Paolo VI è Santo
Domenica 14 ottobre, davanti a 70 mila persone accorse in piazza San Pietro a Roma, Papa Francesco ha canonizzato Paolo VI e altri sei beati.
I nuovi santi, con Giovanni Battista Montini, sono: monsignor Oscar Arnolfo Romero Galdámez (arcivescovo di San Salvador), Nazaria Ignazia March Mesa (fondatrice della congregazione delle Missionarie Crociate della Chiesa), don Vincenzo Romano (prete che ha praticato il bene
nel quotidiano), Francesco Spinelli (fondatore dell’Istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento), Katharina Kasper (fondatrice dell’Istituto delle Povere Ancelle di Gesù Cristo), Nunzio Sulprizio (operaio protettore degli invalidi). Alla Messa, cui ha preso parte anche
il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha partecipato una delegazione della nostra Diocesi proveniente dal Centro Medico
Psico-Pedagogico di Casalnoceto, intitolato proprio a Paolo VI. Il direttore don Cesare De Paoli e gli educatori hanno accompagnato alcuni ospiti
del Centro che hanno seguito l’intera funzione. Oltre al contributo di Renato Balduzzi su Paolo VI (che si conclude in questa pagina),
riportiamo la testimonianza di un operatore del Centro che era presente domenica a Roma.
CITTA’ DEL VATICANO – Mons. Francesco Remotti ha voluto intitolare il Centro medico psico-pedagogico di Casalnoceto (che ha fondato nel 1966) a Paolo VI in quanto questo Papa fece la scelta di mettere Gesù al primo posto nella sua vita. Chissà se in qualche angolo recondito del suo cuore don Remotti già sapeva che sarebbe diventato santo.
Domenica 14 ottobre Papa Francesco ha celebrato la canonizzazione di Paolo VI e come Centro intitolato a suo nome, guidati dal direttore don Cesare De Paoli, noi operatori, insieme ai nostri ragazzi, abbiamo vissuto l’opportunità di essere presenti e di assistere alla celebrazione.
Con Montini sono saliti agli onori dell’altare altri sei uomini e donne, in una piazza San Pietro gremita di fedeli giunti da tutta Italia, dalla Spagna, dalla Germania e dall’America Latina.
Paolo VI è santo perché ha fatto la scelta coraggiosa di rischiare per seguire Gesù e ha avuto il gusto di abbandonare qualcosa per abbracciare la sua via. Ha messo in pratica – come ha sottolineato Papa Francesco – quanto dice Gesù nel Vangelo, ovvero di “lasciare tutto ciò che appesantisce il cuore”, soprattutto le ricchezze terrene perché dove si mette al centro i soldi non c’è posto per Dio e non c’è posto neanche per l’uomo. “Per questo la ricchezza è pericolosa e rende persino difficile salvarsi, non perché Dio sia severo – ha detto Papa Francesco – ma perché il problema è dalla nostra parte a causa del nostro troppo avere, il nostro troppo volere che ci soffocano il cuore e ci rendono incapaci di amare”. “Non si può seguire veramente Gesù quando si è zavorrati dalle cose. Gesù è radicale, egli dà tutto e chiede tutto”. Gesù non si accontenta di una amore parziale. O tutto o niente. Lo ha fatto Paolo VI sull’esempio dell’apostolo da cui prese il nome e come lui ha speso la vita per il vangelo di Cristo facendosi testimone nell’annuncio e nel dialogo profeta di una Chiesa aperta che si occupa dei lontani e dei poveri.
Bergoglio ha ribadito che “Paolo VI, anche nella fatica e in mezzo alle incomprensioni, ha testimoniato in modo appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente e oggi ci esorta ancora alla vocazione, non alle mezze misure ma alla santità”.
Paolo VI nacque con il nome di Giovanni Battista Montini a Concesio (Brescia) nel 1897. Ordinato sacerdote nel 1920, ricoprì vari incarichi nella diplomazia della Santa Sede. Divenuto sostituto della segreteria di Stato nel 1937, durante la seconda guerra mondiale, si occupò della ricerca dei dispersi e dell’assistenza ai perseguitati. Nel 1952 fu nominato Pro-Segretario di Stato e nel 1955 Arcivescovo di Milano, diocesi in cui curò particolarmente i lontani e gli emarginati. Nel 1958 venne creato Cardinale da Giovanni XXIII. Eletto Pontefice il 21 Giugno 1963 con il nome di Paolo VI, proseguì e concluse il Concilio Vaticano II. Guidò la Chiesa al dialogo con la modernità e la mantenne unita nella crisi postconciliare. Emanò 7 encicliche e molte esortazioni apostoliche. Si spese per l’annuncio del Vangelo, testimoniando con passione l’amore al Signore e alla Chiesa. Morì a Castel Gandolfo il 6 Agosto 1978. Papa Francesco lo ha beatificato il 19 Ottobre 2014.
Per noi operatori e ospiti del Centro “Paolo VI” è stata una esperienza di comunità molto forte dal punto di vista spirituale e umano. Diverse realtà interne al Centro composte da operatori e ragazzi, guidati da don Cesare De Paoli, hanno avuto l’opportunità di stare insieme e di condividere questa intensa esperienza di fede, uniti attorno a Paolo VI Santo. Ogni bambino, ogni ragazzo, ogni operatore si è arricchito grazie alla bellezza della condivisione, dello stare insieme, del sentirsi parte di una grande famiglia unita. Un’ospite della Comunità C per adolescenti racconta la sua personale esperienza di questo pellegrinaggio: “Lungo il viaggio e a casa ho cercato di immaginarmi molte volte di poter essere in piazza San Pietro. Ma l’emozione di arrivare e vedere tutte quelle persone ad aspettare il Papa non mi ha fatto sentire sola. Vedere da lontano il Papa sull’altare mi ha fatto percepire la fede come un qualcosa di solido. Mi ha fatto stare bene andare a Roma, la città eterna, scolpita con attenzione e la Città del Vaticano che è di una grandezza stupenda. Le colonne e la facciata di San Pietro sono una maestosità. Prima di oggi non avevo mai avuto la possibilità di sperimentare un luogo sacro di questo genere e qui, a Roma, per la prima volta mi sono sentita accettata e al mio posto”.
Luca Lazzarin
Operatore del Centro “Paolo VI” di Casalnoceto