Occhi che hanno visto Maria

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di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Visto che le vacanze estive sono per noi lontane, decidiamo di regalarci qualche giorno di svago primaverile. Pensiamo a tanti luoghi ma dato che il primo amore non si scorda mai, scegliamo l’isola d’Elba. Sono 13 anni che manchiamo. Abbiamo voglia di vedere il mare, i colori dei fiori e di camminare un po’ nella natura; confidiamo in poca gente e in un clima mite. Sbagliato. Arriviamo sotto a una pioggia torrenziale e ci sconfortiamo sia per il tempo sia per i tanti turisti. Vabbè, il primo giorno va così. Verso sera smette di piovere ma il panorama… è avvolto nella nebbia. Però! Sembra di essere a novembre. Meglio andare a dormire. Il mattino successivo al risveglio ci rincuoriamo: cielo terso, mare blu e colori magnifici. Ci agghindiamo falsamente da sportivi (che non siamo) e partiamo alla volta del trekking elbano. Siamo un po’ fuori allenamento (leggete pure molto) ma i sentieri ci regalano i colori sgargianti di una primavera esplosiva. Un vignaiolo autoctono mi segnala che esiste un’App per riconoscere piante e fiori e, nonostante la mia avversione per la tecnologia, la scarico. Da lì scopro una nuova passione: imparare il nome della flora che vedo. Fotografo tutto. Scopro il cisto, il mirto, la ginestra che prima di sbocciare ha un bozzolo peloso, il rapanello selvatico. Penso a mio padre che riconosceva alberi, fiori, frutti, funghi e persino muschi e licheni. È qui con me. Sono felice di camminare e di imparare cose nuove. Da grande farò la botanica.

arifer.77@libero.it

LUI

Fin da quando ero bambino associo la primavera inoltrata alla luce. Non c’è un’altra stagione con una luce così; in estate è abbacinante e finanche aggressiva, quella di settembre è meravigliosa, tiepida e tanto morbida che sembra accarezzarti, in inverno è timida e pare quasi si debba scusare di esserci. Invece in questo periodo è quella per antonomasia, piena, nitida, calda ma non fastidiosa, rigenerante. Insomma, la luce giusta per alcuni giorni di vacanza, tra l’inverno alle spalle e un’estate di lavoro alle porte, non proprio una bella prospettiva specialmente se ti rendi conto che mancano due mesi e mezzo prima della prossima agognata (e striminzita) settimana di ferie in agosto. E quindi? L’isola d’Elba. Si cammina all’aria aperta tra il mare e l’entroterra montuoso e siamo fortunati perché il tempo è splendido. Ci accompagnano i profumi della macchia mediterranea, che sembra esplodere tanto sono intensi. Li ho sempre considerati un dettaglio di contorno ma stavolta è diverso: fiori e piante si sono presi la scena e finisce che sono loro a essere diventati i protagonisti delle nostre escursioni, nuovi amici che cerchiamo e vogliamo conoscere. Pareti rocciose tappezzate di rosmarino, lavanda ovunque, piante di mirto con le loro piccole bacche nere, e poi ancora cisto di Montpellier, lentisco, cisto di Creta, asfodelo. Si è aperto un mondo inatteso, torno a casa e incontro gelsomino e ligustro giapponese: maledette app/benedette app, questa settimana mi sento un po’ più clemente verso di voi.

andrea.rovati.broni@gmail.com

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