«Maria ci aiuti a custodire la pace donata da Gesù Pastore buono»
Il vescovo ha presieduto l’Eucaristia nella parrocchia di Cassingheno in Alta Val Trebbia per la festa della Madonna del Carmine
CASSINGHENO – Domenica 21 luglio, in una bella giornata di sole, la comunità parrocchiale di Cassingheno, frazione di Fascia, in Alta Val Trebbia, ha vissuto una giornata davvero speciale in occasione della festa patronale della Madonna del Carmine. A celebrare la S. Messa è stato il vescovo Mons. Guido Marini che, dopo essere stato sul monte Antola lo scorso 30 giugno, è tornato sull’Appennino ligure, nel lembo genovese della Diocesi, per incontrare, per la prima volta e con grande gioia, i fedeli della parrocchia di San Carlo. Ad accoglierlo c’erano il parroco don Pietro Cazzulo e i sindaci di Fascia, Marco Gallizia, e di Rovegno, Giuseppe Giovanni Isola. Nell’omelia Mons. Marini, essendo la festa mariana, ha voluto ricordare a tutti che il compito principale della Madonna è portare a Gesù i suoi figli e si è soffermato sulla Parola della XVI Domenica del Tempo Ordinario, mettendo in evidenza l’immagine di Cristo “Buon Pastore” che non ci abbandona mai e ha cura della nostra vita. Il Signore è pastore buono perché ci vuole bene e per questo ci porta in braccio. La Madonna ci aiuta a custodire nel cuore questa realtà della nostra vita di fede che ci spinge a non avere paura e a confidare in Dio. Lei ci invita anche a riflettere sul contenuto della Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini che fa più volte riferimento alla parola “pace” anche in rapporto alla parola “inimicizia”. Il Signore dona la pace e mette fine all’inimicizia che è duplice: nei confronti di Dio e degli altri. «Spesso succede che noi viviamo come se Dio non ci fosse e pensiamo che non ci guarda e non ci protegge proprio perché si fa strada l’inimicizia. – ha detto il vescovo– Gesù invece viene a portarci la pace di un cuore che sa di essere amato da Dio». «Abbiamo bisogno della pace che ci permette di sapere con certezza che Lui non ci abbandona mai. – ha proseguito – Allo stesso modo quella pace donata dal Signore ci dà la possibilità di amarci davvero gli uni gli altri». Mons. Marini ha invocato da Maria l’aiuto a portare nel cuore l’immagine di Gesù Buon Pastore e il dono di far riecheggiare nella vita la parola pace. Ha anche ricordato che, come insegna l’etimologia della parola Carmelo (“giardino fiorito”), la Madonna è diventata una “terra fiorita” perché ha accolto Gesù; per questo solo da Lei può giungere la grazia di essere «un vero e proprio Carmelo» nel cammino di ogni giorno. Al termine della celebrazione eucaristica, si è snodata la processione con la statua della Madonna, recentemente sottoposta a un attento restauro conservativo realizzato dalla Ditta Regoli di Gavi. Attraverso le piccole vie del ridente paese si è pregato e cantato in onore della Vergine del Carmelo. Tornati in chiesa, prima della benedizione finale, Mons. Marini ha invitato tutti a portare sempre Maria nelle strade della vita e ha ringraziato quanti hanno collaborato alla buona riuscita della festa, le autorità e soprattutto don Pietro una vera “roccia” che, a dispetto dell’età, continua nel suo ministero sacerdotale con grande determinazione e affetto paterno, a servizio delle comunità parrocchiali dell’alta Val Trebbia. Il sacerdote, a sua volta, ha già invitato il vescovo a tornare il prossimo anno.
Daniela Catalano