Lezioni americane
Di Ennio Chiodi
Il risultato delle elezioni presidenziali negli USA risulta un po’ più equilibrato di quanto apparisse nei primi momenti, ma la vittoria di Donald Trump è schiacciante sotto tutti gli aspetti. I voti degli Stati gli consegnano la Casa Bianca; il voto popolare lo premia con almeno 3 punti di vantaggio su Kamala Harris; il Partito Repubblicano si impone al Senato e alla Camera. Progressisti, liberal e democratici – la “Sinistra” di quel grande Paese – escono delusi. Le campagne sui diritti civili, sulla tutela delle minoranze, sul salario minimo, l’appoggio delle star del cinema e della musica, hanno pesato meno della narrazione di Trump, più mirata ai problemi di tutti i giorni: inflazione, paura e insicurezza, controllo dell’immigrazione clandestina, rilancio dell’economia di famiglie e imprese, difesa del ceto medio. Il costo dell’hamburger nel fast-food ha la meglio sul “woke”, il politicamente corretto, che polarizza l’attenzione sulle questioni di orientamento sessuale o di identità di genere, etniche o di disabilità. Anche le donne – bianche e laureate soprattutto – hanno votato Trump: il tema della libertà di scelta sull’aborto, sostenuta fortemente dai democratici, è stato da lui prontamente disinnescato: non sarà compito mio, decideranno gli Stati nella loro autonomia. I diritti di tutti – sia chiaro – sono fondamentali, ma è bene non privilegiare quelli di pochi rispetto a quelli di molti. In Italia, a giudicare dai commenti di questi giorni, dagli editoriali, dai “dibattiti” che si svolgono nei consueti salotti televisivi, non sembra che a Sinistra (perché di “Centro Sinistra” non è più il caso di parlare) la lezione americana sia stata finora recepita. Predominano toni snobistici, analisi calate dall’alto, considerazioni sprezzanti e visioni ideologiche, proprie di chi sembra aver perso il contatto con la realtà più profonda del Paese. Si demonizza l’avversario politico con gli elettori che lo sostengono: sono loro, gli elettori, che sbagliano e non si capisce bene perché continuino a farlo. Chi non si ritiene rappresentato da queste posizioni spesso elitarie e arroganti non trova casa e, prima o poi, la cerca a Destra, nonostante i limiti di un populismo sterile e volgare e posizioni ambigue e preoccupanti. Da Sinistra non si vede il Centro: si ritiene che non esista proprio. Il ceto medio non merita attenzione, ma tante tasse e poco ruolo. È trascurato anche dalla Destra, per la verità ma almeno, da quelle parti, qualche promessa gliela fanno. Infine, per alcuni il mondo cattolico rappresenterebbe valori che poco hanno a che fare con una visione unilaterale del progresso e dei diritti. Intere categorie lasciate alla deriva politica. Sarà utile a tutti di questi tempi– ripassare la lezione americana.
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