“Pan” aiuta i malati di Parkinson

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Ecco la neonata associazione ideata da Patrizia Pisano con l’apporto di Giancarlo Vitali, sostenuta da enti pubblici e da privati

CAMPOSPINOSO ALBAREDO- Un percorso di cura a 360 gradi sul territorio pavese per i malati di Parkinson e idrocefalo normoteso. È questo l’obiettivo della neonata associazione “Pan” (Paziente neurochirurgico anziano), presentata venerdì mattina nella sua sede, alla Fondazione Arnaboldi di Campospinoso Albaredo. Il progetto è stato ideato da Patrizia Pisano, specialista in neurochirurgia al “San Matteo”, con l’apporto di Giancarlo Vitali, presidente onorario della Fondazione della Comunità della Provincia di Pavia, e il supporto di enti pubblici e soggetti privati (presenti con i loro rappresentanti): la stessa Fondazione della Comunità con il presidente Giancarlo Albini, la Banca del Monte, la Fondazione Mondino con Daniele Bosone, il San Matteo, il Lions Club Casteggio Oltrepò, don Franco Tassone, la famiglia Arnaboldi e la Fondazione Arnaboldi con il presidente Obizzo Malaspina, la famiglia Jannuzzelli con Ruggiero Massimo Jannuzzelli. La provincia di Pavia è una delle province con il maggior numero di anziani in Italia e dove è alta l’incidenza di malati di Parkinson: ci sono, infatti, circa 4.000 soggetti che assumono farmaci per curare il Parkinson e le altre forme di parkinsonismo, con una prevalenza significativa in Lomellina e Oltrepò. «L’associazione nasce con l’obiettivo di offrire un modello di assistenza a 360 gradi che consenta al paziente, rimanendo sul territorio, di entrare in un percorso di cura, facilitando la diagnosi, indirizzandolo al procedimento chirurgico più corretto e facilitando il recupero della sua autonomia, attraverso il percorso riabilitativo e un’assistenza neuro cognitiva. – ha spiegato la dottoressa Pisano – In tutto questo percorso, dalla diagnosi al trattamento chirurgico, il paziente è seguito da un gruppo multidisciplinare formato da diverse figure specialistiche. Si tratta di un modello virtuoso che al momento esiste solo in alcune realtà ospedaliere pediatriche, proprio per la similitudine tra questi due pazienti, che si trovano agli estremi del ciclo della vita». L’associazione ha sviluppato un sito internet (www.panziani.it) per far conoscere l’offerta di cura sul territorio e facilitare le famiglie nell’avviare la presa in carico del paziente. «La formazione è l’unico strumento in grado di migliorare la capacità di diagnosi: per questo vogliamo coinvolgere medici di base, geriatri e fisiatri che sono le prime figure che vengono a contatto con il paziente. – ha concluso Pisano – Nell’equipe sarà presente anche una psicologa, la dottoressa Katia Costa, che seguirà malati e famiglie nel percorso di cura».

Oliviero Maggi

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