L’ultima brigatista
di Ennio Chiodi
Capita – di questi tempi– che un flash di agenzia riprodotto da uno smartphone sblocchi, per chi ha una certa età, ricordi lontani, ma lucidi e terribili: “È morta, all’età di 75 anni, Barbara Balzerani, esponente delle Brigate Rosse e dirigente della colonna romana. Partecipò al rapimento di Aldo Moro e alla uccisione dei cinque uomini della scorta…”. È ormai vecchio chi ha vissuto intensamente quel periodo. Io sono tra quelli. Erano anni in cui, ogni giorno che Dio mandava in terra, qualcuno veniva ucciso, vigliaccamente, alle spalle, a tradimento. La chiamavano “lotta armata”, puntavano “al cuore dello Stato”: in realtà una folle strage durata a lungo, che provocò la morte di centinaia di innocenti cittadini in un Paese che viveva le contraddizioni sociali e politiche della fine degli anni ’70 e dei primi anni ’80. L’Italia era già teatro di scontri, violenze, sanguinose stragi terroristiche, le cui ragioni e i cui protagonisti sono in parte ancora da scoprire. Sotto i colpi delle P38 e dei FNAB-43 di quei criminali brigatisti, morivano manager e operai, politici e sindacalisti, professori e giornalisti, magistrati e poliziotti, padri di famiglia e tante persone per bene. Erano spesso scelti nel mucchio, anche se nei farneticanti messaggi di rivendicazione si adducevano aberranti motivazioni, intrise di fanatismo e ideologia. Anche noi cattolici, impegnati nelle professioni, nelle associazioni, negli organismi politici e nelle istituzioni, assistevamo inebetiti alla morte, senza senso, di amici, colleghi, compagni di avventura e di studio, importanti punti di riferimento. «A chi toccherà oggi?» – era l’angosciante domanda di ogni mattina. Negli anni seguenti – sconfitto il terrorismo grazie al coraggio e alla coerenza di uno Stato che si è ritrovato unito – abbiamo narrato più dei carnefici che delle vittime, spesso relegate in un colpevole oblio. Barbara Balzerani, la “compagna Sara”, nata in Potere Operaio e finita nella Brigate Rosse, vanta un curriculum di “tutto rispetto”, ricco di agguati e omicidi: dall’assalto di via Fani, all’uccisione del magistrato Girolamo Minervini, al rapimento del generale della Nato James Lee Dozier, all’assassinio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti. Fu tra gli ultimi esponenti delle BR a essere arrestata nel 1985. Restò in galera fino al 2006 quando ottenne la libertà vigilata per tornare libera nel 2011. Ha espresso – bontà sua – profondo rammarico per le vittime del terrorismo, ma non sì è mai pentita né dissociata da quella orrenda pagina di storia vissuta da protagonista. In queste ore ha chiuso la sua vicenda terrena.
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