Novi Ligure sceglie di nuovo Muliere

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In controtendenza con il panorama nazionale, la città conferma la fiducia all’ex primo cittadino

NOVI LIGURE – Nessun ribaltone, nessuna sorpresa. Rocchino Muliere si prende la rivincita ed è il nuovo sindaco di Novi Ligure.

Dopo il successo nel 2014 e la sconfitta del 2019 con Gian Paolo Cabella, il candidato del centro sinistra, sostenuto da Partito Democratico, Verdi e Sinistra-Europa Verde e dalle liste civiche “20 per Novi”, “La Novi che amiamo” e “Next Gen-Generazione Z”, si è imposto nettamente al ballottaggio su Maria Rosa Porta, alla quale non è bastato l’appoggio di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega per rimontare l’ampio divario di oltre 26 punti che si era creato tra i due contendenti già al primo turno.

Il risultato finale non lascia spazio a dubbi, con il vincitore che si è aggiudicato quasi il 64% dei voti.

Che lo scenario potesse evolvere in questa direzione lo si era già capito domenica sera. I seggi con una maggiore affluenza erano gli stessi che, due settimane fa, avevano garantito a Muliere le percentuali migliori. Un dato sul quale riflettere rimane l’affluenza. Se nel 2019, al primo turno, si era recato alle urne il 64,49% dei novesi, quattro anni più tardi si è presentato ai seggi solamente il 52,13% degli aventi diritto. Due settimane più tardi, al ballottaggio del 2019 partecipò il 53,13% mentre alle 15 di lunedì, alla chiusura dei seggi, si è scesi ben al di sotto della metà degli e- lettori con uno scoraggiante 40,9%.

In sostanza, degli oltre 22 mila possibili votanti ne sono usciti di casa meno di 10 mila.

Nella città dei Campionissimi adesso torna a governare la sinistra, battuta per la prima volta quattro anni fa da una coalizione di centro destra che si sarebbe poi sgretolata nel tempo aprendo la strada verso il commissariamento di un anno fa, sancito in estate dalle dimissioni di massa dei consiglieri di opposizione insieme a quelle di tre esponenti ex Lega poi passati in minoranza.

La sconfitta della destra, di fatto, parte da lì.

Le fratture mai ricomposte in seguito alla crisi della giunta Cabella hanno portato a una divisione netta di voti tra i due candidati Porta e Giacomo Perocchio, con quest’ultimo che ha lavorato per ricucire lo strappo dopo la prima tornata arrivando a un accordo di apparentamento solo parziale che ha incluso la Lega, ma non le tre liste civiche.

Tra queste, ha pesato il mancato supporto di Diego Accili, ex vice sindaco, in quota Forza Italia e leader delle preferenze in città, fuoriuscito dagli azzurri, in polemica per sostenere Perocchio a poche settimane dal voto, e lasciando poi i suoi elettori liberi in vista del ballottaggio.

Praticamente opposta la situazione a sinistra, abile a riportare dalla sua parte la lista civica “20 per Novi”, quando sembrava destinata ad altri lidi. Il possibile dualismo tra Muliere e Simone Tedeschi, capogruppo Pd uscente e vice sindaco designato, si è, invece, risolto senza particolari scossoni.

La mancata intesa con il Movimento Cinque Stelle non ha influito, con i grillini scesi dal qua-si 15% del 2019 all’attuale 6,4%.

Luca Lovelli

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