No al Buon Natale seriale

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di Patrizia Ferrando

Il periodo natalizio ha tra le sue usanze una reiterata attività che coinvolge un po’ tutti, volenti o nolenti: lo scambio degli auguri.

Nel vedere cosa propone il bon ton in materia, proviamo anche a riflettere su come cogliere il potenziale migliore dell’augurio, lasciando indietro quel misto di obbligo e automatismo che sa di noia.

Non esistono mezzi giusti o sbagliati per far giungere qualche parola gentile in vista del Natale: basta valutare bene, caso per caso.

Perché, di regola tassativa, ne esiste soltanto una: no al “Buon Natale seriale”. Poco importa se sia un messaggio, una mail, un cartoncino prestampato o un video: l’invio indistinto equivale a un non augurio e potrebbe essere preferibile non mandare nulla. Quindi, invece di lasciarci tentare da qualche spedizione a tutti i nostri contatti, chiediamoci per prima cosa a chi vogliamo far pervenire i nostri messaggi, aggiungendo anche qualche persona con cui vorremmo, magari, rinverdire i rapporti o ribadire un grazie per cortesia ricevuta durante l’anno. I messaggi sul cellulare andrebbero riservati a chi potremo salutare anche di persona e comunque devono riuscire concisi ma non privi di una nota personale.

La posta elettronica ha caratteristiche variabili, tra freddezza di fondo e versatilità insita nella “capienza” di parole. Un suo buon utilizzo festivo si delinea quando dicembre offre l’opportunità di ricontattare qualcuno con cui il rapporto da sempre risulta abbastanza formale o non troppo stretto, e che non sentiamo da qualche tempo. Preferiamo un tono epistolare, raccontiamo episodi e novità, rinverdiamo ricordi piacevoli.

Cartoncini e lettere andranno a gruppi abbastanza ristretti, per non sprecare e per diventare davvero speciali. Cerchiamo le righe giuste per le persone giuste, chiedendoci per ciascuno quanto desideriamo far sapere e quale aspetto del Natale toccherà le corde più sensibili. Scrivere a mano e affrancare una busta diventerà bellissima sorpresa per chi, probabilmente, riceve solo bollette e pubblicità nella sua cassetta e per chi, anche per colpa di questi strani tempi, incontriamo meno. Un semplice e sentito biglietto andrà a professionisti che ci hanno dedicato tempo e impegno. Mai e poi mai si useranno biglietti aziendali per amici e conoscenti.

In famiglia, suscitano tenerezza i bigliettini dei bambini: non esagerate nel voler imitare le attività scolastiche, tra colla e brillantini. Invitate, invece, i piccoli a pensare quanto dobbiamo chiederci anche noi. Perché un augurio bello porta ciò che davvero desideriamo dire. E porta a incontrare gratitudine, speranze e desiderio di vicinanza interiore.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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