Muore per strada in centro a Voghera
A Broni, invece, gara di solidarietà per un altro clochard
VOGHERA – Lo hanno trovato senza vita nella mattinata di venerdì 27 novembre, in via Canevari, su un marciapiede poco lontano da via Cavour, luogo storico in cui molti senzatetto sono soliti bivaccare o addormentarsi, complice quel poco di aria calda che esce dalle grate.
A perdere la vita Giuseppe Carmellino, di 54 anni, originario di Napoli che da anni viveva a Voghera. L’uomo ormai da tempo non risiedeva più nella sua abitazione, ma era solito dormire in strada o al più nei dormitori pubblici.
I passanti l’hanno notato ma alcuni hanno proseguito pensando dormisse, altri hanno capito che la situazione era più grave e hanno chiamato i soccorsi.
Sul posto per i tentativi di rianimarlo sono intervenuti i medici del 118 e l’ambulanza, gli agenti della polizia stradale che hanno effettuato i rilievi per risalire alle cause del decesso e la polizia locale per la regolazione del traffico durante la chiusura della strada.
Come Giuseppe, molti sono i senzatetto che trascorrono giorni e notti al freddo, in diverse zone della città. Al loro fianco le associazioni di volontariato di Voghera e in particolare i City Angels che, nel cuore delle notti vogheresi, si prodigano per portare assistenza ai disperati.
A Broni, invece, da alcuni giorni si aggira in centro, senza arrecare disturbo a nessuno, un senzatetto francese. Trascorre le sue giornate sotto i portici della via Emilia, sotto gli androni, cercando riparo dal freddo.
La notizia ha fatto in breve il giro del paese, complici anche i post apparsi sui sociali, e così si è scatenata una vera e propria gara di solidarietà. Chi ha messo a disposizione locali e materassi, chi gli ha portato coperte e indumenti, chi gli ha offerto cibo e cappuccino del bar, chi addirittura una tenda da campeggio. Sta di fatto che ovunque ritorni per passare la notte trova sempre cibo e coperte ad attenderlo.
Del caso si è interessato subito anche il sindaco Antonio Riviezzi che ha voluto incontrarlo per offrirgli aiuto. Ma il clochard francese, con la sua mitezza e tranquillità, ha risposto di non aver bisogno di nulla, se non un po’ di cibo e di qualche indumento.