“Nella vecchiaia non abbandonarmi”

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Domenica 28 luglio si celebrerà la IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani voluta dal Papa. La Chiesa concede l’indulgenza plenaria

DI SUOR MARIA GABRIELLA LISCO*

“Nella vecchiaia non abbandonarmi” (cfr. Sal 71,9): è questo il tema scelto dal Papa per la IV Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che si celebrerà domenica 28 luglio.

Con questo tema il Pontefice – si legge in un comunicato del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita – “intende sottolineare come la solitudine sia, purtroppo, l’amara compagna della vita di tanti anziani che, spesso, sono vittime della cultura dello scarto”.

Nell’anno di preparazione al Giubileo, che il Santo Padre ha scelto di dedicare alla preghiera, l’argomento della Giornata è tratto dal Salmo 71, l’invocazione di un anziano che ripercorre la sua storia di amicizia con Dio.

“La celebrazione della Giornata, valorizzando i carismi dei nonni e degli anziani e il loro apporto alla vita della Chiesa, vuole favorire l’impegno di ogni comunità ecclesiale nel costruire legami tra le generazioni e nel combattere la solitudine, consapevoli che – come afferma la Scrittura – ‘Non è bene che l’uomo sia solo’ (Gen 2,18)”, si legge ancora nel comunicato. Nel giorno della ricorrenza, la Penitenzieria Apostolica concede l’indulgenza plenaria ai rappresentanti della terza età e ai fedeli “che, motivati da vero spirito di penitenza e di carità” prenderanno parte alle diverse funzioni, in tutto il mondo e pure ai malati, a chi li assiste e a coloro che, impossibilitati a uscire da casa, “si uniranno spiritualmente alle funzioni sacre”, con distaccamento dal peccato e l’intenzione di adempiere appena possibile alle consuete condizioni.

Papa Francesco ci chiede di unirci a lui per riflettere sul valore della vita, valorizzando gli affetti più autentici e duraturi. Il suo messaggio per la Giornata inizia con queste parole: “Dio non abbandona i suoi figli, mai. Nemmeno quando l’età avanza e le forze declinano, quando i capelli imbiancano e il ruolo sociale viene meno, quando la vita diventa meno produttiva e rischia di sembrare inutile. Egli non guarda le apparenze (cfr. 1 Sam 16,7) e non disdegna di scegliere coloro che a molti appaiono irrilevanti. Non scarta alcuna pietra, anzi, le più “vecchie” sono la base sicura sulla quale le pietre “nuove” possono appoggiarsi per costruire tutte insieme l’edificio spirituale (cfr. 1 Pt 2,5)”.

Il Papa è vicino a tutte le fragilità e debolezze dell’umanità e in questa occasione è vicino ai nonni e agli anziani e come uno di loro si fa portavoce. Il suo messaggio riporta brani della Bibbia di persone che si trovano in questa fase della vita e di chi è chiamato a una concreta vicinanza.

Tutti noi, se apriamo il nostro cuore, da una parte o dall’altra viviamo questa esperienza, nel dare e nel ricevere reciprocamente l’amore che Dio da sempre ha desiderato per ciascuno di noi. Una giovane vita, un figlio, va aiutato e sostenuto nello sbocciare dei suoi anni perché chiamato a offrire il meglio di sé come dono di Dio per sé e per gli altri, altrettanto la vita nell’anzianità va aiutata e sostenuta perché possa ugualmente risbocciare e offrire a Dio per l’eternità il meglio di sé portando a Lui il dono che è stato per sé e per gli altri. In entrambi i casi ognuno è bisognoso dell’altro, di un aiuto concreto, tangibile.

Questi passaggi vitali sono complementari, si fondono e impreziosiscono la vita di pari passo. Chi riceve non deve trattenere, ma è chiamato appena possibile a restituire quanto ricevuto per far fruttificare il dono, perché l’amore non si esaurisce, l’energia non si comprime e il tempo a disposizione non resti tempo perso.

Questa è la vita, è circolo vitale, in continua espansione che va oltre a ogni egoismo e delinea il cammino per una autentica maturità.

Papa Francesco ancora annota: “D’altro canto, oggi sono molte le donne e gli uomini che cercano la propria realizzazione personale in un’esistenza il più possibile autonoma e slegata dagli altri. Le appartenenze comuni sono in crisi e si affermano le individualità; il passaggio dal noi all’io appare uno dei più evidenti segni dei nostri tempi. La famiglia, che è la prima e più radicale contestazione dell’idea che ci si possa salvare da soli, è una delle vittime di questa cultura individualista. Quando si invecchia, però, a mano a mano che le forze declinano, il miraggio dell’individualismo, l’illusione di non aver bisogno di nessuno e di poter vivere senza legami si rivela per quello che è; ci si trova invece ad aver bisogno di tutto, ma oramai soli, senza più aiuto, senza qualcuno su cui poter fare affidamento. È una triste scoperta che molti fanno quando è troppo tardi”.

Il Papa ci esorta ad assumere decisioni sulla vita che ci aprono a scelte di speranza oggi per vivere la speranza del domani, con Dio per sempre.

Per arricchire ulteriormente questa Giornata, la Chiesa concede l’indulgenza plenaria “ai nonni, agli anziani e a tutti i fedeli che, motivati da vero spirito di penitenza e di carità, il 28 luglio 2024, in occasione della quarta Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, parteciperanno alle diverse funzioni che si svolgeranno in tutto il mondo, indulgenza plenaria che potrà essere applicata anche come suffragio alle anime del Purgatorio”.

“Non facciamo mancare la nostra tenerezza ai nonni e agli anziani delle nostre famiglie, – le parole con cui il Santo Padre conclude il suo messaggio – visitiamo coloro che sono sfiduciati e non sperano più che un futuro diverso sia possibile. All’atteggiamento egoistico che porta allo scarto e alla solitudine contrapponiamo il cuore aperto e il volto lieto di chi ha il coraggio di dire “non ti abbandonerò!” e di intraprendere un cammino differente. A tutti voi, carissimi nonni e anziani, e a quanti vi sono vicini giunga la mia benedizione accompagnata dalla preghiera. Anche voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.

*Delegata Usmi per la Diocesi di Tortona

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