Mons. Ambrogio Daffra nel 90° della scomparsa
Don Luigi Orione lo definì “una delle figure più luminose di sacerdote che io abbia mai conosciuto. Padre dei figli della Divina Provvidenza”. Fu lo zio di don Luciano Daffra, attuale parroco di Torricella, Mornico e Corvino
di Giuseppe Decarlini
Il 3 agosto 1932 chiudeva la sua esistenza terrena Mons. Ambrogio Daffra, vescovo di Ventimiglia.
Il 7 agosto un breve di cronaca appare sulla terza pagina di questo settimanale: “Mentre andiamo in macchina apprendiamo la notizia della morte di S. E. Mons. Gr. Uff. Ambrogio Daffra, vescovo di Ventimiglia da 40 anni e nostro diocesano. Qui da noi egli fu dapprima parroco a Campoferro poi Direttore del seminario e Canonico della Cattedrale”.
Sulla prima pagina del 14 agosto trova spazio la notizia dei suoi funerali “riusciti una solenne testimonianza di affetto al Presule veneratissimo”, mentre nelle pagine interne viene ricordato che il 9 agosto in cattedrale era stato celebrato “ad iniziativa di S. E. Mons. Vescovo e del Ven.do Capitolo una solenne messa funebre di suffragio”.
Ambroggio (sic!) Giuseppe Daffra nasce a Canneto [allora frazione del Comune di Montù di Gabbi, oggi è il contrario] l’11 gennaio 1841 da Agostino e Maria Magnani entrambi “benestanti” e lo stesso giorno viene condotto al fonte battesimale.
Giovanissimo entra in seminario e il 20 ottobre 1854 indossa l’abito chiericale. Nel Registro degli alunni 1820 da cui ho tratto la notizia vi è una postilla nella colonna “Osservazioni” in merito alla sua ordinazione episcopale.
Ha così inizio quella che un tempo era indicata come “carriera ecclesiastica” con i vari passaggi: 2 giugno 1860 tonsura nella cattedrale “inter missarum solemnia”; primi due ordini minori di ostiariato e lettorato il 25 maggio 1861; i successivi due ordini minori di esorcistato e accolitato il 14 giugno 1862 e l’ammissione al suddiaconato (a quei tempi considerato il primo ordine maggiore) nella cappella del palazzo vescovile il 28 febbraio 1863. Il padre Agostino il 5 febbraio aveva costituito a favore del figlio il cosiddetto patrimonio ecclesiastico (o spirituale) intestandogli una vigna di sette pertiche sita nel comune di Montescano.
I registri del seminario ci consentono di conoscere anche il suo andamento negli studi. I giudizi sono sempre molto positivi. Nel 1857 i suoi studi in Rettorica sono giudicati ottimi e la condotta esemplare. In altro registro la promozione è meritata con il giudizio “Inter optimus cum laude”.
Nell’anno scolastico 1861-62, studente di teologia e filosofia, ricopre l’incarico di Vice prefetto e giudicato di indole eccellente e “buonissimo” il comportamento durante le vacanze. L’anno successivo è promosso Prefetto dei filosofi e il giudizio è sempre più che positivo. Nell’ammissione al suddiaconato vi è l’annotazione “videtur bonus”.
Il diaconato gli viene conferito il 21 maggio 1864 in cattedrale da Mons. Luigi Nazari di Calabiana, vescovo di Casale Monferrato, mentre l’ordinazione sacerdotale avviene per mano dell’Ordinario diocesano, mons. Giovanni Negri, il successivo 17 dicembre nella cappella del palazzo vescovile con la dispensa pontificia super aetatis defectu.
Scrive don Venturelli: “Fu parroco e reggente in parecchie sedi della diocesi. A Retorbido infieriva il colera, e lo contrasse ma, vinto il male tornò, appena reggevasi all’assistenza dei malati”.
Nel giugno 1867 partecipa al concorso per diverse parrocchie vacanti (ben 39 i concorrenti!) e superati gli esami con il punteggio di 15 ½ gli venne affidata, con decreto del successivo 5 agosto, la prevostura di Campoferro (Vicariato di Voghera), parrocchia della quale prende canonico possesso il 5 settembre.
L’attività pastorale in parrocchia fu breve in quanto dal 31 ottobre 1874 aveva ottenuto dalla Santa Sede la dispensa dalla residenza perché chiamato poco prima da Mons. Capelli alla carica di Direttore spirituale del seminario maggiore.
Continua comunque a essere titolare ed avere cura della parrocchia attraverso un reggente che nel 1878 era don Giuseppe Ghezzi di Pozzolo Formigaro.
Attento alle esigenze dei poveri e dei giovani succedendo al canonico Giuseppe Carbone, viene nominato Direttore dell’orfanotrofio femminile fondato nel 1850 da don Antonio Mejninger (scomparso prematuramente nel 1854) provvedendo – come scrive don Venturelli – “pane e vestito alle orfanelle” dando “a quell’istituto tale incremento, da parere un secondo fondatore”.
Con decreto del 9 febbraio 1880 viene nominato canonico della cattedrale al titolo di S. Apollonia e Ss. Vitale e Agricola prendendone possesso il successivo 5 maggio.
L’11 giugno 1880 viene designato dal Capitolo all’incarico di esaminatore presinodale.
Nel 1886 mons. Vincenzo Capelli lo designa Rettore del seminario maggiore di Tortona nel quale dal 1874 aveva ricoperto l’incarico di Direttore spirituale.
Proprio durante il suo rettorato mons. Daffra incontra il chierico Orione che lasciò memorie edificanti sulla sua figura non esitando ad affermare essere “una delle figure più luminose di sacerdote che io abbia mai conosciuto”.
Come si legge negli Atti capitolari “il 9 giugno 1892 il sig. canonico Daffra Rettore di questo seminario ha ricevuto l’annuncio ufficiale per mezzo del nostro Sig. Vescovo Igino Bandi che S. S. Leone XIII lo aveva eletto vescovo di Ventimiglia. Nel giorno 11 del seguente luglio è stato solennemente preconizzato”.
I canonici decidono di omaggiare al nuovo presule un pastorale “fra quelli che possiede la sacrestia” sul quale incidere “iscrizione apposita”.
La consacrazione avviene nella cattedrale il 25 settembre per mano di mons. Igino Bandi con i coconsacranti mons. Edoardo Pulciano, vescovo di Casale (in procinto di assumere la cattedra di Novara) e mons. Giacomo Merizzi, vescovo di Vigevano.
Cinque giorni dopo aver ottenuto il Regio exequatur, recante la data del 29 gennaio 1893, partiva alla volta di Ventimiglia dove opera per quarant’anni conservando – come scrisse don Orione – “un grande amore alla nostra congregazione […] santo vescovo al quale tutta la Piccola Opera è obbligata e non soltanto io in particolare. Egli fu tra i primi a chiamare la Congregazione fuori Tortona e ci diede la casa di San Remo. Lo posso dire Padre dei figli della Divina Provvidenza”.
Fonti: Archivio Storico della Diocesi di Tortona, Ordinazioni; “Fondo Seminario” e “Fondo Archivio Storico Capitolare”. Giovanni Venturelli, Don Orione e la Piccola Opera della Divina Provvidenza, I; Don Gino Alberto Bava, Storia del Seminario di Tortona, 1995.
Un sentito grazie a don Antonio Saccomanno, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano e alla dottoressa Valentina S. Zunino dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi di Ventimiglia.