L’Italia vuole tagliare i parlamentari
Referendum. Con il 69,64% passa la proposta di riduzione di deputati e senatori. Buona l’affluenza alle urne nonostante il Covid. Record di Sì a Novi Ligure (70,04%). Solo a Rocca de’ Giorgi Sì e No hanno pareggiato
Una prima spallata gli italiani l’hanno data alla paura. Nelle elezioni in tempo di Covid-19 in tanti si sono recati alle urne domenica 20 e lunedì 21 settembre.
Su base nazionale si votava per il referendum costituzionale per il taglio del numero di parlamentari, ma si sono svolte anche importanti consultazioni amministrative in alcune regioni e comuni dello Stivale.
L’affluenza è stata del 53,8%.
Un risultato significativo che è stato raggiunto nonostante l’emergenza sanitaria e con le operazioni di voto che si sono svolte regolarmente e in sicurezza come ha fatto notare il ministro degli Interni Luciana Lamorgese che ha ringraziato Comuni, Prefetture e Forze dell’ordine per il lavoro svolto e ha elogiato l’impegno del volontariato della Protezione civile nel contribuire al regolare svolgimento della tornata elettorale.
Al referendum l’Italia ha votato Sì con una percentuale pari al 69,64% contro il No che si è fermato al 30,36%.
Circa 7 elettori su 10 hanno quindi stabilito che il numero dei parlamentari della Repubblica debba scendere dagli attuali 954 a 600.
Con il passaggio referendario (confermativo, va ricordato) viene a compimento la riforma il cui iter era stato avviato con il primo sì dell’Aula nel febbraio dello scorso anno.
Tuttavia per vedere gli scranni di Camera e Senato vuoti per un terzo bisognerà ancora attendere in quanto l’attuale legislatura non sarà toccata dalla sforbiciata. Saranno le nuove elezioni a disegnare il rinnovato Parlamento con 400 seggi alla Camera dei deputati e 200 al Senato della Repubblica. Per il momento non si pone la questione in quanto – a detta di molti commentatori politici e dalle parti della maggioranza di Governo – il voto dà respiro all’Esecutivo e rinvia la resa dei conti.
Quanto ai risultati di casa nostra, anche la provincia di Alessandria ha detto Sì al Referendum con una affluenza del 49,41%, di oltre 4 punti più bassa rispetto alla media nazionale, con punte maggiori nei Comuni che votavano anche per scegliere il sindaco. A Novi Ligure il record di Sì con il 70,04%. A Tortona si sono recati alle urne 8.542 cittadini (il 43,38%).
In città il Sì ottiene 5.531 voti (65,10%), mentre il No ne porta a casa 2.965 voti (34,90%).
In provincia di Pavia ha votato all’incirca 1 avente diritto su 2 con un’affluenza che si attesta al 50,75%.
Anche nei comuni del territorio pavese della diocesi a prevalere è stato il Sì con una percentuale del 68,68%. A Voghera l’affluenza è stata del 66,91%, con i Sì che hanno raccolto il 64,36%.
A Stradella il Sì ha ottenuto il 65,19%, a Broni il 70,35%, a Casteggio il 68,36%, a Varzi il 71,05%.
Nota curiosa: a Rocca de’ Giorgi Sì e No hanno pareggiato. Su 24 elettori, 12 hanno barrato la casella del Sì e 12 quella del No. Il piccolo comune collinare fa così registrare la percentuale più bassa di Sì a livello provinciale.
Poca differenza anche per quanto riguarda la provincia di Genova: affluenza al 59,4%, Sì al 62,3%.
A Torriglia il Sì ha raggiunto il 64,6%, a Savignone il 68,4%, a Crocefieschi il 67,35% e a Casella il 69,34%.
Marco Rezzani