Mi fido di te
«Io mi fido di te… cosa sei disposto a perdere?»: questi versi di Jovanotti dipingono perfettamente i problemi che insorgono instaurando un rapporto di fiducia con gli adolescenti. La mia generazione ha raggiunto l’età adulta a suon di «no», motivati talvolta da illuminanti «perché no». Diventati genitori, abbiamo rivoluzionato i moduli educativi, aprendo un dialogo con i figli fin dalla più tenera età, rendendoli partecipi delle decisioni e delle dinamiche famigliari. Abbiamo cresciuto bambini perspicaci e curiosi, trasformatisi in adolescenti dotati di senso critico, desiderosi di indipendenza, ma impegnativi. Accordare fiducia ai nostri “cuccioli” non è scontato: in prossimità del solstizio d’estate ecco l’occasione: «Papiii, sabato sera possiamo fare una grigliata alla cascina e fermarci a dormire con i sacchi a pelo, visto che non ci abita nessuno? Puliamo tutto noi, voi non dovete fare niente».
Il legale rappresentante dell’immobile è perplesso: «La grigliata va bene, ma fermarsi per la notte no. Se succedesse qualcosa, gli altri genitori verrebbero a cercare me!». La ragazza non demorde: «Cosa vuoi che succeda: siamo in 10, tutti del nuoto, li conoscete da almeno 8 anni! Lo so che avete paura che circolino alcool e fumo, ma avete sempre detto che i divieti non servono a nulla, che bisogna ragionare e dare fiducia! Siamo sportivi e sani: vogliamo solo festeggiare l’inizio dell’estate». Le va riconosciuta abilità diplomatica nel girare a proprio vantaggio principi di ordine generale: messi all’angolo e impossibilitati a rinnegare le convinzioni espresse quando non ci riguardavano in prima persona, accordiamo, seppur a denti stretti, il permesso, con la clausola che ci vengano inviati regolari messaggi sull’evolversi della situazione. Fervono i preparativi: l’allegra brigata si organizza per aprire la casa e procedere alla pulizia dei locali, per fare la spesa, sufficiente a sfamare una truppa che, digiuna, abbia attraversato il deserto dei tartari, per approntare griglia e attrezzatura varia. Incaricata del trasporto delle uniche tre fanciulle coinvolte, le deposito davanti al cancello, facendo un timido tentativo di uscire dall’auto, subito bloccato: «Non vorrai entrare! Non abbiamo tre anni, non ci de-vi accompagnare!». Noto con preoccupazione che la griglia è in funzione e che il fuoco già scoppietta allegramente: ho il funesto presagio di camion dei pompieri a sirene spiegate… La ragazza mantiene la parola e invia messaggi rassicuranti: «Tutto ok. Stiamo bene. No Martini ma yes party. Nessun incendio». Il giorno successivo ricevo un rincuorante messaggio dalla mamma di un invitato: “P. si è divertito moltissimo. Grazie per la fiducia che avete riposto in loro». Ho capito: mi fido di te e nessuno perde nulla.