«Maria, tu gradisci soprattutto i fiori nascosti»

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Festa dell’Immacolata. L’omaggio di Francesco alla statua in piazza Mignanelli a Roma e l’accenno ai vari “cantieri” per l’Anno Santo 2025

DI DANIELA CATALANO

La festa dell’Immacolata Concezione a Roma è caratterizzata dal tradizionale omaggio del Papa all’imponente e storica statua della Vergine Maria, che si trova in piazza Mignanelli, a pochi metri da piazza di Spagna. Anche quest’anno, domenica 8 dicembre, il Santo Padre è stato accolto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dal vicario generale della Diocesi di Roma, Baldo Reina, creato cardinale il giorno prima nel Concistoro in San Pietro, e ha portato l’omaggio floreale al monumento mariano realizzato nel 1857 dall’architetto Luigi Poletti e dallo scultore Giuseppe Obici, in onore del dogma dell’Immacolata proclamato da Pio IX nel 1854.

Francesco ha deposto un grande mazzo di rose bianche ai piedi della colonna, accanto alle corone di Acli, Unitalsi e altre associazioni, mentre la pioggia scendeva leggera sulla piazza. Oltre al sindaco e al vicario diocesano, erano presenti i cardinali Luis Antonio Tagle e Angelo Comastri, Mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato Vaticana e l’ambasciatrice della Spagna presso la Santa Sede, María Isabel Celaá Diéguez, cui il Papa ha rivolto un saluto.

Prima dell’atto di devozione, come lo scorso anno, Francesco ha compiuto una breve sosta nella basilica di Santa Maria Maggiore per omaggiare la “Salus Populi Romani”, l’effigie a cui in questi anni ha fatto visita più di 120 volte, affidandole viaggi internazionali e operazioni mediche. Davanti alla protettrice del popolo romano, Bergoglio si è fermato in preghiera per alcuni istanti, da solo, in silenzio. Senza cappotto né ombrello, Francesco, che mostrava sul mento l’ematoma dovuto a una contusione, circondato da una folla di malati, di fedeli e passanti, come primo gesto ha alzato il capo e ha guardato verso la sommità della statua della Madonna che, con i suoi 27 metri di altezza, veglia sull’Urbe.

«Vergine Immacolata, Madre, Madre Immacolata, oggi è la tua festa e noi ci stringiamo intorno a te. – queste le parole pronunciate dopo le litanie intonate dal coro – I fiori che ti offriamo vogliono esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine; ma tu vedi e gradisci soprattutto quei fiori nascosti che sono le preghiere, i sospiri, le lacrime, specialmente le lacrime dei piccoli e dei poveri. Guardali, Madre, guardali».

Alla “Madre” il Papa ha affidato l’imminente Giubileo: «Sarà un messaggio di speranza per l’umanità provata dalle crisi e dalle guerre». «Per questo in città dappertutto ci sono cantieri: – ha proseguito il Pontefice – questo provoca non pochi disagi, eppure è segno che Roma è viva, che Roma si rinnova, che cerca di adattarsi alle esigenze, per essere più accogliente e più funzionale. Ma il tuo sguardo di Madre vede oltre. E mi sembra di sentire la tua voce che con saggezza ci dice: “Figli miei, vanno bene questi lavori, però state attenti: non dimenticate i cantieri dell’anima! Il vero Giubileo dentro i vostri cuori e dentro le relazioni famigliari e sociali. È dentro che bisogna lavorare per preparare la strada al Signore che viene”».

E il Giubileo, ha aggiunto a braccio il Pontefice, «è un’opportunità per fare una buona confessione e chiedere il perdono di tutti i peccati», ricordando sempre che «Dio perdona tutto, Dio perdona sempre, sempre». La raccomandazione della Madonna, come formulata nella preghiera, è fondamentale: «Ci fa bene, ne abbiamo tanto bisogno – ha sottolineato il Papa – perché, senza volerlo, rischiamo di essere presi totalmente dall’organizzazione, dalle cose da fare e il rischio è che la grazia dell’Anno Santo, che è tempo di rinascita spirituale, che è tempo di perdono e di liberazione sociale, venga un po’ soffocata».

Nella preghiera, che è stata un dialogo ideale con Maria, Francesco ha chiesto alla Madonna di liberare l’umanità dall’invidia e ha detto: «L’invidia è quel vizio giallo, brutto, che rovina davvero». Anche la Madre di Dio quando ascoltò Gesù predicare per la prima volta nella sinagoga di Nazareth, secondo il Pontefice, già presagiva «il dramma della chiusura e dell’invidia, che genera violenza».

Al termine, il Pontefice, invece di dirigersi a Casa Santa Marta, ha fatto sosta a Palazzo Cipolla in via del Corso per ammirare la Crocifissione Bianca di Marc Chagall, esposta presso il Nuovo Museo all’interno della mostra Chagall a Roma: La crocifissione bianca, ideata dal Dicastero per l’Evangelizzazione nell’ambito degli eventi d’arte che accompagnano il Giubileo 2025, e organizzata in collaborazione con la Fondazione “Roma”.

(Foto: Vatican Media/SIR)

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