No all’allevamento di ovaiole
Protesta del Comitato per la Salute della Bassa Valle Scrivia e delle associazioni ambientaliste e animaliste contro il progetto di Avigest per 210.000 galline
MOLINO DEI TORTI – La questione è alquanto spinosa: un allevamento intensivo di 210.000 galline ovaiole dovrebbe aprire a Casei Gerola, in provincia di Pavia, a 300 metri dalle prime case di Molino dei Torti, in provincia di Alessandria. Da una parte c’è chi sta muovendosi per avere tutte le autorizzazioni per procedere in tal senso, dall’altra si prospetta un’imponente levata di scudi del Comitato per la Salute della Bassa Valle Scrivia, nato per dire “no” a questo progetto e pronto a dare battaglia, in modo pacifico, al fianco dei sindaci di Molino dei Torti, Alzano Scrivia e Castelnuovo Scrivia che, già nei giorni scorsi, avevano partecipato a un sopralluogo. Il sito dietro al cimitero di Molino dei Torti, già in territorio pavese, è quello prescelto, dove potrebbe essere realizzato il maxi allevamento proposto dalla società Avigest. Questa mattina, giovedì 20 giugno, alle ore 10, nella sede del palazzo comunale di Casei Gerola sono stati invitati alla cosiddetta “Conferenza di Verifica” i sindaci di Castelnuovo Scrivia, Molino dei Torti, Alzano Scrivia, Pontecurone e Isola Sant’Antonio, oltre che l’Asl Alessandria. Proprio nel comune casellese, intanto in queste ore si discute della variante al piano di governo del territorio (PGT), che in Piemonte corrisponde al piano regolatore e che potrebbe agevolare, a detta degli oppositori, l’iter di autorizzazione del progetto. Si tratta di un incontro di confronto tra le parti per verificare lo stato dei luoghi e le caratteristiche progettuali dell’impianto e che vedrà senza dubbio la rappresentanza alessandrina dei sindaci particolarmente compatta nel ribadire le criticità di una simile proposta, in una zona peraltro alluvionale, dove anni fa morirono pure oltre 19.000 tacchini in una cascina ora diroccata. Gli stessi enti, comprese le amministrazioni comunali, avevano tempo fino a venerdì scorso per raccogliere le osservazioni che saranno presentate, in conferenza dei servizi, alla Provincia di Pavia. Nel frattempo questa mattina (20 giugno) numerose associazioni che fanno parte del mondo animalista come la Lav e Legambiente (per citarne alcune) sono davanti al municipio di Casei Gerola a manifestare e a dare informazioni alla popolazione su quello che è stato definito “l’ennesimo luogo di mercificazione e morte di animali”. «Le condizioni di vita cui sono sottoposte le galline negli allevamenti intensivi sono mostruose – spiega Ivana Giganti, presidente del Comitato per la Salute della Bassa Valle Scrivia – e quello che potrebbe sorgere a ridosso della provincia di Alessandria danneggerà non solo quei poveri animali, che spesso si trovano a camminare, per mesi, in spazi inesistenti, in condizioni igieniche aberranti, ma anche in termini di pericolo di malattie, scarico di emissioni e odori. Questi ultimi saranno peraltro tutti a carico dei molinesi, che si vedranno pure depauperati del valore economico delle loro abitazioni». Al Comitato si è unito pure Slow Food, lanciando un messaggio forte con la propria adesione, ma anche Anpi, Fridays for Future, il Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia e molti altri: sono davvero tanti i sodalizi che hanno sposato questa causa e continuano ad aumentare, chiedendo di fare fronte comune. L’attuale PGT obbliga chi vuol fare allevamento a produrre il 50% del mangime destinato agli animali: se passa la variante, nel Comune di Casei Gerola, questa clausola decade e potrebbero nascere allevamenti di questo tipo senza alcun limite.
Alessandra Dellacà