Parco fotovoltaico: 23.000 pannelli e 150 posti di lavoro
Concessa l’autorizzazione al progetto per la produzione di energia “pulita” in città
NOVI LIGURE- Il Ministero dell’Ambiente, seguendo le direttive indicate in un decreto legge del 2002, aveva rilasciato le autorizzazioni uniche per la costruzione e l’esercizio di grandi impianti per la produzione di energia elettrica, che sono stati dichiarati opere di pubblica utilità, unitamente alle opere connesse e alle infrastrutture indispensabili. Proprio grazie a queste autorizzazioni, la società “Ellomay Solar Italy Sixteen” di Bolzano e il suo amministratore, l’israeliano Fridrich Ran Pinhas, nel luglio del 2022 hanno presentato al Ministero un dettagliato progetto per la realizzazione a Novi Ligure, nei terreni tra via Mazzini e la strada 35 bis, di un “parco fotovoltaico”, o meglio, “agri-voltaico”. Il progetto prevede l’installazione di ben 23.000 “pannelli solari” dotati di sistema “traker”, cioè montati su cinque torri alte cinque metri, che si orientano automaticamente in base alla posizione del sole, su un’area di circa 16,5 ettari. La soluzione di connessione tra la centrale fotovoltaica e l’utenza cittadina, si risolve attraverso la realizzazione di due nuove cabine di consegna, collegate con un cavidotto interrato lungo tre chilometri alla Cabina Primaria di distribuzione di Novi Ligure. Il progetto prevede la produzione di energia elettrica per una potenza massima complessiva di circa 15.000 volt. Il cavidotto di connessione alla cabina Enel al momento interessa il centro della città e in particolare strada della Pavesa, via Mazzini, via Monte Bianco, strada Vecchia di Pozzolo, via Pinan Cichero, via IV Novembre, viale della Rimembranza, via Francesco Crispi, via Carlo Acquistapace, via Nino Bixio, via delle Filande, via Trattato di Bruxelles e strada del Turchino. Circa un anno fa la provincia di Alessandria ha inviato al Ministero una valutazione del progetto, indicando precise azioni di “mitigazione ambientale”, tra cui una fascia larga dieci metri lungo tutto il perimetro dell’impianto da piantumare con alberi ed essenze varie. Senza contare il fenomeno della “desertificazione” dei terreni dovuta all’emissione di notevoli fonti di calore al suolo. Proprio il delicato aspetto ambientalistico è stato superato dal fatto che la progettazione ha stimato che l’opera possa avere impatti positivi in quanto si prevede una produzione a zero emissioni di CO2 di oltre 23 mila MWh all’anno, utile al fabbisogno di energia annua di oltre 7.000 famiglie. Sempre dal punto di vista ambientale, l’impianto risulta sostenibile grazie alla realizzazione di fasce vegetazionali di mitigazione visivo-paesaggistica, progettate e studiate in continuità agli habitat presenti sul territorio in maniera così consistente da costituire dei veri e propri “corridoi ecologici” in grado di assolvere, oltre alla funzione di schermatura paesaggistica, anche quella di sviluppo della biodiversità locale, garantendo anche il giusto spazio per la collocazione di “arnie”, per l’attività di apicoltura e la produzione di foraggio. Infine, un aspetto importante e non trascurabile, che ha fatto propendere per l’autorizzazione alla realizzazione del progetto, è stato quello occupazionale. Nella fase di realizzazione, infatti, si prevedono 141 nuovi posti di lavoro, con il successivo impiego, di altre 11 persone per la manutenzione dell’impianto.
Vittorio Daghino