Lo sguardo di fede di Maria per rimanere nell’amore di Dio
Sabato scorso nel santuario della Madonna delle Grazie di Voghera il secondo pellegrinaggio vocazionale guidato da Mons. Marini
VOGHERA – Sabato scorso si è svolto il secondo dei quattro pellegrinaggi diocesani vocazionali voluti dal vescovo nel mese mariano.
Dopo il santuario di Montespineto nel Tortonese, è stato quello di Santa Maria delle Grazie nel cuore di Voghera ad accogliere i fedeli che alle ore 9 hanno partecipato alla S. Messa nella quale si è pregato «il Signore per la diocesi, per la pace nel mondo e soprattutto, per per invocare, tramite l’intercessione della Madonna delle Grazie, vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata».
A concelebrare c’erano padre Arcadio, frate minore francescano della comunità vogherese alla qua- le è affidata la cura della chiesa, il canonico mons. Francesco Giorgi, mons. Pier Giorgio Pruzzi e alcuni sacerdoti vogheresi e dei paesi vicini. Sull’altare anche il diacono permanente Antonello Giacobone.
Terminato il canto d’ingresso, intonato dalla corale del santuario che ha animato la preghiera, padre Arcadio ha preso la parola rivolgendo il suo saluto al vescovo e a tutti i presenti, anche a nome del padre guardiano, padre Cristoforo che era assente.
Nell’omelia il vescovo ha iniziato esprimendo il desiderio di stare in compagnia della Madonna «per ascoltare con Lei e con il suo aiuto la Parola del Signore nell’auspicio che in qualche modo anche in noi possa avvenire ciò che è avvenuto in Lei, cioè che questa parola diventi carne della nostra carne, vita della nostra vita, principio autentico del nostro modo quotidiano di decidere, scegliere, camminare».
Facendo riferimento alla prima lettura del giorno, tratta dagli Atti degli Apostoli, ha sottolineato l’affermazione «Era necessario», detta a proposito di ciò che era accaduto quando Gesù era stato tradito da Giuda nell’ultima cena.
«Riascoltando e custodendo nel cuore questa parola e mettendola insieme al fatto drammatico del tradimento – ha spiegato Mons. Marini – noi apprendiamo che co- sa sia lo sguardo della fede.
Quello sguardo che sa scorgere in tutto la presenza e l’opera di Dio, che sempre ci custodisce, sempre ci salva, sempre è per noi. La Madonna ha avuto questo sguardo».
Quando gli apostoli si trovano a dover sostituire Giuda, scegliendo Mattia perché si ricomponga il gruppo dei dodici «indicano che dovrà essere un testimone della risurrezione e degli avvenimenti della vita del Signore».
«Noi, anche, – ha proseguito – siamo chiamati ad essere testimoni della risurrezione, e ad esserlo “insieme”, perché la testimonianza avviene, soprattutto, attraverso lo spettacolo della comunione che tutti ci unisce, fratelli e sorelle, in un corpo solo, a motivo dell’amore del Signore che ha conquistato il loro cuore, la loro vita.».
«Alla Madonna – ha concluso – chiediamo la grazia che ci aiuti a rimanere sempre nell’amore di Dio, per gustarlo, sentirlo, accoglierlo, avvertendo il dramma del peccato e tenendo sempre distanti da noi ogni forma di male».
Il vescovo Guido, prima della benedizione finale, ha ringraziato i sacerdoti, il diacono, il coro e tutti i fedeli e ha ribadito che «è la misura della nostra fede a ottenere le grandi grazie e i miracoli dal Signore: se qui tra di noi oggi ci fosse anche una sola persona che con fede grande e autentica chiedesse a Dio il dono delle vocazioni, ebbene noi le avremmo».
Al termine si è fermato a salutare personalmente i presenti che hanno potuto gustare una “dolce” pausa nei locali del convento grazie all’accoglienza fraterna dei frati e della famiglia francescana.
Daniela Catalano