Non è colpa solo della pioggia

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Il maltempo ha penalizzato la prima settimana di riaperture di ristoranti e bar. Lo scontento (e le provocazioni) dei gestori in Oltrepò pavese

Bar e ristoranti solo all’aperto? E se piove cosa facciamo? Nella prima settimana delle riaperture la pioggia ha colpito i locali di mezza Italia. Alcuni titolari e gestori hanno reagito con ironia lanciando delle provocazioni contro un provvedimento considerato assurdo. Tra questi lo “Sport Hotel Prodongo” situato a 1250 metri nel comune del Brallo di Pregola. «Da quando abbiamo riaperto il ristorante non ha smesso di piovere ma noi, che siamo uomini di montagna, con un ombrello in una mano e una fetta di salame nell’altra, cerchiamo di arrangiarci. Si fa per dire» – ha detto il titolare Giuseppe Tornari che si è fatto filmare dal figlio Paolo, a mezzogiorno, seduto al tavolo all’aperto con un amico mentre fuori diluvia (un fotogramma nella foto qui in alto). Il maltempo che ha colpito tutto l’Oltrepò pavese non ha permesso ai ristoratori di poter sperare in una ripresa dopo mesi di chiusura causati dalla pandemia. Anche Barbara Toti della “Pernice Rossa” di Menconico lamenta il fatto che «con queste condizioni climatiche è impensabile poter servire un piatto all’aperto. Il 1° maggio c’erano 10 gradi e come se non bastasse pioveva. E non è certo un caso se come ristorante non ho avuto neppure una prenotazione. Fortunatamente avevo una quarantina di persone in albergo. Certo questo non basta perché dal prossimo weekend saremo punto e a capo». «A causa della pioggia e delle temperature ancora basse è stata una settimana deludente. – afferma Sabrina Miracca della trattoria “Sofia” di Voghera – Le persone hanno voglia di uscire, di socializzare. Speriamo di riuscire a lavorare di più nel prossimo periodo». «Nel nostro ristorante abbiamo avuto a mezzogiorno una media di 2 coperti al giorno. – commenta Danilo Nembrini, titolare e chef del ristorante “La Pineta” di Fortunago – Alla sera fa ancora troppo freddo e quindi non si può riaprire». «Abbiamo lavorato nel fine settimana nonostante il maltempo. – aggiunge Fabio Dei, del ristorante “Guado” di Salice Terme – Purtroppo per molti dei miei colleghi lavorare all’aperto è penalizzante a causa della mancanza di spazi. Noi ci siamo arrangiati posizionando un tendone e dei funghi per riscaldare anche se è stato un inizio sottotono». «Grazie alle due verande che abbiamo messo a disposizione dei clienti siamo riusciti a lavorare nel week end. – sottolinea Luca Gandolfi titolare dell’albergo ristorante “Staffora” di Casanova Staffora – Purtroppo non poter utilizzare la sala interna ci penalizza molto soprattutto quando piove. Speriamo di poter tornare a pieno regime il prima possibile». I bar non se la passano di certo meglio. Anche per loro gli spazi all’aperto sono contenuti e quando piove la situazione diventa ingestibile. «Io dispongo di un piccolo spazio esterno che non ho potuto utilizzare causa maltempo. – chiarisce Fabio Albertocchi del bar “Fabio’s Taste Jazz and blues” di Rivanazzano Terme – Sono riuscito a lavorare solo con l’asporto grazie alla posizione strategica del mio locale».

La riapertura delle attività che hanno i tavolini all’esterno ha prolungato il lockdown per oltre 116 mila pubblici esercizi. Secondo i dati riportati da Fipe Confcommercio il 46,6% dei bar e dei ristoranti della Penisola non è dotato di spazi all’aperto e questa percentuale si impenna nei centri storici delle città nei quali vigono regole molto stringenti. In un contesto simile molte amministrazioni comunali sono intervenute a sostegno delle attività creando isole pedonali con la possibilità di poter ampliare gli spazi utilizzabili.

Mattia Tanzi

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