Maria ce l’ha fatta: ora lavora al Park Hotel
Giornata Internazionale delle persone con disabilità. In vista della ricorrenza del 3 dicembre, vi raccontiamo il progetto “am-ABIL-Mente al lavoro” che si distingue per la capacità di valorizzare le differenze e creare opportunità per tutti
DI PETRONELA ANTIP
Dal suo avvio il progetto “amABIL-Mente al lavoro”, promosso dal Centro Servizi Formazione di Pavia e sostenuto da Fondazione Cariplo, si è posto come uno strumento per gli imprenditori sensibili e ha agito come catalizzatore per avviare un dialogo culturale intorno alla tematica della disabilità e per contribuire a una rigenerazione del contesto dell’inclusione a livello lavorativo.
Il sostegno all’inclusione – intesa come sostenibilità sociale ed economica, sia per le persone sia per le aziende – passa per il superamento delle singole pratiche e iniziative verso un approccio strutturale, di collaborazione multi-stakeholder pubblico e privato, che favorisca un reale cambiamento della cultura aziendale attraverso l’inclusione di tutti i membri della comunità. In questo senso il progetto ha garantito un sostegno alle aziende a livello amministrativo e formativo, ha creato occasioni di incontro e dialogo, ha ispirato le persone nella ricerca del lavoro, ha formato figure professionali nuove, ponendo le basi per buone pratiche da seguire.
A oggi il progetto ha implementato una visione strategica che ha realizzato 87 prese in carico di persone con disabilità, con interventi mirati a valorizzare l’individuo, a prendere in considerazione i suoi bisogni e competenze e a realizzare un match sostenibile tra loro e le aziende. Successivamente sono state attivate 36 doti impresa che hanno proseguito con 8 assunzioni in cooperative e aziende. Inoltre, nei primi mesi del progetto, 20 persone hanno ottenuto la certificazione di Disability Manager. A giugno si è tenuto il primo tavolo tematico di “am-ABILMente al lavoro” con la partecipazione, accanto ai partner di progetto, dei rappresentanti del Centro per l’Impiego di Pavia, di Assolombarda, Ascom e Confcooperative. Il tavolo è stato aperto a seguito di tre incontri di sensibilizzazione e animazione territoriali rivolti alle aziende organizzate in Lomellina, nelle zone del Distretto Sociale Pavese e nell’Ambito dell’Alto Basso Pavese. A breve, il 3 dicembre, seguirà il secondo e ultimo tavolo tematico organizzato con le associazioni di categorie. Tra le storie di vita delle persone l Francesco Preti che sono state accolte, formate e inserite nel lavoro, troviamo anche Maria (nome di finzione), una donna di origine straniera con una disabilità sensoriale che abita nell’Oltrepò. L’abbiamo conosciuta la prima volta a pochi mesi dall’inizio del progetto, nel 2023, quando aveva appena completato il corso di formazione in soft skills per gli addetti ai servizi di reception, accoglienza e portierato. Sin dall’inizio Maria si è rivelata una persona propositiva, ottimista, amante degli animali (in particolare dei cani: aveva lavorato in un canile in passato), con relazioni sociali solide, che ama leggere e scrivere. Dopo aver scoperto durante il Covid che con la sua disabilità fisica, non riusciva più a lavorare, è stata a rischio di isolamento sociale ed economico: «Durante la pandemia è stato molto difficile perché tutti usavano le mascherine: io leggo il labiale, ma ovviamente non riuscivo attraverso la mascherina; quindi mi sono sentita molto confusa e completamente isolata».
In questo contesto per Maria l’inizio di un percorso di avvio al lavoro presso il Centro Servizi Formazione è stato come «una rinascita; perché ero da tanti anni ferma». Qui Maria ha trovato innanzitutto «umanità e la capacità di mettersi nei panni degli altri» e poi la possibilità di una vera e propria presa in carico, con colloqui di accoglienza del bisogno, corsi di formazione, ricerca lavoro e altro sostegno pratico nella vita quotidiana. Il Centro l’ha pertanto sostenuta nel presentare la pratica per la certificazione della disabilità e nell’avvio di un tirocinio, che ha aiutato Maria ad avere nuovamente interazioni con altre persone e acquisire altre competenze professionali.
Quando l’abbiamo lasciata, a giugno dell’anno scorso insieme alle operatrici del Centro Servizi Formazione di Voghera, Maria aveva già svolto i primi colloqui. A distanza di più di un anno l’abbiamo incontrata nuovamente e ha raccontato che, dopo alcuni problemi di salute e una pausa di qualche mese, con il supporto delle operatrici, ha ripreso la ricerca di un lavoro e ha trovato un posto dove attivare un tirocinio, presso il Park Hotel a Salice Terme, in mansioni relative alla reception. In questa sede, è riuscita a rafforzare le sue competenze, grazie anche all’ambiente accogliente: «È un’azienda piccola, – ha detto di conduzione familiare. Facendo la differenza con altre esperienze lavorative vivo in modo positivo l’aiuto e il coinvolgimento che ricevo in questo contesto diversamente da altri più aziendali e sento che questo tirocinio mi sta aiutando ad acquisire nuove competenze e ho nuove responsabilità. Con il mio impegno potrò pensare ad altre opportunità lavorative dopo che si concluderà». Maria infatti sta già cercando nuovi sbocchi professionali, va spesso al Centro per l’Impiego, partecipa a concorsi pubblici e prende iniziativa andando a presentare il suo curriculum dove sa che le sue competenze potrebbero essere utili. «Io credo che la disabilità possa essere gestita anche in base al carattere della persona. conclude – Bisogna darsi la possibilità di rialzarsi e cominciare con piccole cose, insieme a persone che ti offrono aiuto. Io ho chiesto aiuto al mio Comune che mi ha indirizzato verso il Csf».
Il nostro viaggio si conclude al Park Hotel. Parliamo con il direttore, Francesco Preti, che ci restituisce la visione di un imprenditore sensibile alla tematica della disabilità, che comprende che il futuro appartiene alle comunità e alle aziende inclusive e resilienti: «Abbiamo accettato di aderire a questa iniziativa perché crediamo fortemente nella possibilità di restituire ciò che possa essere utile alla comunità e accogliere una persona fragile è un gesto che fai per dare un valore superiore alla tua attività». Infine, il Park Hotel ha iniziato un processo di adesione anche alla rete “Albergo Etico” quindi – prosegue Preti «la nostra motivazione è duplice: la prima riguarda il bisogno di contribuire al benessere delle persone e della comunità e la seconda è il bisogno di avere una struttura ricettiva alle dinamiche sociali ed economiche dove le persone sono sempre più attente a ricevere servizi da aziende etiche e solidali».