Per me è sempre vita

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di Matteo Colombo

Qualcuno lo ha definito “inutile dolore”. Rimarcando che il suicidio assistito (ma anche la sedazione profonda) eviterebbe al paziente in fin di vita una sofferenza superflua.

Da credente e da uomo che ritorna in ogni Pasqua a fare il memoriale del dolore patito da Cristo sul Calvario, sono convinto che quel dolore – che è nostro – non è mai inutile.

Non lo è in un letto di un ospedale anche se la situazione clinica dell’ammalato è irreversibile.

È inutile, invece, smettere di accompagnare la persona nel suo percorso, anche se spesso è straziante.

Il medico sa che ogni malato è una persona da accudire con coscienza, con intelligenza e con il cuore.

“Si può e si deve respingere la tentazione, indotta anche da mutamenti legislativi, di usare la medicina per assecondare una possibile volontà di morte del malato, fornendo assistenza al suicidio o causandone direttamente la morte con l’eutanasia. – ha detto il Papa venerdì 20 settembre alla Federazione Nazio-nale degli Ordini dei Medici ricevuti in Sala Clementina – Si tratta di strade sbrigative di fronte a scelte che non sono, come potrebbero sembrare, espressione di libertà della persona, quando includono lo scarto del malato come possibilità, o falsa compassione di fronte alla richiesta di essere aiutati ad anticipare la morte.

Come afferma la Nuova Carta per gli Operatori Sanitari, non esiste un diritto a disporre arbitrariamente della propria vita, per cui nessun medico può farsi tutore esecutivo di un diritto inesistente”.

Dal canto loro i Vescovi italiani, in una nota del 25 settembre della CEI, “e-sprimono il loro sconcerto e la loro distanza da quanto comunicato dalla Corte Costituzionale. La preoccupazione maggiore è relativa soprattutto alla spinta culturale implicita che può derivarne per i soggetti sofferenti a ritenere che chiedere di porre fine alla propria esistenza sia una scelta di dignità”.

I Vescovi confermano e rilanciano l’impegno di prossimità e di accompagnamento della Chiesa nei confronti di tutti i malati e si attendono che il passaggio parlamentare riconosca nel massimo grado possibile tali valori, anche tutelando gli operatori sanitari con la libertà di scelta.

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