L’Officina Olivieri compie 100 anni

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Era il 1924 quando apriva l’attività di meccanica. Oggi, Piero, 86 anni, e il figlio Graziano proseguono il lavoro. E sabato 25 maggio tagliano il traguardo del secolo

CASTELNUOVO SCRIVIA – Per Piero Olivieri la sveglia suona ogni mattina alle ore 5.30: pochi metri separano l’abitazione di questo distinto signore di 86 anni dal cancello del capannone che lui apre puntualmente alle 7 dal lunedì al venerdì – e spesso anche nel fine settimana – per poi tuffarsi, fino all’ora di chiusura, in mezzo a tubi e lamiere da piegare e tagliare, pezzi da saldare e verniciare, spandiconcime e botti per il diserbo da vendere o da sistemare. Si capisce subito qual è l’elisir di giovinezza di quest’artigiano che non ne vuole sapere di stare fermo, mentre mostra con orgoglio quella che, oggi, a Castelnuovo Scrivia non è solo l’unica officina di fiducia rimasta in zona per le riparazioni di mezzi agricoli, ma anche un autentico laboratorio di idee. Nell’Officina Meccanica Olivieri di Cascina Ragni, in frazione Gerbidi di Castelnuovo, trovare il pezzo di ricambio dell’ultimo minuto è un gioco da ragazzi, ma – soprattutto nel periodo invernale, quando il lavoro in campagna rallenta – si progettano e si realizzano macchine che raccolgono le manichette, spaccalegna, rulli per la terra e un universo di altri attrezzi e utensili agricoli che catapultano chi è del settore in un vero e proprio “paese dei balocchi”. «È stato mio papà Giovanni ad avviare quest’attività esattamente un secolo fa: – racconta Piero – ha iniziato riparando biciclette in uno spazio di 8 metri quadrati, poi con pochi arnesi ha intrapreso la professione di fabbro. Ho delle foto d’epoca in cui si vede la chiesa di Santa Maria e San Siro, a poche centinaia di metri dalla nostra officina, non ancora ultimata: mio papà lavorava il ferro con la forgia, riparava i trattori a vapore. Sposò mia mamma Angiolina, che abitava a 500 metri da lui, alla cascina Fagiolo, in zona Bassa Cantona. Sono cresciuto in mezzo a barre di ferro, trapani, torni e saldatrici e per me è stato naturale inserirmi nell’attività di mio padre. Luigi, mio fratello, è stato con noi fino al 1950, poi ha aperto un negozio di ferramenta a Sale. Il 2024 è arrivato in un soffio ed è l’anno in cui il nostro sguardo è proiettato verso il futuro». Oggi l’Officina Meccanica Olivieri toglie il fiato per estensione ed efficienza: nel capannone di 800 metri quadrati entrano mezzi di ogni dimensione, sia per ordinaria manutenzione sia per emergenze varie. Altri 800 metri sono di magazzino ricambi: un labirinto di corridoi e mensole con migliaia di cassetti zeppi di collettori, portagomma e porta getti, valvole, dischi lamellari, cardani e chi più ne ha, più ne metta! È proprio Piero, insieme al figlio Graziano e ad altri tre dipendenti, ad accogliere i clienti che arrivano anche dall’Astigiano e da Milano. Si lavora con i privati e con le ditte: il ritmo è serrato e la soddisfazione più grande è trovare una soluzione ai grattacapi più complicati. Già negli anni ’80 Olivieri, in collaborazione con Giacomo Montuschi, direttore dello zuccherificio di Casei Gerola con cui era in ottimi rapporti, aveva modificato e migliorato il macchinario per il diserbo nelle colture, in modo da localizzare il prodotto nelle file seminate. Fino a non molti anni fa, a mandare avanti l’attività di famiglia c’era anche la moglie Rita, il suo grande amore: «Ci siamo conosciuti a 13 anni: – ricorda Piero – con lei ho condiviso la gioia indescrivibile di diventare padre di Paola e Graziano e con lei mi sono impegnato per svolgere al meglio la mia professione. Lei era magliaia ma ha sposato anche il mio lavoro: faceva le commissioni e quando avevamo la rivendita delle bombole del gas, capitava che le caricasse in auto e le portasse ai clienti. Rita è stata la mia forza per tutta la vita e sarà contenta che sabato 25 maggio, dalle ore 15, in officina festeggeremo il nostro centenario. Speriamo di avere con noi le persone che ci vogliono bene e ci permettono di crescere giorno dopo giorno».

Alessandra Dellacà

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