Montù, la chiesa binata e…
Di Pier Luigi Feltri
Sospeso sulle colline dell’Oltrepò pavese, Montù Beccaria è uno di quei luoghi da cui lo sguardo può allargarsi verso territori rigogliosi, dove la vite rappresenta ben più che un dettaglio fra la terra e il cielo. Il tempo, qui, pare scandito dai ritmi del lavoro agricolo: la vocazione vinicola del paese è antica e nobile, e testimoniata dai nomi di cantine che risuonano come una promessa di piacere. Montù Beccaria non è solo terra generosa, ma anche ricca di arte e storia. Il cuore del borgo custodisce un gioiello unico nel suo genere: la chiesa di san Michele e sant’Aureliano. Questa struttura, definita “chiesa binata”, si caratterizza per la presenza di due edifici affiancati, che anticamente furono uniti negli spazi interni; le facciate sono invece tuttora distinte. L’insolito dialogo architettonico ospita due dipinti di Gaudenzio Ferrari, maestro del Rinascimento piemontese, il cui nome è indissolubilmente legato al Sacro Monte di Varallo. Degno di nota anche il portale in bronzo e rame realizzato dallo scultore Sergio Alberti in occasione del Giubileo del 2000. Raffigura scene sacre e storie legate al paese. Una di esse è dedicata a mons. Aldo Del Monte, originario di Montù, nell’atto di donare la mitra e il pastorale al luogo nativo. Secondo una leggenda la chiesa fu edificata dal nobile Manfredino Beccaria. Si narra che, durante la distruzione del castello di Montù, egli riuscì a fuggire ma, braccato dai nemici, dovette nascondersi in una buca. Promise che, se fosse sopravvissuto, avrebbe eretto un tempio nel luogo del suo nascondiglio: salvatosi, mantenne il proprio voto. La chiesa, e forse non è un caso, sorge proprio in posizione ribassata: una “buca”, in un certo senso. In località Castellazzo si ergono le vestigia del maniero di Monte Acuto, le cui origini risalgono al Medioevo. Nel ’600 i Barnabiti vi fondarono un collegio, e gran parte delle murature oggi visibili deriva da quell’intervento. Dell’impianto originario resta poco, e l’edificio non è aperto a visite interne; una passeggiata nei dintorni consente però di immaginarne l’antico splendore, apprezzando la posizione dominante. Passando all’enogastronomia, Montù non delude chi cerca l’anima autentica dell’Oltrepò. Se le colline producono vini eccellenti, il salame di Montù ne è il perfetto compagno. Una vera specialità, tramandata di padre in figlio. In ambito culturale va segnalata la stagione del teatro “Dardano”. Prossimo evento: la fiaba musicale Pierino il lupo, domenica 16 febbraio alle 16.
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