiaino e comportarsi come sbocconcellando un dessert.
La regola sarebbe proprio questa: il cono gelato “non va leccato”, “nemmeno addentato” per non perdere di stile, inoltre mangiare il gelato con il cucchiaino potrebbe aiutare a evitare il sopravvenire di un mal di testa da freddo.
Ma leccare il gelato fa parte del gioco! …e del gusto di assaporare estate e vacanze.
Facciamolo allora con discrezione: senza rumori e senza mostrare al mondo la nostra predisposizione a fare smorfie.
Evitabili nel modo più assoluto ritmi da competizione, ammiccamenti più o meno finalizzati ai selfie e atteggiamenti pseudo sexy, ça va sans dire.
Ricordate che cosa vi dicevano da piccoli? Si lecca dal basso verso l’alto, facendo ruotare la mano di 360 gradi in senso anti-orario.
Quando si arriva al cono, ovviamente, lo si morde, come fosse un biscotto.
Non è consentito – orrore – tuffare la lingua come se vi credeste un formichiere, per raccattare l’ultimo millilitro di gelato senza intaccare la cialda.
patrizia.marta.ferrando@gmail.com