Novità per il MAC di Casteggio

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Inaugurate la Stanza Civardi dedicata al famoso scultore e la Sala Giulietti con i cimeli africani dell’esploratore casteggiano

CASTEGGIO – Alessandro Fraschini, consigliere comunale del Comune di Casteggio, con delega al Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò (MAC) e alla Biblioteca civica e membro della Consulta Anci Giovani Lombardia, alla fine del 2022 ha fatto il punto sull’attività del Museo e sulla sua struttura. Questo “organismo vivo” è in continua evoluzione ed è una sorta di “album di famiglia” in cui i Casteggiani, e tutti gli abitanti dell’Oltrepò, possono scoprire il proprio passato.

«Custodiamo centinaia di reperti archeologici – spiega Fraschini – che vanno dal Paleolitico al Rinascimento veneziano. Il nucleo fondamentale delle nostre collezioni è costituito da reperti di Roma antica del periodo repubblicano e imperiale, perché Casteggio (resa celeberrima dalla battaglia combattuta fra Romani e Galli nel 222 a.C.) fu un’importante città romana, crocevia di molte importanti assi viarie antiche. Conserviamo, inoltre, reperti celti, greci, longobardi e medioevali. La mia delega ha lo scopo di garantire la tutela e la promozione del nostro Museo e della nostra Biblioteca. La vitalità del Museo di Casteggio, il suo imprescindibile legame con il territorio e l’impegno costante del Comune sono dimostrati innanzitutto dall’apertura di nuove aree espositive». Grazie al lavoro di squadra fra il sindaco e assessore alla Cultura di Casteggio, Lorenzo Vigo, la direttrice del MAC Valentina Dezza, l’assessore Fraschini e i donatori Civardi e Giulietti, nei mesi scorsi sono state inaugurate due nuove sezioni espositive presso la Certosa Cantù, sede del Mu- seo Archeologico. La prima è stata la “Stanza Civardi”, il 5 maggio, ospitata all’interno di alcune sale restaurate e rimesse a disposizione della collettività. Ospita un importante nucleo di sculture in creta, gesso e bronzo (compresa la prima creata dall’autore), di disegni (per copertine di romanzi, riviste e quotidiani e per corsi universitari di anatomia) e dipinti del Maestro Giovanni Civardi, uno dei più importanti scultori italiani viventi e un esperto europeo nel disegno e nella ricostruzione scultorea anatomica del corpo umano.

La seconda inaugurata è la “Sala Giulietti” (le cui didascalie sono state curate da Fraschini, dalla direttrice del Museo e dalla dottoressa Franchini di Casteggio) che rappresenta una delle più importanti collezioni pubbliche italiane di cimeli e testimonianze del primo colonialismo italiano.

Tutti gli oggetti, infatti, furono raccolti dal celebre esploratore casteggiano, Giuseppe Maria Giulietti, nel Corno d’Africa nel periodo antecedente alla prima colonia italiana nella baia di Assab nel 1882. Oltre a conservare oggetti unici (rarissima la collezione di foto scattate in Africa nell’’800 a ragazze e guerrieri locali) si possono ammirare i disegni dell’esploratore, acquerelli che riproducono fedelmente luoghi, persone e animali visti che sono tra le migliori illustrazioni fatte nell’’800 europeo.

L’esploratore fu assassinato in Etiopia, insieme ad alcuni compagni di viaggio, dagli abitanti del luogo nel 1881 e i suoi resti o riportati in patria nel 1929. Tutti i beni sono stati donati dal suo discendente Giuliano Giulietti che ha conservato con affetto quanto ereditato dall’antenato. Il giorno dell’inaugurazione, il 25 settembre, sono stati donati anche un pugnale etiope antico, un tessuto africano di oltre 160 anni fa e un ritratto di Giuseppe Garibaldi, con dedica e firma autografa all’amico intimo Giulietti. «Da queste donazioni – ha dichiarato Fraschini – si può constatare l’attaccamento al proprio paese da parte dei due donatori che hanno voluto lasciare alla propria città, Casteggio, dei preziosi ricordi conservati durante l’intero arco della loro vita. Anche grazie a gesti come questi si mantiene viva la cultura che deve essere, citando il grande compositore Mahler, “la custodia del fuoco, non il culto delle ceneri”».

Daniela Catalano

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