Morricone? «Quella volta che lo incontrai a Monaco di Baviera…»

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Lunedì 6 luglio è morto all’età di 91 anni uno dei più grandi compositori italiani: Ennio Morricone. Lo ricorda per noi il maestro tortonese Andrea Albertini che gli ha dedicato un “Omaggio” nei teatri di mezzo mondo

«La scomparsa di Ennio Morricone ci priva di un artista insigne e geniale. Musicista insieme raffinato e popolare, ha lasciato un’impronta profonda nella storia musicale del secondo Novecento». Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato la scomparsa di Ennio Morricone, musicista e compositore, autore di alcune delle più note colonne sonore della storia del cinema. Aveva 91 anni e si è spento all’alba di lunedì 6 luglio, a seguito di complicanze intervenute dopo una frattura di femore, «con il conforto della fede», come ha annunciato l’amico Giorgio Assumma, conservando «sino all’ultimo piena lucidità e grande dignità», salutando «l’amata moglie Maria che lo ha accompagnato con dedizione in ogni istante della sua vita umana e professionale e gli è stato accanto fino all’estremo respiro».

Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto ricordare il grande musicista:

«Ricorderemo sempre, con infinita riconoscenza, il genio arti-

stico del Maestro Ennio Morricone. Ci ha fatto sognare, emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema».

Nato a Roma il 10 novembre del 1928 e diplomato come trombettista e direttore d’orchestra al Conservatorio di “Santa Cecilia”, Ennio Morricone è indissolubilmente legato al nome di Sergio Leone, con il quale ha raggiunto la notorietà internazionale per le colonne sonore dei suoi film, da “Per un pugno di dollari” a “C’era una volta in America”. In carriera ha composto oltre cinquecento colonne sonore tra cui quelle per “Nuovo Cinema Paradiso” e “Mission”, lavorando anche con Pasolini e con Gillo Pontecorvo nella “Battaglia di Algeri”. Premio Oscar alla carriera nel 2007 e per “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino nel 2016, Morricone, ha anche arrangiato grandi classici della musica pop italiana degli ann ’60 come “Se telefonando” e “Sapore di sale”. Uomo di fede, nel 2019 aveva ricevuto da Papa Francesco la Medaglia d’Oro del Pontificato «per il suo straordinario impegno artistico, che ha avuto anche aspetti di natura religiosa». A consegnarli materialmente il premio fu il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura che gli ha dedicato un tweet: «Sono vicino con affetto alla moglie Maria e alla famiglia nel ricordare il Maestro Ennio Morricone; lo affido a Dio perché lo accolga nell’armonia celeste, forse assegnandogli l’incarico per qualche partitura da far eseguire ai cori angelici». Per il cardinale Ravasi «pur nella diversità dei generi, la musica di Morricone esprimeva spiritualità

e religiosità».

Nella sua lunga carriera – fa notare il direttore dell’Ufficio delle comunicazioni sociali della Cei Vincenzo Corrado – «ha dato forma alla bellezza. La sua musica ha scandito la crescita umana e spirituale di intere generazioni, aprendo all’incontro e disegnando itinerari verso il trascendente. Siamo grati al Maestro Morricone perché la sua comunicazione, attraverso la musica, è stata sempre ispirata da verità, bontà e bellezza». «Dal dopoguerra a oggi – sottolinea ancora Corrado – Morricone ha accompagnato la vita tutti noi spingendoci a scoprire sempre sfumature musicali nuove».

Muovendosi sul pentagramma Morricone ha esplorato tutti i confini musicali, trovando nella composizione da film il suo orizzonte di senso.

Il presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei, Massimo Giraldi, fa notare che «condensare in poche battute la statura musicale, artistica e personale di Ennio Morricone è difficilissimo. Morricone ha reso indimenticabili le immagini di tantissimi film, in molti casi anche amplificandone il respiro creativo. Ha lavorato dalla soglia degli anni Sessanta fino a quest’anno praticamente con tutti i grandi nomi del cinema italiano e internazionale. Due in particolare sono i registi con cui Morricone ha stabilito un sodalizio professionale e nel segno dell’amicizia: Sergio Leone e Giuseppe Tornatore. Con il primo, Leone, ha ridefinito i canoni del cinema western americano componendo le vibranti musiche della “Trilogia del dollaro”, senza dimenticare poi la partitura dell’epico “C’era una volta in America”. Con il secondo, Tornatore, ha (ri)portato il cinema italiano sulle vette di Hollywood con “Nuovo cinema paradiso” e “La leggenda del pianista sull’oceano”».

