Per ricordare don Remotti

Visualizzazioni: 471

Pozzolo intitola un’area in centro al sacerdote che ha dedicato la sua vita alla carità

POZZOLO FORMIGARO – La comunità pozzolese, dopo don Pietro Gambarotta e don Pier Giovanni Agnes, prosegue nel ricordo dei suoi maestri e pastori. Domenica scorsa è stata la volta di don Francesco Remotti, il prete degli ultimi, pozzolese di nascita e animatore per tutta la vita dell’azione di carità nella diocesi di Tortona. La carità per lui è stato il segno distintivo e profondo di una vita dedicata a Dio e all’uomo. Era un prete, un uomo di Dio per gli uomini. Don Remotti non amava mettersi in prima fila, dissertare sui massimi sistemi, ma testimoniava il vangelo ed è stato un discepolo di Gesù senza freni, senza reticenze, senza timori; una bella testimonianza la sua, lontana dai riflettori, sempre e solo ispirata dall’amore di Cristo. Il 19 novembre Pozzolo l’ha ricordato nella Messa celebrata nella parrocchiale di San Martino da don Costantino Marostegan, durante la quale ha preso la parola Michelino Ventura, accolto dal giovane prete pozzolese nel dopoguerra e poi divenuto suo collaboratore. Ventura ha ricordato come alla fine della seconda guerra mondiale, cedute Istria, Fiume e la Dalmazia alla Jugoslavia, con il Trattato di pace del 10 febbraio 1947, l’Italia assistette all’esodo di più di 200.000 persone accolte e assistite in 109 campi profughi sparsi su tutto il territorio nazionale. Uno tra i più importanti fu quello creato nella Caserma “Passalacqua” di Tortona da don Remotti e tra gli esuli vi era anche Ventura con la sua famiglia. I primi a “inaugurare” il Campo Profughi di Tortona furono, infatti, i gruppi famigliari provenienti dalla Grecia, tra cui quello di Michelino, in tutto 149 persone, che arrivarono il 26 ottobre 1946. Dopo la celebrazione eucaristica, sul lato esterno di piazza Italia, è stata svelata la targa per don Remotti, fondatore della Caritas diocesana e del Centro “Paolo VI” di Casalnoceto. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco di Pozzolo Formigaro Domenico Miloscio, l’assessore alla cultura Lorenzo Caramagna, il presidente della Fondazione CR Torino, Fabrizio Palenzona, che ha ricordato il suo rapporto di amicizia con don Remotti e l’impegno del sacerdote, con la Caritas diocesana, verso le popolazioni del Friuli e dell’Irpinia colpite dal terremoto nel 1976 e nel 1982. Sono intervenuti anche Giorgio Bailo, che ha parlato degli anni della Caritas di Tortona di cui don Remotti fu fondatore, come lo fu dell’ufficio nazionale, insieme a don Nervo e don Pasini e un nipote in rappresentanza dei famigliari, tra i quali l’omonimo pozzolese Francesco Remotti, antropologo di fama mondiale.

Luca Rolandi

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *