L’Italia nelle mani di Giorgia Meloni

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Tutti i risultati nel territorio della diocesi. Il Centrodestra ha vinto le elezioni con percentuali che non lasciano dubbi. I candidati di casa nostra che vanno a Roma sono Riccardo Molinari, Federico Fornaro, Enzo Amich, Gian Marco Centinaio, Alessandro Cattaneo, Paola Chiesa e quasi sicuramente Giulio Tremonti

di Marco Rezzani

Domenica 25 settembre 51 milioni di italiani sono stati chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento in una tornata elettorale attesa dopo le ben note vicende che hanno portato alla caduta dell’esecutivo guidato da Mario Draghi e giunta al termine di una campagna elettorale accesa e inusualmente celebrata per gran parte nel periodo estivo.

Si sono recati alle urne 6 italiani su 10, il 63,9% degli aventi diritto al voto, a sancire un’affluenza in calo di circa 10 punti percentuale rispetto alle Politiche del 2018. Quest’anno per la prima volta hanno votato per il Senato anche i diciottenni. Il nuovo Parlamento vedrà 400 deputati alla Camera e 200 al Senato, rispettivamente 230 e 115 in meno rispetto al passato.

Le urne hanno premiato Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che si è attestato oltre il 26% sia alla Camera sia al Senato. In generale la coalizione di Centrodestra mette in cascina oltre il 44% delle preferenze, risultato che le permetterà di avere un’ampia maggioranza in entrambi i rami del Parlamento (gli ultimi dati parlano di 235 seggi al Centrodestra e 80 al Centrosinistra alla camera e 112 seggi al Centrodestra e 39 al Centrosinistra al Senato). La Lega di Matteo Salvini si colloca a notevole distanza dalla formazione della Meloni con l’8,9%, così come Forza Italia di Silvio Berlusconi (che torna a sedere in Senato eletto nel collegio di Monza) anch’essa poco sopra all’8,3%.

Il Movimento 5 Stelle a guida Giuseppe Conte ottiene un risultato positivo e si qualifica come terzo partito del Paese al 15,6%, grazie soprattutto all’elettorato del Sud Italia.

Dalle parti del Centrosinistra il Partito Democratico di Enrico Letta (che ha annunciato di lasciare la segreteria) non raggiunge la soglia del 20%, mentre il duo Calenda-Renzi e il loro Terzo polo non sfondano e si attestano al 7,7%.

Per quanto riguarda le altre formazioni, i Verdi-Sinistra italiana si pongono al 3,6%, +Europa di Emma Bonino al 2,9%, Italexit all’1,9%, Unione popolare all’1,4%, Noi moderati allo 0,9% e Impegno Civico di Luigi Di Maio, che non riesce ad essere rieletto in parlamento, allo 0,6%.

A livello di coalizioni, il Centrodestra è al 44%, il Centrosinistra al 26%.

Il voto in provincia di Alessandria e gli eletti

Nella parte alessandrina della diocesi i risultati elettorali sono in linea con i dati nazionali, con alcuni distinguo.

A Tortona si nota uno sfondamento ancora maggiore del Centrodestra, nelle proporzioni superiore alla media nazionale. Alla Camera il primo partito è Fratelli d’Italia, arrivando al 30,2%; il secondo partito è il PD, con quasi metà dei voti di Fdi, al 16,3%; regge in qualche modo la Lega, pur perdendo molto ma attestandosi ben sopra le due cifre, con il 13,7%, mentre Forza Italia è in linea coi dati nazionali all’8,7%. Seguono Azione all’8,9%, M5s all’8,6%, +Europa al 2,82% e Verdi/Sinistra a 2,21%. Il Centrodestra quindi va ben oltre il 55%, il Centrosinistra in coalizione si ferma al 21,5%. Voto simile per il Senato: FdI 31,2%, Pd 16,7%, Lega 13%, FI 9,3%, Azione 9,2%, M5S 8,5%, +Europa 2,9%, Verdi/Sinistra 2,3%.

Anche negli altri comuni del Tortonese si registra una netta affermazione del Centrodestra, superando persino il 60% ad Alluvioni Piovera, Castelnuovo Scrivia, Fabbrica Curone, Garbagna, Isola Sant’Antonio, Monleale, Sale, Viguzzolo.

Anche a Novi Ligure il partito della Meloni si conferma al primo posto nel gradimento degli elettori con il 23,96% dei consensi, seguito dalla Lega 11,68% e Forza Italia al 9,04%. La coalizione di Centrodestra ha quindi superato il 45%. Il Centrosinistra è al 30% con il Pd al 22,94%, +Europa e Verdi/Sinistra al 6% insieme, M5S all’11,70% e Azione/Italia Viva al 7,29%.

Il capogruppo della Lega alla Camera nell’ultima legislatura, Riccardo Molinari, viene riconfermato doppiando 52 a 25 l’avversario Federico Bodo del Centrosinistra. Eletti anche Federico Fornaro (Pd-Articolo Uno) che correva nel collegio piemontese di Vercelli, Biella, Novara e Vco, ed Enzo Amich, di Fratelli d’Italia, candidato invece in provincia. Per Forza Italia, Paolo Zangrillo è eletto all’uninominale per il Senato, anche se non originario della zona.

Il voto in provincia di Pavia e gli eletti

Nella porzione pavese della diocesi il quadro dei risultati non differisce di molto dal resto della nazione. L’affluenza è stata del 67,36%. Tra i comuni in cui si è votato di più Montescano (76,53%) seguito da Fortunago, Calvignano e Volpara (tutti sopra il 70%). Bastida Pancarana ha il dato più basso della provincia: 40,84%.

Anche in provincia di Pavia Fratelli d’Italia è il primo partito con il 30,36%, seguito dal Partito Democratico al 17,70%, Lega al 13,54%, Forza Italia al 9,5%, Terzo polo 8,2% e Movimento 5 Stelle al 7,7%. A Voghera, la coalizione di Centrodestra ottiene il 52,15% dei consensi (Fratelli d’Italia 27,54%, Lega 13,33%, Forza Italia 9,91, Noi Moderati 1,37%), mentre quella di Centrosinistra si colloca al 23,92% (Partito democratico 18,04%, +Europa 3,04%, Alleanza Verdi/Sinistra 2,43%, Impegno Civico 0,41%). Il terzo Polo di Renzi e Calenda si attesta al 9,85% e il Movimento 5 Stelle l’8,22%.

Il leghista Gian Marco Centinaio, il candidato di Forza Italia Alessandro Cattaneo e l’esponente di Fratelli d’Italia Paola Chiesa risultano eletti, il primo al Senato e gli altri due alla Camera.

Da segnalare l’ottimo risultato di Pier Achille Lanfranchi, sindaco di Fortunago e candidato alla Camera per Azione-Italia Viva, che, pur non essendo eletto, ha ottenuto quasi 20.000 voti.

Il pavese Giulio Tremonti ha perso nel collegio uninominale di Milano contro il segretario di Più Europa, Benedetto della Vedova. Ora dovrà aspettare il risultato del plurinominale per confermare l’elezione che sembra molto probabile ma non è ancora certa. Non ce l’ha fatta, invece, la leghista di Voghera Elena Lucchini che era stata inserita le collegio di Monza nel proporzionale. La sua ultima speranza, molto remota, è un ripescaggio.

Verso il nuovo Governo

A livello istituzionale il primo step sarà l’insediamento delle Camere. Il presidente della Repubblica ha stabilito che la prima riunione del Parlamento sarà il 13 ottobre. Si dovrà quindi procedere all’elezione dei rispettivi presidenti. Il voto è segreto. Alla Camera, ai primi tre scrutini è richiesta una maggioranza qualificata, mentre dal quarto scrutinio basta la maggioranza dell’Aula. Al Senato, due votazioni con maggioranza degli aventi diritto, la terza con maggioranza dei presenti. La quarta, se necessario, è un ballottaggio fra i due più votati al terzo scrutinio. In caso di parità, vince il più anziano anagraficamente.

Una volta eletti i presidenti, la palla torna al capo dello Stato che avvia le consultazioni tra le forze parlamentari per conferire l’incarico di formare il nuovo Governo. Il presidente del Consiglio incaricato “accetta con riserva” e a sua volta procede alle consultazioni per salire infine al Colle, sciogliere la riserva e comunicare la lista dei ministri. Poi in Parlamento per la doppia fiducia.

Nel frattempo rimane in carica “per gli affari correnti” il Governo uscente, nel nostro caso quello guidato da Mario Draghi.

(hanno collaborato Stefano Brocchetti, Luca Lovelli, Mattia Tanzi)

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