Pagare le tasse/3 Quando?

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Di Cesare Raviolo

La normativa prevede per l’Irpef il sistema dell’autotassazione con accertamento, determinazione della base imponibile, liquidazione e versamento del tributo eseguiti direttamente dal contribuente sulla base della propria dichiarazione dei redditi. Tale dichiarazione è annuale e deve rispettare precise scadenze. Il versamento dell’imposta dovuta avviene in due rate, una di acconto e una a saldo. Il contribuente versa, ogni anno, il saldo relativo all’anno precedente e un acconto relativo all’anno in corso, che deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo. Il pagamento dell’imposta avviene tramite il modello F24. Il saldo e l’eventuale prima rata di acconto devono essere versati entro il 30 giugno dell’anno in cui viene presentata la dichiarazione, oppure entro i successivi 30 giorni pagando una maggiorazione dello 0,40%. La scadenza per l’eventuale seconda o unica rata di acconto è invece il 30 novembre. Il Decreto Legislativo n.1/2024 ha previsto alcune semplificazioni e razionalizzazioni dei più rilevanti adempimenti, tra le quali quelle connesse alle dichiarazioni dei redditi precompilate, con l’estensione del loro utilizzo anche alle altre categorie di contribuenti (titolari di partita IVA) e le scadenze per la presentazione delle dichiarazioni (dal 2 maggio 2024, le persone fisiche e le società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice ed equiparate presentano la dichiarazione, attraverso una banca o un ufficio postale tra il 1° maggio e il 30 giugno oppure in via telematica entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo di imposta). Quando dalla dichiarazione dei redditi emerge un credito e il contribuente indica di voler ricevere il rimborso, compilando il quadro RX, l’Agenzia, eseguiti i normali controlli, rimborsa le somme dovute. In alternativa, il contribuente può utilizzare il credito in compensazione per il pagamento di altri tributi da versare oppure può scegliere di riportare il credito nella dichiarazione dell’anno successivo. In realtà, in Italia l’obbligo tributario viene disatteso da molti contribuenti tanto che, secondo dati Mef, l’evasione di imposte, tasse, contributi ha sottratto allo Stato e, quindi, a tutti noi, circa 84 miliardi di euro, che avrebbero potuto essere utilizzati per fornire ai cittadini sevizi di qualità migliore.

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