Morricone era conosciuto anche alle nostre latitudini, anzi, molto conosciuto: il maestro Andrea Albertini, che vive a Tortona, gli ha dedicato un “Omaggio” portando la sua musica in giro per il mondo. Alla notizia della morte del Premio Oscar abbiamo chiesto al direttore tortonese un personale ricordo.

Classe 1961, Albertini si diploma in pianoforte presso il conservatorio “N. Paganini” di Genova con il maestro Danilo Macchioni. Ultima i corsi di organo e direzione corale presso la Scuola Diocesana di musica sacra di Tortona con il maestro Giuseppe Scappini, il corso speciale per collaboratori al pianoforte e quello di direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese con il maestro Antonio Cericola e con il maestro Paolo Ferrara presso il Conservatorio di Alessandria.

Di lì una lunga e intensa attività in Italia e all’estero. È pianista accompagnatore del coro “G. Verdi” di Pavia. Per l’edizione 2008 di “Perosiana” ha riscoperto, pubblicato e registrato la “Messa da Requiem” di Lorenzo Perosi nella versione orchestrale inedita, mai eseguita dopo la morte del compositore. Nel 2011 fonda l’orchestra di violoncelli “Dodecacellos”, con la quale incide il cd “Musica e cinema” e collabora con artisti come Giuseppe Pambieri, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Sabrina Brazzo.

«Sono sempre stato un fan del maestro Morricone – ci dice Andrea Albertini – e ho sempre amato la sua musica. Mi ha sempre affascinato la sua persona e la sua storia, artistica e umana. Nell’anno in cui ricevette l’Oscar presi la decisione di dedicargli un tributo, arrangiando alcune sue composizioni. Di lui mi ha sempre colpito il gusto melodico italiano della sua musica, che arriva diritto al cuore».

«Ho incontrato il maestro a Monaco di Baviera – continua Albertini – e a Milano in occasione della consegna della Laurea ad honorem all’Accademia di Brera. Per incontrare il maestro a Monaco bisognava fare richiesta ed erano ammesse non più di cinque persone.

Io la feci e venni scelto. Lo incontrai insieme ad un giocatore di scacchi, di cui era un cultore appassionato. Parlammo abbastanza a lungo. Sono momenti che non dimenticherò. Morricone aveva un carattere piuttosto schivo, di un’umiltà incredibile, ma con me si era un pochino aperto. Una grande emozione».

«Per me – ci dice commosso Andrea – è un padre musicale, un mentore. Viene a mancare un pezzo importante della musica italiana. Tra l’altro ha composto fino all’ultimo. Se non erro ha composto recentemente un brano per il nuovo ponte di Genova che il “Carlo Felice” si appresta a registrare.

È una grande perdita; per me e per tutti gli amanti della cultura e della musica è una triste notizia. Avrei voluto incontrarlo di nuovo e dirgli che gli volevo bene».

Da anni Albertini fa dell’omaggio a Ennio Morricone la ragione più alta del suo lavoro, quasi una missione per portare a un numero sempre maggiore di persone l’arte e l’umanità del maestro.

«Nel 2012 ho fondato l’Ensemble “Le Muse”.

Si tratta di un ensemble strumentale al femminile che varia la sua identità dal quartetto ad organici sinfonici. Nel 2017 abbiamo ricevuto l’Alto Patronato della Repubblica Italiana per il progetto “Omaggio a Morricone”, che negli anni ci ha portati in tournee in tante località italiane, come pure all’estero, in Thailandia, U.S.A., Montecarlo, Turchia, Marocco e Albania, tanto per citare alcuni Paesi dove siamo stati.

Non dimentico altri due eventi a noi molto cari: i concerti di apertura del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea nel 2015 e l’esibizione presso il padiglione Italia in occasione di Expo 2015».

Marco Rezzani

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