Nuovo vocabolario

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Di Carlo Zeme

Una mattina di qualche anno fa la maestra Gabriella, tenendo in mano un tomo gigantesco color vinaccia, ci spiegò la differenza tra vocabolario ovvero l’insieme delle parole che costituiscono una lingua e dizionario che è la somma delle indicazioni per l’esatta pronuncia delle parole di una lingua. Da un mese a questa parte Margherita ha preso coraggio sia nel camminare sia nel parlare, dico coraggio perché nei suoi occhi si vedevano le prove traballanti nel pronunciare piccole sillabe che all’apparenza non dicevano nulla e invece volevano spostare il mondo. Margherita dice «papà» con una vocina che dà l’impressione di essere nuova di pacca, a volte lo pronuncia nei momenti più insospettabili, magari nel letto nel cuore della notte con un occhio aperto e l’altro mezzo chiuso, altre volte invece è sul pezzo e mi richiama mentre mi perdo nei fatti miei, altre volte ancora mi manda in brodo di giuggiole quando abbina la fatidica parolina al cigolio della porta al ritorno da una giornata di lavoro. Il vocabolario però si sta arricchendo, oggi infatti possiamo annoverare «agghe» per indicare qualcosa di suo possesso «aca» per acqua, stesse lettere mescolate diventano indicazione di pannolini e disastri vari. Infine il mondo degli animali: con il «ba» che sta per cane e «ta» per tartaruga ossia quell’animale che in vita mia avrò incrociato sì e no una dozzina di volte ma che da quando c’è Margherita lo citiamo almeno cinquanta volte al giorno. La parola «mamma», la più rodata, Margherita ha già imparato a dirla con diverse declinazioni, dalla più affettuosa alla più giocosa e a volte anche insistente. Non dimentichiamoci poi del «pam» ovvero tutto ciò che riguarda il lanciare, far cadere, mettere in disordine. A vent’anni di distanza mi capita di pensare a quella spiegazione della maestra che mi è rimasta ancora oggi in testa sentendo la vocina di Margherita con il suo vocabolario corredato di piccoli gesti con le dita. Non vedo l’ora che impari a scrivere così ci insegnerà dove mettere gli accenti nella sua lingua speciale.

carlo.zeme@gmail.com

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