L’ultimo saluto a don “Gino” Semino
Il vescovo ha celebrato i funerali del parroco di Pietrabissara
ISOLA DEL CANTONE – Mercoledì 9 febbraio è morto don Giovanni Battista Semino, parroco di S. Croce in Pietrabissara, frazione di Isola del Cantone. Don Giovanni Battista, per tutti don Gino, era nato il 21 luglio 1938 a Genova ed era stato ordinato sacerdote nel 1971 proprio l’11 febbraio, giorno del suo funerale.
Il suo lungo ministero sacerdotale era stato caratterizzato da uno stile riservato. I funerali si sono svolti venerdì scorso nella chiesa di Pietrabissara che da più di 30 anni era la sua casa. A presiederli è stato il vescovo Mons. Guido Marini che ha concelebrato con mons. Lino Piccinini, parroco di Arquata Scrivia e don Francesco Larocca, parroco di Serravalle Scrivia. Era presente anche il diacono permanente Piercarlo Peccorini. Numerosi i fedeli, gli amici e le autorità, tra cui il sindaco di Isola del Cantone Natale Gatto, che hanno voluto dare l’ultimo saluto al sacerdote. Durante l’omelia il vescovo ha ringraziato don Gino per il lungo e proficuo servizio svolto e ha ricordato alcuni particolari momenti della sua vita. Era arrivato in valle Scrivia alla fine degli anni ’80, dopo un’esperienza a Torriglia, per seguire le parrocchie di Borlasca, Pietrabissara e Mereta, frazioni di Isola del Cantone, che non avevano più un pastore dopo la morte prematura di don Antonio Albigini, parroco di Borlasca.
Quando don Gino arrivò si capì subito che era un uomo dotato di una vasta cultura e con un’ottima formazione. Era uno studioso e un viaggiatore curioso che aveva arricchito il suo bagaglio professionale durante i suoi viaggi nei luoghi descritti nei Vangeli.
Il suo sapere lo metteva a disposizione dei fedeli durante le lunghe omelie nelle Messe.
Dopo la lettura del brano del Vangelo, era solito togliersi l’orologio e poggiarlo sul leggio per spiegare la Parola in circa 25 minuti ritenuti necessari e irrinunciabili.
La sua predisposizione per l’insegnamento non lo distoglieva dai problemi dei parrocchiani che chiedevano ascolto e conforto e che lui ascoltava sempre, in presenza o per telefono. Nella vita quotidiana era un amabile conversatore che amava la buona tavola e i momenti conviviali nei quali coltivare le sue numerose amicizie. Aveva anche una grande passione per la lavorazione del legno e al piano terra della sua abitazione aveva una vera e propria falegnameria, dove era solito rifugiarsi per “staccare la spina” nei momenti di stress. Don Gino era molto devoto a san Pio di Pietralcina. Ogni 23 del mese celebrava la Messa in suffragio del santo, ricordando il giorno della sua morte (23 settembre 1968), alla quale partecipava sempre un grande numero di persone tanto da dover spesso raddoppiare la liturgia.
Dopo aver lasciato la guida della parrocchia di Mereta, era rimasto a Borlasca e Pietrabissara.
A quanti gli chiedevano perchè un prete con le sue capacità avesse scelto di rimanere in un piccolo centro dell’entroterra ligure, ai confini del Piemonte, rispondeva, semplicemente, che viverci gli procurava serenità.
Il clero diocesano si è unito in preghiera nel ricordo del confratello scomparso.
Renato Piras