«Moltiplicherò gli sforzi per garantire il massimo impegno»

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Intervista al sindaco rieletto Federico Chiodi

TORTONA – Federico Chiodi, rieletto sindaco per la coalizione di centrodestra, con il 64,54% dei voti dei tortonesi, dopo il grande consenso alle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno, in questi giorni è a lavoro alla composizione della giunta e alla programmazione dei prossimi obiettivi del nuovo mandato. In esclusiva per Il Popolo ha risposto ad alcune domande sul suo impegno nella nuova amministrazione.

Vittoria schiacciante, da record: nel 2019 lei è stato il primo sindaco a vincere al primo turno, nel 2024 il primo uscente a essere riconfermato. Un fatto mai verificatosi a Tortona da quando esiste l’elezione diretta, e con la maggioranza più larga mai attribuita. È stato più difficile vincere la prima volta o riconfermarsi?

«La sensazione più forte è quella della gratitudine verso i cittadini, che hanno premiato il lavoro svolto negli ultimi cinque anni, pur con le difficoltà e i limiti che abbiamo incontrato e che intendiamo superare. Questo nuovo mandato così ampio impone anche una grande responsabilità: non sono stati solo i tradizionali elettori del centrodestra a votarmi ma anche tanti che hanno voluto dare fiducia a me come amministratore. Mi sento, quindi, in dovere di moltiplicare gli sforzi per garantire ai tortonesi il massimo impegno. Non saprei dire se sia stato più difficile vincere oggi o cinque anni fa: le sfide del passato sono sempre meno incombenti di quelle del futuro e nonostante il recente successo credo che le prove più grandi siano ancora davanti a me».

La coalizione si è presentata con la medesima composizione della precedente tornata, le stesse 4 liste: segno di accordo e condivisione che favorirà la continuità negli obiettivi di governo?

«Il bilanciamento fra le forze della coalizione è cambiato in questi cinque anni, anche dopo il recente risultato elettorale. Siamo una coalizione forte e coesa, ma i diversi equilibri modificheranno sensibilmente l’approccio amministrativo in più di un modo. L’unica costante sarà il lavoro di sintesi e di mediazione che, come sindaco, svolgerò all’interno della maggioranza».

L’esito elettorale ha fornito distribuzione diversa nelle percentuali tra i partiti rispetto a 5 anni fa e anche rispetto all’esito in città di Europee e Regionali. Questo influenzerà l’assegnazione degli incarichi e la composizione della giunta? Con che metodo sceglierà i componenti? E per gli enti partecipati?

«Certamente bisognerà tenere conto dei risultati elettorali, a tratti inaspettati, anche se il mio obiettivo è sempre quello di premiare la lealtà e l’efficacia degli alleati, indipendentemente dai tradizionali metodi di calcolo che spesso si usano nell’attribuzione degli incarichi».

I principali obiettivi del suo programma quali saranno in continuità e quali nuovi? Ci sono bisogni nuovi rispetto al precedente mandato?

«I capisaldi restano sempre gli stessi: garantire opportunità di lavoro per i tortonesi; permettere ai nostri giovani di vivere un’esistenza appagante nella loro città; difendere e potenziare l’economia della nostra zona; promuovere il territorio in campo turistico, enogastronomico e culturale; tutelare i diritti delle persone; dare attenzione constante ai bisognosi. Le modalità potranno variare a seconda delle opportunità da cogliere, ma la strada davanti a noi è chiara».

Un sindaco deve avere visione progettuale a medio lungo termine: il fatto che i tortonesi abbiano accordato altri 5 anni permette di incidere sul futuro in modo considerevole. Quali saranno gli investimenti e i progetti che permetteranno a un territorio periferico rispetto ai grandi centri di non perdere contatto con le aree trainanti del Nord Italia?

«Tortona è di diritto inserita nel cuore di una delle aree trainanti del Paese. Lo si riscontra con la logistica, nella promozione del territorio e con le infrastrutture che saranno definitivamente realizzate nei prossimi anni e che mettono la città nella posizione di punto focale centrale e fondamentale. È questa la nostra sfida: cogliere le opportunità per evidenziarci ulteriormente come luogo dove insediare nuove aziende, aprire uffici, acquistare casa, godere di una qualità della vita superiore rispetto alle grandi metropoli e a costi più contenuti. E utilizzare le risorse che verranno da questi nuovi insediamenti per rendere la città ancora più bella e attrattiva».

Stefano Brocchetti

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