“Matteo 25”: il dormitorio di Tortona ha compiuto un quarto di secolo

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Viaggio nelle stanze in cui di notte dormono poveri e senza tetto. Il compleanno dell’associazione, sostenuta dalla Fondazione CRT, dalla Diocesi e da tanti privati, ci ha offerto l’occasione per raccontarvi come operano i volontari. Una “grande famiglia” ispirata dal vangelo e da don Tonino Bello

Dormire in un letto comodo, pulito e accogliente per la maggior parte di noi è normale e quasi scontato ma non è così per tutti. C’è una parte di umanità che un letto non ce l’ha, che passa la notte all’aperto su una panchina o sul marciapiede di una stazione oppure in qualche locale freddo e senza confort. Per aiutare queste persone in molte città, soprattutto negli ultimi anni, si sono diffusi i dormitori pubblici per offrire un posto letto al sicuro e al caldo.

A Tortona questo servizio è regolarmente garantito dall’associazione “Matteo 25” che ha appena compiuto 25 anni.

Il 22 febbraio 1995 i volontari, che all’epoca erano 16, ospitarono i primi sette uomini in uno stanzone nella sede dell’ex scuola “Patri”. Da quella notte non hanno più smesso di offrire ospitalità a quanti lo hanno chiesto e sono arrivati al loro quarto di secolo.

Sabato 22 febbraio hanno festeggiato l’anniversario con la messa in duomo celebrata dal vescovo Mons. Vittorio Viola e con un concerto al “Civico” che per un guasto tecnico, poco dopo l’inizio, è stato rimandato a data da destinarsi.

Abbiamo incontrato la presidente, Laura Cebrelli, che da 20 anni guida il sodalizio e a lei abbiamo chiesto di raccontarci la storia dell’associazione.








Dormire in un letto comodo, pulito e accogliente per la maggior parte di noi è normale e quasi scontato ma non è così per tutti. C’è una parte di umanità che un letto non ce l’ha, che passa la notte all’aperto su una panchina o sul marciapiede di una stazione oppure in qualche locale freddo e senza confort. Per aiutare queste persone in molte città, soprattutto negli ultimi anni, si sono diffusi i dormitori pubblici per offrire un posto letto al sicuro e al caldo.
A Tortona questo servizio è regolarmente garantito dall’associazione “Matteo 25” che compie 25 anni. Il 22 febbraio 1995, 16 volontari ospitarono i primi sette uomini in uno stanzone nella sede dell’ex scuola “Patri”. Da quella notte non hanno più smesso di offrire ospitalità a quanti lo hanno chiesto e sono arrivati al loro quarto di secolo.
Il 22 febbraio scorso hanno festeggiato l’anniversario con la messa in duomo celebrata dal vescovo Mons. Vittorio Viola e con un concerto al “Civico” che è stato rimandato a data da destinarsi.
Abbiamo incontrato la presidente, Laura Cebrelli, che da 20 anni guida il sodalizio e a lei abbiamo chiesto di raccontarci la storia dell’associazione.
«Il bene genera altro bene»: questa frase sintetizza l’origine di “Matteo 25” perché a fondarla è stato un gruppo di giovani che negli anni ’80 avevano iniziato a fare volontariato nella Casa di Accoglienza di Tortona e presso il “Piccolo Cottolengo”. Grazie alle suore di san Luigi Orione, avevano vissuto un’esperienza estiva di accoglienza in una struttura per malati di Aids e presso il dormitorio della stazione Termini a Roma. Trasformati da quello che avevano vissuto, al loro ritorno accolsero la richiesta di un povero che conoscevano che chiese loro di aprire un dormitorio anche in città. Fatta richiesta all’amministrazione dell’epoca e ottenuto uno spazio idoneo, partì l’avventura che prosegue ancora oggi con ottimi risultati.
A guidare il cammino associativo è sempre stato il vangelo. Il nome scelto, come ha spiegato la presidente, «prende spunto dal passo dell’evangelista Matteo che al capitolo 25 si sofferma sulle opere di carità materiale da compiere per i fratelli». La formazione spirituale è sempre rimasta una costante nel cammino di questi anni. Da qualche tempo, per volere del vescovo, a seguire il gruppo di volontari è un padre del convento dei cappuccini di Tortona.
In questo modo l’associazione è stata anche fatta conoscere al di fuori del ristretto ambito cittadino e in poco tempo, il numero dei volontari si è raddoppiato.
Dopo un primo periodo nell’ex scuola, il dormitorio è stato ospitato nei locali della caserma “Passalacqua”, nel complesso del Loreto e da sei anni nella ex stazione dei pullman, sopra alla “Casa di Accoglienza”, nella sede acquistata e gestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.
Il dormitorio ha a disposizione 13 letti per notte ed è aperto da ottobre alla fine di maggio, tutte le sere, tranne la domenica, dalle 21 alle 7.
«Gli ospiti, – spiega Laura – dopo essere stati registrati, sono rifocillati con bevande calde, biscotti, focaccia, dolci e pane offerti dal panificio “Arte bianca” di Tortona e dal Banco Alimentare di Tortona e poi accompagnati nelle stanze con lenzuola e coperte per prepararsi il letto.
Al mattino, alle 7, dopo la colazione e dopo aver riposto la biancheria in appositi cesti per riutilizzarla la sera, lasciano la struttura. Due volte alla settimana, il giovedì e il sabato sera, si cucina anche un piatto di pasta e fino alle 22, quando si spegne la luce, si dialoga insieme».
«In questi anni – prosegue Laura – l’utenza è molto cambiata. All’inizio erano quasi tutti italiani e conoscevamo la storia di ciascuno di loro.
La vita da clochard all’epoca era una scelta. Adesso sono quasi tutti stranieri immigrati, di cui molti musulmani.
Noi sappiamo poco della loro vita, perché sono molto schivi e perché la lingua è un grande ostacolo. Coloro che vengono a dormire vivono forme di povertà molto diverse.
Alcuni sono senza tetto per una loro decisione, altri hanno perso il lavoro, non hanno i soldi per pagare le utenze o si trovano in situazioni di disagio che rendono difficile la loro vita nella società.
La nostra regola è quella di non fare domande e non giudicare mai, ma accogliere sempre con il sorriso».
I volontari, nei 25 anni trascorsi insieme, sono diventati una grande famiglia e hanno saputo fare propri gli insegnamenti di don Tonino Bello, vescovo pugliese, che predicava la cultura dell’ospitalità e dell’amore per il prossimo.
«Non serve solo offrire il the, ma occorre mettere la tovaglia e non serve solo dare un letto ma dare anche la buonanotte»: questa frase è diventata un monito fondamentale per “Matteo 25” che si impegna ogni notte a dare la buonanotte con il sorriso.
La speranza di Laura Cebrelli e dei suoi collaboratori non è di creare un dormitorio più grande, ma di poterlo, un giorno, chiudere.
Significherebbe aver risolto i problemi e non avere più persone in difficoltà che bussano alla porta.
Daniela Catalano

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